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sabato, Dicembre 14, 2024

Green jobs, le città nel mondo con più opportunità di lavoro

Una ricerca realizzata da C40, la rete globale dei sindaci delle città impegnate nella lotta alla crisi climatica, fa il punto sullo stato attuale dei green jobs. Con le città che offrono più sbocchi professionali e le indicazioni su dove migliorare. C’è un settore dove l’Italia si è già ritagliata un ruolo di primo piano

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

Le grandi metropoli urbane non sono solo una fonte di inquinamento con un’impronta ecologica devastante sull’ambiente, ma possono essere un incubatore di cambiamento e rinnovamento verso la sostenibilità. E in questo percorso hanno la capacità di esprimere tutto il potenziale che caratterizza i centri urbani creando milioni di posti di lavoro nei cosiddetti green jobs, in modo da garantire una just transition che tuteli l’occupazione e lo sviluppo economico e confuti la narrativa per cui la transizione ecologica è un costo troppo alto, a beneficio di una minoranza elitaria.

Lo dimostrano, numeri alla mano, le stime sui posti di lavoro green che verranno creati su stimolo delle politiche a difesa del clima nelle metropoli di tutto il mondo contenute nella ricerca “Green job revolution: How C40 cities are leading the way”, realizzata da C40, la rete globale dei sindaci delle principali città mondiali che sono uniti nella lotta alla crisi climatica, e da Circle Economy. È la fase finale di uno studio avviato nel 2022 quando il co-presidente di C40 e sindaco di Londra Sadiq Khan ha esortato i colleghi a promuovere la creazione di 50 milioni di green jobs entro il 2030. Per il momento, nelle 74 grandi città esaminate nella ricerca, i posti di lavoro a sostegno della transizione ecologica sono arrivati quasi a 16 milioni.

“Tra i settori più performanti dal punto di vista ambientale vanno considerati il trasporto pubblico, la gestione dei rifiuti, l’elettricità e l’edilizia, dove i governi locali svolgono un ruolo chiave nel sostenere la regolamentazione, gli standard e la cooperazione con l’industria. Ad esempio, quasi il 30% dei posti di lavoro nei settori dell’elettricità e dei trasporti è attualmente verde, e il 25% nei settori dell’edilizia e delle costruzioni”, riassumono le autrici e gli autori del report. Naturalmente, i comparti e le professioni che offrono più opportunità di lavoro green variano a seconda delle specificità delle città: ad esempio, se la finanza sostenibile è un settore in cui Londra è capofila, Milano eccelle nella moda sostenibile.

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Green jobs in Europa: la situazione attuale nelle metropoli

La ricerca è strutturata con una serie di approfondimenti per aree geografiche. In relazione alle 18 città europee C40 esaminate nello studio (Amsterdam, Atene, Barcellona, Berlino, Copenhagen, Heidelberg, Istanbul, Lisbona, Londra, Madrid, Milano, Oslo, Parigi, Roma, Rotterdam, Stoccolma, Varsavia e Tel-Aviv – quest’ultima inclusa nella lista delle città europee), in esse circa l’8% dei posti di lavoro può essere considerato verde, ovvero 2,3 milioni di lavoratori su un totale di 30,5 milioni.

I settori con la più alta quota di occupazione verde (oltre il 20% dell’occupazione totale del settore) sono: elettricità, fornitura di vapore e aria condizionata, fornitura di acqua, fognature, gestione dei rifiuti e attività di bonifica, seguiti da vicino dall’edilizia (con il 18% di posti di lavoro verdi nel settore). La domanda di lavoro è particolarmente in crescita nei settori dell’efficienza energetica e della riduzione dei consumi. Gran parte delle nuove opportunità di lavoro sono destinate proprio a chi lavora nell’efficienza energetica, attraverso ristrutturazioni di edifici e l’installazione di tecnologie come le pompe di calore o l’isolamento delle tubature.

Addirittura, città come Amsterdam, Milano o Oslo, hanno programmi di efficienza energetica che mirano ad andare oltre gli obiettivi nazionali, spesso fungendo da modelli nella pianificazione urbana verde. Dal punto di vista dei green jobs a Milano, su un totale di 1.986.200 occupati, sono circa 178.660, pari al 9% del totale, impiegati principalmente nel settore manifatturiero (in particolare la moda), nelle costruzioni, nel commercio e nella riparazione di automobili.

Tuttavia nel commercio si potrebbe fare molto di più. Il dato di green jobs in questo comparto a Milano, pari al 6,5% del totale, è in linea con la media delle altre città europee esaminate. Ma se consideriamo che in totale si arriva a circa 4 milioni di posti di lavoro, una percentuale così bassa rappresenta un ambito su cui gli autori della ricerca consigliano di intervenire rapidamente per sfruttarne il potenziale, attraverso pratiche più efficienti dal punto di vista energetico e maggiore sostenibilità lungo tutta la filiera dalla produzione al negozio.

