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sabato, Novembre 30, 2024

Davvero l’agricoltura può ripristinare gli ecosistemi europei? Ecco come

Il nuovo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente spiega come l’agricoltura, che ha in parte distrutto la biodiversità, può essere allo stesso tempo la soluzione a cui guardare per ripristinare la natura. Serve integrare tre diversi tipi di azioni, con un approccio globale e circolare

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Redazione EconomiaCircolare.com

A causa del degrado della natura europea, la capacità degli ecosistemi di sostenere l’agricoltura è diminuita in questi anni. L’intensificazione della produzione agricola ha portato alla perdita di biodiversità e, in aggiunta, l’agricoltura è diventata la principale fonte di pressione sugli habitat e sulle specie. Due terzi degli habitat semi-naturali dell’Unione Europea e dipendenti da una gestione agricola rispettosa della biodiversità sono classificati come in uno stato di conservazione “cattivo”.

Di fronte a tale allarmante quadro un report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) costituisce una fonte di ottimismo per il futuro, perché presenta esempi basati sull’evidenza di opzioni chiave per contribuire a ripristinare gli agro-ecosistemi e i servizi ecosistemici dell’Europa, migliorando inoltre la resilienza e la produttività agricola. Il report è pubblicato nel contesto della politica agricola comune (PAC) dell’UE e del regolamento sul ripristino della natura recentemente adottato. Secondo l’AEA sono necessarie tre azioni:

  • migliorare le condizioni degli habitat semi-naturali;
  •  incentivare i paesaggi agricoli multifunzionali e ricchi di biodiversità;
  •  ridurre la pressione sulla biodiversità gestendo il suolo e l’acqua in modo sostenibile.

I piani strategici dei 27 Stati membri dell’UE, contenuti all’interno della PAC, attualmente contengono misure politiche differenti per realizzare pratiche favorevoli alla biodiversità. L’appello dell’Agenzia Europea dell’Ambiente è di favorire invece incentivi rafforzati e coerenti, combinati con finanziamenti adeguati, per ripristinare in modo efficiente gli agro-ecosistemi. Ne va della salute del Vecchio Continente e di tutte le specie che ci vivono.

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L’impatto dell’agricoltura sull’ambiente deve diminuire

La volontà di ripristinare gli ecosistemi agricoli europei è prima di tutto una necessità. Negli anni infatti, come testimoniano numerosi precedenti report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, il modello industriale e su larga scala applicato all’agricoltura, in ossequio al dogma dell’economia lineare, ha portato pezzi sempre più estesi di territori a essere sacrificati sull’altare del profitto, dove l’obiettivo di una produzione agro-alimentare sana ed equa è passato in secondo piano. L’agricoltura è diventata molto dipendente da pesticidi chimici, fertilizzanti minerali e irrigazione su larga scala – fa notare l’AEA – Il loro uso eccessivo ha degradato gli ecosistemi, la biodiversità e i suoli. Ha inquinato i corpi idrici dolci e ha portato all’eutrofizzazione di almeno un quarto degli ecosistemi marini europei. Inoltre il declino della diversità delle colture genetiche pone rischi per l’approvvigionamento alimentare”.

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A ciò ovviamente si aggiungono le connessioni sistemiche esacerbate dal collasso climatico. Ad esempio la siccità che ha devastato molte economie europee nelle ultime estati, in primis quella italiana, ha gli effetti più evidenti proprio sugli ecosistemi agricoli. Un fattore al quale si devono aggiungere cattive pratiche che non sono mai state superate, come l’inquinamento causato dagli impianti e dai macchinari agricoli – che riduce la disponibilità di acqua pulita – e più in generale un utilizzo estrattivo e non circolare di una risorsa sempre più preziosa e sempre meno disponibile come l’acqua. “Mentre l’agricoltura è uno dei settori più colpiti da queste pressioni, il settore stesso esercita pressioni diffuse sia sulle acque di superficie che su quelle sotterranee” scrive ancora l’AEA.

I rischi economici e finanziari derivanti dal degrado della natura,  sottolinea ancora l’Agenzia Europea dell’Ambiente, stanno attirando l’attenzione e le istituzioni finanziarie stanno sviluppando strategie per affrontarle. L’agricoltura e gli agricoltori sono significativamente esposti a rischi legati alla natura come la resa e la perdita di reddito dovuti all’erosione del suolo e al calo dell’impollinazione. Il costo della perdita di produttività dovuto all’erosione del suolo nell’UE è stimato in un danno economico di 1,2 miliardi di euro all’anno.

