Inceneritori per azzerare i rifiuti in discarica? Se ne è parlato anche durante questa campagna elettorale: gli inceneritori vengono spesso presentati come “la soluzione” al problema dei rifiuti, e a chi richiama l’obbligo di attenersi alla gerarchia europea si obietta che proprio la termovalorizzazione riduce quasi a zero i flussi in discarica – e qualcuno addirittura la promuove come economie circolare. Uno studio presentato oggi da Zero Waste Europe fornisce interessanti elementi per arricchire il dibattito.
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I numeri dello studio sulle ceneri degli inceneritori avviate in discarica
Una nuova ricerca pubblicata oggi da Zero Waste Europe (ZWE) e condotta sui paesi Ue da Equanimator rileva che “l’incenerimento dei rifiuti genera quantità significative di residui pericolosi e non pericolosi, gran parte dei quali vengono conferiti in discarica”. Secondo lo studio l’incenerimento dei rifiuti urbani produce in Europa oltre 12 milioni di tonnellate di ceneri pesanti e circa 2 milioni di tonnellate di residui dei filtri per le emissioni (14 milioni in totale, dunque).
Se oltre agli urbani si considerano tutti i rifiuti, l’incenerimento e la combustione, spiega ancora Zero Waste Europe, genera annualmente tra 28,4 e 31,8 milioni di tonnellate di residui.
Il rapporto ha rilevato che, “contrariamente alle affermazioni secondo cui l’incenerimento elimina le discariche e i relativi residui vengono recuperati”, tra 11,3 e 16 milioni di tonnellate di residui di incenerimento vengono collocati in discarica ogni anno. Di questi, circa 6,4 milioni di tonnellate provengono dall’incenerimento dei rifiuti urbani. Il resto dei residui, si legge ancora nel report, è destinato alla costruzione di strade o ad altre attività legate all’edilizia nel caso delle ceneri pesanti; nel caso dei residui dei filtri per le emissioni al riempimento delle miniere di sale.
Inceneritori che liberano le discariche? “Una narrazione lontana dalla realtà”
“Contrariamente alla narrazione delle industrie, l’incenerimento dei rifiuti genera grandi quantità di residui pericolosi e non pericolosi che spesso vengono conferiti in discarica”, commenta il coordinatore del programma per il clima, l’energia e l’inquinamento atmosferico di ZWE, Janek Vahk.
“Se nel raggiungere un obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani del 65% tutti i rifiuti non riciclati venissero inceneriti – calcola ZWE – la quantità di residui generati dall’incenerimento sarebbe dell’ordine dell’8% della produzione di rifiuti urbani”.
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I dubbi di Zero Waste Europe
Sulla base di questi dati raccolti per la ricerca, ZWE avanza alcuni dubbi.
Il primo riguarda la classificazione dell’uso degli scarti di incenerimento come ‘recupero’: “Ci sono ragionevoli dubbi sul fatto che debba essere classificata come tale”. Altrettanti dubbi sul fatto che “possa portare a un movimento di rifiuti oltre i confini mascherato come un’operazione di recupero”. Ci sarebbero poi “problemi significativi“ relativamente all’uso effettivo che i diversi Paesi fanno di questi scarti. Inoltre, secondo l’associazione “sebbene la maggior parte delle ceneri pesanti sia segnalata come non pericolosa, l’accuratezza di questa classificazione potrebbe richiedere un esame più approfondito” (ZWE aveva già affrontato la questione).
Infine, lo studio mette in discussione le motivazioni per le quali i residui della termovalorizzazione (R1 – recupero di energia) sono da questo punto di vista classificati in modo diverso rispetto a quelli del trattamento meccanico biologico, escludendo solo i primi dal calcolo della quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica. “C’è una norma non equilibrata nella Direttiva discariche – afferma ZWE – che consente di dedurre integralmente tutti i residui di termovalorizzazione dal novero di quelli avviati in discarica, incluse scorie e ceneri che poi in discarica ci finiscono”. Un paradosso aggiunge Janek Vahk “che si estende anche a ulteriori meccanismi sbilanciati, dato che gli scarti delle operazioni di cernita e delle operazioni precedenti al riutilizzo (che dovranno essere al centro delle strategie dell’UE per la gestione dei rifiuti), saranno segnalati come ‘avviate in discarica” mentre lo stesso non avviene per le ceneri da incenerimento portate in discarica”.
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Le richieste di ZWE: rivedere il limite per i rifiuti in discarica
In quest’ottica, Zero Waste Europe chiede che vanga cancellata questa disparità di trattamento e che “tutti i residui risultanti dalle operazioni di recupero dei rifiuti urbani successivamente posti in discarica siano trattati in modo equo”. Per farlo vengono suggerite alcune opzioni possibili: escludere anche i residui del trattamento meccanico biologico; includere quelli della termovalorizzazione. Oppure ridefinire l’obiettivo del 10% come limite dei rifiuti urbani che possono finire in discarica: ”Fondamentale nella revisione in corso delle direttive sui rifiuti, in modo da ridurre al minimo tutte le perdite di risorse nella gestione circolare, invece di reindirizzare semplicemente tali perdite dalle discariche agli inceneritori”.
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