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Green jobs nelle città del Sud del mondo

Guardando alle città nel Sud del mondo, l’America Latina è una delle aree più urbanizzate della Terra, dove dunque la domanda di green jobs è destinata a espandersi a ritmi sostenuti. Allo stato attuale, nelle 12 città analizzate dalla ricerca ci sono oltre 3 milioni di posti di lavoro verdi, l’11% del totale. Il settore dei trasporti è il maggiore datore di lavoro green della regione e occupa da solo la metà di questi lavoratori. Sta aumentando anche il numero di politiche green adottate dalle varie città, che a loro volta spingono a creare nuovi posti di lavoro green.

Ad esempio, a San Paolo, si prevede che la città creerà almeno 10.000 green jobs espandendo drasticamente il suo spazio verde per creare una serie di foreste protette e parchi pubblici. Al termine del progetto, l’area totale di verde pubblico sarà pari all’estensione di Parigi. Migliaia di residenti avranno accesso per la prima volta a spazi verdi che contribuiranno a ridurre il rischio di inondazioni, un impatto climatico che ha colpito duramente il Brasile negli ultimi anni.

Nel continente africano, le grandi città saranno un luogo cruciale per la transizione ecologica e gli investimenti dovranno concentrarsi nel ridurre gli impatti delle attività economiche nei settori che impiegano più personale, come il commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’industria manifatturiera o l’edilizia: in questo percorso, spiegano gli autori del report, le città africane possono sfruttare le dinamiche economiche locali esistenti per capitalizzare le competenze della loro forza lavoro, incrementando al contempo la creazione di posti di lavoro verdi”.

Un esempio è quanto fatto ad Accra, la capitale del Ghana, per migliorare la raccolta dei rifiuti urbani e il compostaggio, che ha coinvolto oltre 850 persone non occupate in questo comparto, compresi migranti. Il settore dei trasporti e dello stoccaggio merci, con una percentuale di posti di lavoro verdi pari al 42%, sta già guidando lo sforzo verso la sostenibilità, con pratiche di trasporto più accessibili che aumentano il numero di green jobs, oltre a portare molti altri benefici come aria più pulita. In totale, nelle 12 città africane esaminate, il 12% dei posti di lavoro può già essere considerato green, per un totale di oltre 2,3 milioni di lavoratori.

Nei grandi e sovrappopolati centri urbani del Sudest asiatico è sicuramente nel settore dell’edilizia che si giocherà la capacità di creare nuove opportunità di lavoro green e potenziare la transizione ecologica. Dei circa 3,3 milioni green jobs già attivi in quest’area geografica (inclusa l’Oceania), che rappresentano il 9% del totale, uno su cinque è legato, infatti, al settore delle costruzioni. Nelle aree urbane cresce l’attenzione nella promozione dell’efficienza energetica e nell’adozione di energie rinnovabili, nella riduzione delle emissioni in settori industriali cruciali come quello manifatturiero e sull’utilizzo di soluzioni ecologiche per affrontare gli imminenti impatti del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico.

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Una “just transition”: attenzione al genere e alle minoranze

Se la transizione ecologica e i green jobs sono una grande opportunità per creare un sistema economico più inclusivo, alcuni comparti con il maggior potenziale di trasformazione, come l’edilizia e l’industria manifatturiera, sono per il momento caratterizzati da una distribuzione diseguale tra la popolazione. “Ad esempio, nei Paesi in cui erano disponibili i dati relativi ai settori che attualmente si stanno spostando verso un’economia verde – notano gli autori del report – vediamo che le donne occupano in media meno del 10% dei posti di lavoro nelle costruzioni e circa il 12% dei posti di lavoro nei trasporti e nello stoccaggio merci”.

Le città più avanti nella creazione di un ecosistema in cui i green jobs sono preminenti sono quelle in cui è stato adottato un approccio inclusivo nelle politiche del lavoro, unendo le forze con i giovani, i sindacati e le imprese e puntando sulla formazione dei nuovi lavoratori e di coloro che andranno incontro ai rivolgimenti occupazionali avviati dalla transizione ecologica. Tuttavia c’è ancora molto da fare affinché lo sviluppo della forza lavoro sia diversificato e l’accesso equo, oltre ad affrontare le disparità retributive per i gruppi vulnerabili e storicamente emarginati, come le donne, le persone con disabilità, le minoranze.

Leggi anche: Cerco/offro green jobs: la bacheca per colmare il gender gap nella transizione

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