mercoledì, Dicembre 3, 2025

Rifiuti speciali in Italia: aumento dell’1,9% nel 2023. I numeri e l’analisi del rapporto ISPRA

Nel 2023 in Italia si registra un incremento del 1,9% nella produzione di rifiuti speciali, con un record di recupero al 73%. Diminuisce significativamente lo smaltimento in discarica (-11,2%). Il rapporto dell'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale evidenzia i dati chiave sulla gestione e le criticità del settore

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

Nel 2023, in Italia, la produzione di rifiuti speciali ha registrato un aumento del 1,9%, raggiungendo quasi 164,5 milioni di tonnellate. Nonostante questa crescita, il settore si distingue per un record di recupero, che ha raggiunto il 73% del totale gestito, e per una significativa diminuzione dello smaltimento in discarica, calato dell’11,2%. Questi dati emergono dall’annuale rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA), giunto alla sua ventiquattresima edizione e che analizza la produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, nonché la gestione anche a livello provinciale; e, infine, fornisce approfondimenti sull’import/export.

Il rapporto completo è disponibile online per ulteriori approfondimenti, ed è composto da ben 578 pagine di dati, grafici e analisi. Come ricorda la stessa ISPRA, il report “è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art.189 del d.lgs. n. 152/2006. Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti, si intende fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive”.

Leggi anche: Rifiuti nei luoghi di villeggiatura: perché ne troviamo così tanti e cosa possiamo fare

Sempre più rifiuti ma aumenta il recupero e diminuisce il ricorso alla discarica

La crescita dei rifiuti speciali è attribuibile principalmente alle attività industriali, commerciali, artigianali e di servizi. La produzione totale si concentra soprattutto nel Nord Italia, con la Lombardia in testa con 35,9 milioni di tonnellate, seguita dal Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Al Centro, la Toscana e il Lazio producono circa 10 milioni di tonnellate ciascuna, mentre al Sud la Campania contribuisce con oltre 11 milioni di tonnellate.

rifiuti 1

Nonostante l’aumento della produzione, il settore si distingue per il record di recupero: nel 2023 il 73% dei rifiuti speciali (circa 130 milioni di tonnellate) è stato riutilizzato, principalmente come sottofondi stradali, materiali da costruzione e metalli. In particolare, oltre 80 milioni di tonnellate sono rifiuti da costruzione e demolizione, mentre 21 milioni di tonnellate di metalli vengono prevalentemente riutilizzati dalle acciaierie del Nord Italia.

Un dato molto positivo riguarda lo smaltimento in discarica, che nel 2023 si è ridotto di circa 997 mila tonnellate rispetto all’anno precedente, segnando un calo dell’11,2%. Attualmente circa 7,9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali vengono smaltite in discarica, con una distribuzione geografica che vede il Nord gestire il 55,7% del totale, il Centro il 25,3% e il Sud il 19%.

Leggi anche: La differenziata non va in vacanza: l’impatto del turismo sulla raccolta dei rifiuti in estate

Sulla gestione dei rifiuti restano alcune criticità

Il sistema di gestione dei rifiuti speciali in Italia comprende oltre 10.500 impianti, di cui circa il 43% dedicato al recupero di materia. La maggior parte dei rifiuti (94,8%) sono non pericolosi, mentre il restante 5,2% sono rifiuti pericolosi. La filiera del riciclo si conferma efficiente: l’85,8% dei veicoli fuori uso viene reimpiegato o riciclato, e quasi il 50% degli pneumatici fuori uso è avviato al recupero di materia.

Il rapporto ISPRA evidenzia alcune criticità, alcune che durano da (troppo) tempo, come i rifiuti contenenti amianto (240 mila tonnellate), i veicoli fuori uso e gli pneumatici fuori uso, che richiedono una gestione attenta e sostenibile. I fanghi di depurazione delle acque reflue urbane sono circa 3,2 milioni di tonnellate, con un leggero calo rispetto al 2022, mentre i rifiuti sanitari pericolosi sono poco poco più di 246 mila tonnellate, di cui quasi 29 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi ed oltre 217 mila tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi. Per questi ultimi si rileva un decremento nella produzione pari al 5,9% rispetto al 2022. Per quanto riguarda la gestione, le operazioni di smaltimento rappresentano circa il 73,7% del totale.

rifiuti 2

Buone notizie, infine, dai rifiuti da costruzione e demolizione: nei dati riportati da ISPRA si apprende che “l’81% dei rifiuti da costruzione e demolizione è stato riciclato, superando ampiamente l’obiettivo del 70% fissato dalla normativa al 2020. Il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali, da cui emerge la necessità di nobilitare gli utilizzi con una riconversione in nuovi prodotti”.

Leggi anche: Rifiuti d’estate: dove buttare coppette, cucchiaini e cannucce di gelati e granite

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie