L’acqua è l’elemento cardine a sostegno degli ecosistemi e del clima, ma è una risorsa limitata. In Europa, utilizziamo miliardi di metri cubi di acqua ogni anno, non solo per il consumo umano, ma soprattutto per agricoltura, produzione industriale e riscaldamento. Con migliaia di sorgenti disponibili, l’approvvigionamento di acqua nel Vecchio continente può sembrare illimitato, ma non è così. La crescita della popolazione, l’urbanizzazione e l’inquinamento, uniti ai cambiamenti climatici e la crescente siccità, stanno mettendo sempre più in crisi i rifornimenti idrici in Europa.
Considerando che l’80 per cento del consumo europeo di acqua dolce proviene da fiumi e acque sotterranee, è evidente come queste fonti siano estremamente vulnerabili al rischio di sfruttamento eccessivo. Inoltre, l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) stima che circa un terzo del territorio UE sia esposto a condizioni di stress idrico, in modo permanente o temporaneo. Inoltre lo spreco di acqua in Europa è stimato tra il 20 e il 40 % delle risorse idriche disponibili (perdite nelle reti idriche, mancanza di impianti per il risparmio dell’acqua, irrigazione eccessiva e inutile, perdite da rubinetti ecc.). Questo non può che destare preoccupazione.
Leggi anche: Ridurre gli sprechi casalinghi di acqua ed energia? Ecco tutti i consigli
Crisi idrica e crisi climatica
Secondo quanto riportato dall’ultimo report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), pubblicato ad agosto, è probabile che i problemi legati alla scarsità di acqua, come siccità, incendi e inondazioni, peggiorino all’aumentare della crisi climatica in atto.
Stando a quanto riportato, come abbiamo letto, è probabile un aumento delle temperature di 1,5°C entro i prossimi due decenni; aumento che sarà accompagnato da grandi cambiamenti nel ciclo dell’acqua del pianeta, con aree già umide che diventeranno molto più umide e aree aride che diventeranno soggette a maggiore siccità.
Dati allarmanti rendono sempre più urgente il tema dell’uso sostenibile dell’acqua e il suo ruolo nello sviluppo di politiche circolari in Europa. Di questo si è discusso nel workshop che si è tenuto il 26 marzo scorso, all’interno del Water Knowledge Europe 2021, con l’organizzazione di Water Europe (WE), EASME e NextGen.
Esperti e responsabili politici si sono confrontati sul tema centrale dell’acqua nello sviluppo di politiche circolari e sulle future sfide per la governance europea. Analisi e confronti sono stati raccolti in un nuovo report UE sul tema dell’acqua nello sviluppo di politiche circolari e su come i progetti siano in grado di contribuire alla legislazione dell’UE.
I progetti Horizon 2020
I sei progetti al centro del confronto sono stati:
HYDROUSA, che punta sull’implementazione di soluzioni a basso costo per il recupero di fonti idriche non convenzionali (acque reflue, acqua di mare, acqua piovana) da utilizzare in agricoltura e per uso domestico nella regione del Mediterraneo;
Il progetto Water2REturn che mira, invece, a promuovere il recupero e il riciclo dei nutrienti presenti nelle acque reflue dei macelli, trasformando gli impianti di trattamento in vere e proprio bioraffinerie, producendo prodotti ad alto valore aggiunto per uso agricolo;
ULTIMATE, progetto che prende le mosse dalla “Water Smart Industrial Symbiosis” (WSIS), in cui l’acqua svolge un ruolo chiave, come risorsa riutilizzabile e come vettore energetico per i materiali da estrarre e riutilizzare;
Il progetto NextGen, che si concentra su soluzioni tecnologiche, aziendali e di governance, per l’acqua nell’economia circolare attraverso dieci casi dimostrativi di alto profilo e su larga scala in tutta Europa. Il demo case a Spernal, nel Regno Unito, ha infatti mostrato un fabbisogno energetico notevolmente ridotto con meno emissioni di gas serra dai processi di trattamento;
La sfida del Progetto Ô è, invece, quella di fornire strumenti pratici per l’implementazione dell’uso circolare dell’acqua, introducendo piccoli circuiti standardizzati di riuso/riciclaggio che siano in grado di distribuire il peso della gestione dell’acqua su territorio e utenti, liberando dalla pressione, infrastrutture ed ecosistema;
E, infine, il progetto Run4Life (Recovery and Utilization of Nutrients 4 Low Impact FErtiliser), che vuole introdurre un sistema radicalmente nuovo nel trattamento delle acque reflue e del recupero dei nutrienti. Si basa sul concetto di raccolta differenziata delle acque reflue domestiche e dei rifiuti di cucina, con entrambi i flussi, associati ad un trattamento ottimale per il recupero delle risorse ed il successivo riutilizzo in totale sicurezza.
Leggi anche: Frutta e verdura senza terra e acqua? A Milano il progetto Hang per seminare un futuro migliore
Oltre i progetti per contribuire all’azione politica
“I progetti devono fare uno sforzo per passare dai risultati specifici e dai casi dimostrativi ad avere una loro rilevanza politica, per andare oltre il progetto stesso e vedere quali informazioni possono alimentare i processi politici”, ha dichiarato Gonzalo Delacamara, del IMDEA Water Institute.
Violeta Kuzmickaite (EASME), ha, invece posto l’accento su come “tutte le parti interessate/beneficiari coinvolti nei progetti devono andare oltre il progetto stesso, affrontando le condizioni per l’innovazione su scala locale, nazionale e persino europea”.
Il report raccoglie inoltre, alcune delle raccomandazioni derivate dai progetti Horizon 2020. Tra queste, l’introduzione di requisiti di rendicontazione per le iniziative di economia circolare; l’utilizzo di un approccio ad hoc basato sul rischio piuttosto che sul monitoraggio di un lungo elenco di contaminanti; lo sviluppo di linee guida per sostenere o addirittura richiedere ai consumatori di utilizzare prodotti recuperati; la definizione di standard tecnici (compresi gli standard di qualità e i requisiti di monitoraggio); il focus sulle emissioni industriali e il riutilizzo delle acque reflue all’interno del processo produttivo e sul recupero e riutilizzo delle materie prime, includendo soluzioni digitali verso l’economia circolare.
© Riproduzione riservata