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mercoledì, Maggio 15, 2024

Finanza sostenibile, le nuove proposte della Commissione Ue su tassonomia e investimenti Esg

Un nuovo atto delegato sulla tassonomia espande il campo di applicazione ad altri settori e nuovi obiettivi ambientali. Mentre con la proposta di regolamento sulle agenzie di rating Esg Bruxelles vuole migliorare la trasparenza: altre frecce nell’arco della finanza sostenibile

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

Nuovi passi avanti della Commissione europea sulla finanza sostenibile. L’esecutivo di Bruxelles ha presentato un “pacchetto di norme” (Sustainable Finance Package 2023) per migliorare e rafforzare le misure a sostegno dello sviluppo della finanza sostenibile, che ha come scopo quello di indirizzare le ingenti risorse dei mercati finanziari e del credito verso obiettivi sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.

Le norme dell’ultimo pacchetto si muovono all’interno di questo perimetro normativo e comprendono un atto delegato relativo alla tassonomia, delle precisazioni sui criteri della tassonomia, e una nuova proposta di regolamento sul rating degli investimenti Esg. Il combinato di queste misure, spiega la Commissione, “ha lo scopo di assicurare il supporto dell’impianto normativo della finanza sostenibile per le aziende e il settore finanziario che vogliono investire in maniera sostenibile e renderlo allo stesso tempo più semplice da usare ed efficace”.

Leggi anche: lo Speciale sulla finanza sostenibile

L’aggiornamento della tassonomia

Al centro dell’architettura costruita da Bruxelles per favorire lo sviluppo della finanza sostenibile, c’è la tassonomia Ue: una serie di criteri pratici per stabilire cosa sia davvero green e sostenibile e cosa no. Per farlo, la tassonomia identifica tutte quelle attività economiche che realizzano un contributo sostanziale al raggiungimento di almeno uno dei sei obiettivi ambientali individuati da Bruxelles senza al contempo danneggiare significativamente gli altri cinque (il cosiddetto principio del Do not significant harm).

Dopo l’entrata in vigore del regolamento tassonomia, nel gennaio 2022, l’Unione europea aveva approvato il primo atto delegato dedicato ai due obiettivi climatici: riduzione e adattamento ai cambiamenti climatici. Tra le misure del pacchetto, è arrivata l’integrazione sulla tassonomia climatica, con l’inclusione nel testo dei settori manifatturiero e trasporti, che erano rimasti fuori nella travagliata discussione di due anni fa, nota per lo scontro su gas e nucleare.

In particolare, sui trasporti, nonostante le contestazioni di alcuni Paesi come l’Italia, la tassonomia è particolarmente ambiziosa negli obiettivi e ribadisce il concetto che l’unica auto verde possibile è quella a zero emissioni: in pratica, dal 2026 solo le auto a batteria elettrica oppure a idrogeno verde potranno ottenere la patente “green”. Invece, le auto ibride plug-in saranno considerate verdi solo fino al 2025.

Leggi anche: lo Speciale sulla tassonomia Ue

Il nuovo atto delegato sulla tassonomia

Adesso la Commissione ha fatto un ulteriore passo in avanti, includendo nel nuovo atto delegato sulla tassonomia gli obiettivi dell’uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Anche in questo caso l’atto delegato definisce i criteri per le attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale a uno o più degli obiettivi ambientali non climatici del regolamento sulla tassonomia senza danneggiare gli altri.

Comprende 35 attività in otto settori economici: protezione e ripristino dell’ambiente, manifatturiero, approvvigionamento idrico, fognature, gestione dei rifiuti e attività di bonifica, attività edilizie e immobiliari, gestione del rischio di calamità, informazione e comunicazione, servizi e attività ricettive. Particolarmente interessante per il lavoro di Economia circolare.com la parte dedicata, appunto, all’economia circolare, il cui obiettivo è favorire la raccolta degli investimenti necessari per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Circular Economy Action Plan.

Un tema dove c’è bisogno di fare in fretta, perché gli esperti lamentano proprio la mancanza di investimenti adeguati verso la circolarità e progetti di riutilizzo, riparazione e rigenerazione. Grazie al principio DNSH, la tassonomia identificherà anche quali attività economiche potrebbero arrecare un danno significativo alla transizione verso l’economia circolare, disincentivando così gli investimenti in esse (qui nel dettaglio un approfondimento su tassonomia ed economia circolare).