L’integrazione del ripristino degli ecosistemi agricoli nelle pratiche agricole ha invece il potenziale per invertire queste tendenze. Aumenterebbe la biodiversità e la resilienza nella produzione alimentare in un contesto caratterizzato dalla più vitale delle cosiddette policrisi: crisi climatica, crisi legata alla perdita di biodiversità e crisi dovuta all’inquinamento.

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Le soluzioni agricole per il ripristino degli ecosistemi

Per ripristinare con successo la natura sui terreni agricoli è dunque necessario un approccio globale e circolare, un approccio che al contempo sia in grado di garantire una produzione alimentare efficiente e resiliente per sostenere la sicurezza alimentare. Questa strategia deve individuare e applicare pratiche agricole che sostengano in modo più efficace la biodiversità nell’ambito dei diversi sistemi agricoli in diverse regioni d’Europa, ciascuna con le proprie caratteristiche e le proprie specificità. La conversione a pratiche agricole rispettose della biodiversità deve far parte, ribadisce l’Agenzia Europea dell’Ambiente, di una trasformazione sistemica, che comporta il graduale abbandono del “business as usual” e il ripensamento delle relazioni tra sistemi alimentari, benessere umano e natura.

Il settore agricolo può impiegare tre approcci per conservare e ripristinare gli agro-ecosistemi. Innanzitutto è necessario partire da una riduzione dell’inquinamento e di altre forme di pressione verso i terreni prettamente agricoli, in modo da agevolare il recupero degli ecosistemi all’interno e all’esterno dei terreni agricoli. Un recupero che d’altra parte migliorerebbe i servizi ecosistemici a beneficio della produzione agricola. Pertanto, la riduzione di queste pressioni agro-industriali aumenta la capacità della natura di contribuire alla resilienza di un’agricoltura sostenibile e favorevole alla biodiversità.

L’altra soluzione agricola è quella di favorire paesaggi agricoli multifunzionali e biodiversi, compresi gli habitat semi-naturali e l’incentivazione delle cosiddette caratteristiche paesaggistiche quali alberi, siepi ed erbe. La creazione di caratteristiche paesaggistiche nei paesaggi agricoli non solo fornisce habitat e risorse aggiuntive per le specie, ma aumenta anche la connessione degli habitat circostanti. Ciò migliora anche la salute del suolo e i servizi ecosistemici, a beneficio tra l’altro della stessa produzione agricola.

Infine bisogna mantenere o ripristinare gli habitat semi-naturali. L’AEA ricorda infatti che “una vasta gamma di agricoltori gestisce gli habitat ricchi di biodiversità e carbonio. Questi includono habitat protetti dalla direttiva Habitat dell’UE come praterie, brughiere, pascoli boschivi, sistemi tradizionali agro-forestali e frutteti. Il mantenimento o il rilancio di una gestione agricola che sia rispettosa della biodiversità è fondamentale per proteggere e ripristinare le specie e gli habitat”.

La combinazione dei tre approcci per conservare e ripristinare gli agro-ecosistemi aiuta a massimizzare i benefici del ripristino, e in questo caso si parla di agro-ecologia. Le pratiche agro-ecologiche possono rendere la produzione alimentare più resiliente e sostenibile. Possono aumentare l’efficienza, diversificare le fonti agricole e di reddito e mitigare i rischi legati ai cambiamenti climatici. Per garantire tendenze positive a medio e lungo termine sia nei benefici della biodiversità che nella produttività, tuttavia, riconosce la stessa Agenzia Europea dell’Ambiente, sono necessarie prove più quantitative per comprendere i compromessi e identificare le migliori pratiche in diverse condizioni pedoclimatiche e socio-economiche. Ad esempio, i compromessi relativi all’agricoltura biologica includono solitamente rendimenti delle colture inferiori rispetto ai sistemi convenzionali; tuttavia la potenziale riduzione della resa può essere compensata, almeno in parte, da servizi ecosistemici migliorati e da una migliore salute del suolo.

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Sull’agricoltura biologica e l’agro-ecologia, conclude il report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, i fondi europei per la ricerca sono stati aumentati. Ora, però, serve un maggiore sprint da parte dei 27 Stati membri dell’Unione Europea.

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