mercoledì, Dicembre 3, 2025

Accordo per la Coesione, 1,16 miliardi di euro dal governo

Con la firma dell’Accordo per la Coesione tra la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si sbloccano 1,16 miliardi di euro per interventi sparsi sul territorio nazionale, dall’energia alle risorse naturali. Ma manca un’adeguata attenzione alla vera economia circolare

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Redazione EconomiaCircolare.com

A poco più di un anno di distanza dalla scadenza, finalmente il governo Meloni riesce a utilizzare ciò che resta del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027. In particolare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato nei giorni scorsi con la Presidenza del Consiglio dei ministri l’Accordo per la Coesione, che assegna appunto al MASE oltre 1,16 miliardi di euro di quello che è “lo strumento principale dello Stato italiano per finanziare progetti di riequilibrio economico, sociale e territoriale, riducendo gli squilibri tra le aree del Paese”. Il valore complessivo degli investimenti è pari a oltre 2,1 miliardi di euro.

“Con questo Accordo – ha dichiarato il ministro Pichetto – destiniamo risorse importanti a interventi concreti per la transizione energetica, la tutela ambientale e il rafforzamento della capacità amministrativa del Paese, con una particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno, che riceveranno l’80% dei fondi”.

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Le risorse saranno impiegate in tre grandi ambiti di intervento:

energia: 230 milioni di euro per progetti di efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili;

ambiente e risorse naturali: circa 900 milioni per interventi su rischio idrogeologico, tutela della biodiversità, gestione sostenibile delle acque, economia circolare e bonifiche;

capacità amministrativa: oltre 30 milioni per il supporto tecnico finalizzato all’attuazione degli interventi.

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Ma dov’è l’economia circolare?

L’Accordo prevede un programma unitario di 95 interventi distribuiti su tutto il territorio nazionale, con cronoprogrammi definiti e un sistema di monitoraggio coordinato tra MASE e Presidenza del Consiglio per assicurare la piena attuazione e la trasparenza nell’uso delle risorse.

“Si tratta – ha affermato ancora il ministro Pichetto – – di un tassello fondamentale della politica di coesione 2021–2027, che si integra pienamente con le azioni del PNRR e con gli altri strumenti nazionali per la crescita sostenibile. È un passo in avanti per un’Italia più verde, più sicura e più competitiva”.

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Al di là delle frasi di circostanza è utile guardare l’allegato B1 dell’Accordo di Coesione, che contiene il programma degli interventi e il cronoprogramma finanziario. Un documento di 9 pagine che è particolarmente utile per capire lo stato dell’arte e la differenza tra propaganda e realtà. Colpisce, ad esempio, che nel Lazio vengano finanziati una manciata di interventi per la rimozione dell’amianto: azione ineccepibile e che però verrà effettuata a 35 anni di distanza dalla messa in fuorilegge del gruppo di minerali che ha segnato la storia dell’edilizia italiana e di cui gli effetti cancerogeni vengono denunciati da decenni dalla comunità scientifica.

Così come risalta, nonostante l’annuncio del MASE, l’assenza dell’economia circolare, a meno di farci rientrare in questo ambito la gestione dei rifiuti. Ma come ripete da cinque anni questo portale l’economia circolare è molto di più. In questo quadro, infine, preoccupa la dichiarata volontà dell’Unione Europea di smistare i fondi destinati alla coesione al riarmo. Ecco perché anche l’utilizzo dei termini adeguati è fondamentale per tornare a chiedere che i fondi destinati alla coesione tornino a essere una priorità politica.

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