Leggi anche: Tassonomia, la Commissione apre alle modifiche

Proposta di regolamento sul rating

L’altro pilastro della finanza sostenibile è la trasparenza, ovvero la possibilità per gli investitori di avere le informazioni adeguate sulla sostenibilità degli investimenti Esg. Chi investe, in genere, mancando di competenze adeguate, per valutarli si avvale dell’opinione di agenzie di rating, che di fatto indirizzano il denaro in una direzione piuttosto che un’altra. Tuttavia, la mancanza di affidabilità su queste valutazioni, con la conseguente scarsa fiducia degli investitori, è stata riconosciuta dall’intero settore finanziario come il principale ostacolo per il flusso di capitali verso investimenti green e sostenibili.

Per questo motivo la Commissione europea ha elaborato una proposta di regolamento che migliori “l’affidabilità e la trasparenza delle attività di rating Esg”. Le società che si occupano di rating Esg dovranno dotarsi di policy interne e norme di condotta tali da garantire l’integrità morale delle operazioni di rating provider, prevenendo ad esempio conflitti di interessi, oltre a imporre alle agenzie di rating Esg la preventiva autorizzazione e la successiva vigilanza da parte dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), a garanzia di qualità e affidabilità dei servizi offerti.

La finanza di transizione integrata alla tassonomia

All’interno del pacchetto normativo sono contenute, infine, una serie di raccomandazioni rivolte a imprese di grandi dimensioni, intermediari finanziari, investitori e pmi per meglio guidarle nella transizione verso un’economia più sostenibile e gestire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento. E questo passa inevitabilmente, agli occhi di Bruxelles, per la corretta comprensione di quanto finanza sostenibile e tassonomia siano integrate e interdipendenti tra di loro.

Da un lato forniscono maggiore chiarezza a chi desidera investire nei settori regolati dalla tassonomia. Dall’altro, su come le imprese potranno allineare le loro attività alla tassonomia per attrarre maggiori capitali. Per semplificare la comprensione delle norme, la Commissione ha annunciato la pubblicazione, a breve, della “EU Taxonomy User Guide”, un documento di “orientamento per i non esperti”, visto l’alto livello di tecnicismo della tassonomia.

Bruxelles vuole dimostrare come l’impianto normativo comunitario può essere usato in maniera efficace nella finanza di transizione utilizzando su base volontaria i vari strumenti messi a disposizione dal quadro normativo dell’Ue, soprattutto per le attività economiche che ancora devono migliorare le proprie prestazioni di sostenibilità. Maggior chiarezza, infine, sarà fondamentale per contrastare il rischio del “transition washing”, in modo da capire subito cosa sia davvero sostenibile e allineato con gli obiettivi ambientali dell’Ue.

Leggi anche: Le pressioni sull’Unione europea per indebolire il regolamento SFDR

Le prossime tappe

Gli atti delegati e le raccomandazioni saranno inviati adesso a Parlamento europeo e Consiglio europeo per eventuali modifiche: dopo la definitiva approvazione da parte delle altre due istituzioni Ue, saranno applicabili da gennaio 2024. Più lungo il percorso della proposta di regolamento dei fornitori di rating Esg perché la Commissione deve ancora avviare le discussioni con il Parlamento e il Consiglio Ue. In ogni caso il lavoro dell’Unione europea sulla finanza sostenibile proseguirà costantemente nei prossimi anni.

La tassonomia sarà operativa gradualmente, prima solo per determinati soggetti economici indicati dalla stessa Commissione europea (ad esempio attualmente vale solo per le grandi aziende ma in futuro si aggiungeranno le pmi). Bruxelles ha inoltre individuato la necessità di integrare di più ambiente e sostenibilità sociale all’interno degli investimenti Esg e per questo i tecnici stanno lavorando alla cosiddetta “tassonomia sociale”. Infine, dal lato aziendale, nei prossimi anni ci sarà la graduale entrata in vigore delle norme della direttiva CSRD, legate soprattutto alla trasparenza.

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