giovedì, Novembre 6, 2025

Studio JRC sui Comuni europei dove si concentrano i rischi naturali

Analisi su Comuni e municipi europei vulnerabili a più di un rischio, tra inondazioni, frane, terremoti, incendi. Italia il Paese con la maggiore popolazione esposta

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

Uno studio del Joint Research Centre, il centro comune di ricerca della Commissione europea, ha identificato le unità amministrative locali europee più esposte a molteplici rischi naturali. Circa 87 milioni di persone, pari al 19% della popolazione dell’UE27 e del Regno Unito, vivono in aree vulnerabili a più di un rischio tra inondazioni costiere e fluviali, frane, terremoti, incendi boschivi e subsidenza del suolo. Italia, Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi concentrano oltre la metà della popolazione esposta, col nostro Paese risultato quello col numero maggiore di persone interessate. Il livello di reddito è un fattore chiave, spiegano i ricercatori europei. Solo sei Comuni in Europa e UK sono esposti a tutti e sei i pericoli analizzati: uno in Croazia e ben cinque in Italia (ma la ricerca non esplicita i nomi dei Comuni).

Una metodologia innovativa

“A nostra conoscenza – si legge nella ricerca – questo studio (Spatial identification of regions exposed to multi-hazards at the pan-European level) è il primo che utilizza modelli spaziali (cluster/hotspot) e meta-analisi per identificare le regioni a livello europeo che sono esposte a rischi multipli”. È la prima volta che viene effettuata una valutazione così granulare, a livello di unità amministrative locali per determinare l’esposizione della popolazione ai rischi naturali.

L’analisi ha riguardato sei tipologie di pericoli:

  • inondazioni costiere
  • inondazioni fluviali
  • frane
  • terremoti
  • incendi boschivi
  • subsidenza del suolo
rischi naturali
Fonte: JRC

Leggi anche: Clima e dissesto, perché in Italia cresce il rischio per la popolazione

Risultati

Il 21,4% delle unità amministrative locali nell’UE27 e nel Regno Unito sono esposte a più di un rischio naturale. Si tratta di circa 87 milioni di persone. Tra queste, quasi la metà è esposta ad almeno tre rischi contemporaneamente.

L’Italia è il paese con il maggior numero di persone esposte a più rischi (21,4 milioni di abitanti), seguita da Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi. Questi cinque Paesi ospitano il 55% della popolazione europea esposta a multi-rischi.

Solo sei Comuni in tutta Europa sono esposti a tutti e sei i rischi identificati, di cui cinque in Italia e uno in Croazia, situati prevalentemente in aree montuose e costiere.

I fattori reddito e urbanizzazione

Lo studio evidenzia che il livello di reddito è un elemento determinante nell’esposizione ai pericoli naturali. Circa il 67% dei Comuni esposti ai multi-rischi rientra in regioni a reddito basso e medio-basso. Spiegano i ricercatori “che la metodologia proposta consente di rilevare i modelli di cambiamento della popolazione esposta ai rischi multipli considerando i fattori socioeconomici. I nostri risultati sono in linea con gli studi precedenti, che evidenziano un gradiente crescente di rischi multirischio dai Paesi a basso reddito verso quelli a più alto reddito e poi una diminuzione con l’aumento del reddito dei Paesi”.

Ma anche l’urbanizzazione aumenta i rischi: “Abbiamo anche identificato le regioni altamente urbanizzate (aree urbane) come uno spazio a rischio per il verificarsi di multirischi rispetto alle unità amministrative rurali”. L’alta densità di popolazione, infatti, “è una variabile esplicativa significativa per identificare le regioni esposte a rischi multipli”.

rischi naturali
Fonte: JRC

Leggi anche: La crisi climatica in cima ai rischi globali, secondo il World Economic Forum

L’importanza degli studi multirischio

“Identificare le aree a maggior rischio di impatto da molteplici pericoli e comprendere i fattori socioeconomici e spaziali che influenzano il rischio fornisce informazioni cruciali per le strategie di gestione dei disastri“, spiegano i ricercatori. Analizzare un solo fattore, le frane o i terremoti, ad esempio, potrebbe di trarre in inganno e orientare in modo non corretto gli sforzi di prevenzione.

Lo studio sottolinea infatti che l’analisi combinata dei diversi pericoli è essenziale per una gestione efficace dei disastri.

Per questo gli scienziati raccomandano il miglioramento delle valutazioni multi-rischio attraverso dati più dettagliati e aggiornati e mappature più accurate dell’interazione tra i pericoli.

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie