“Stiamo introducendo un nuovo quadro normativo che rappresenta un importante passo avanti per la trasparenza e l’affidabilità dei dati ambientali nel settore dei trasporti”. Le parole arrivano da Antonio Decaro, deputato del Parlamento Europeo e relatore della commissione per l’ambiente, che a inizio novembre ha visto l’approvazione di una metodologia unica dell’UE per il calcolo delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) dei servizi di trasporto.
Si tratta di un accordo preliminare che è stato firmato dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio ma che deve essere ora approvato da entrambe le istituzioni in seduta plenaria. In ogni caso è un passaggio fondamentale che va nell’ottica dell’agognata semplificazione – vero e proprio mantra della Commissione UE negli ultimi due anni – e dunque c’è da aspettarsi una corsia preferenziale per tale provvedimento. Con alcune eccezioni, le nuove regole si applicherebbero comunque quattro anni e mezzo dopo la sua pubblicazione ed entrata in vigore. Insomma: i tempi saranno lunghi ma la strada appare tracciata.
“Promuovendo l’uso dei dati primari – ha aggiunto Decaro – stiamo garantendo una misurazione più accurata delle emissioni di gas serra, coerentemente con gli obiettivi climatici dell’Europa. Questo invia anche un segnale forte ai consumatori, che saranno in grado di fare le loro scelte in modo più informato e trasparente”.
Il relatore della commissione per i trasporti Norbert Lins ha aggiunto che “le nuove norme renderanno più facile per le imprese segnalare con precisione le loro emissioni di gas a effetto serra. L’accordo include incentivi dedicati per le piccole e medie imprese (PMI) e senza essere gravati da compiti amministrativi eccessivi. Le PMI avranno anche accesso a uno strumento di calcolo gratuito, rendendo più facile la partecipazione a una migliore misurazione dei gas a effetto serra, anche quando scelgono di utilizzare i dati primari”.
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Come funziona il metodo unico di calcolo per le emissioni dei trasporti
Il principio di base alla base della metodologia consiste nel contare le emissioni derivanti dall’uso dei veicoli e dalla fornitura di energia durante le operazioni di trasporto. Per migliorare l’accuratezza, l’accordo preliminare firmato dai negoziatori del Consiglio e del Parlamento dà priorità all’uso dei dati primari rispetto alle stime o ai valori predefiniti delle emissioni di gas serra, fornendo al contempo incentivi per gli operatori che misurano direttamente le loro emissioni.
Nel briefing allegato all’accordo preliminare si ricorda che “nel luglio 2023 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di tre proposte per rendere più ecologico il trasporto merci” e che tra queste vi era appunto “una proposta per una metodologia unica per il calcolo delle emissioni di gas serra (GHG) dei servizi di trasporto, denominata CountEmissionsEU”, che riguardava sia il trasporto merci che quello passeggeri. Il fascicolo è poi stato approfondito ed elaborato dal Parlamento europeo.

In assenza di un’unica metodologia di calcolo, si legge ancora nel briefing, poiché gli operatori del settore dei trasporti devono scegliere tra diverse metodologie, strumenti di calcolo e valori predefiniti per le emissioni, si verifica una significativa discrepanza nei risultati che compromette la comparabilità delle informazioni e può dare origine a informazioni fuorvianti sulle prestazioni di un servizio di trasporto”.
In realtà già nel marzo 2023 l’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) ha pubblicato uno standard per il calcolo delle emissioni dei servizi di trasporto, recepito poi dal Comitato europeo di normazione (CEN) come norma europea equivalente EN ISO 14083:2023. “La norma ISO 14083 – si legge ancora nel briefing – stabilisce una metodologia comune per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas serra derivanti dal funzionamento delle catene di trasporto di passeggeri e merci, stabilendo al contempo requisiti e linee guida per la quantificazione, l’assegnazione, l’allocazione e la rendicontazione di tali emissioni di gas serra. La norma copre tutte le modalità di trasporto terrestre, marittimo e aereo, nonché le emissioni operative degli hub di trasporto, ed è applicabile lungo l’intera catena del trasporto. Il nuovo standard ISO 14083 consente la misurazione delle emissioni sia basate sull’energia che sulle attività, a seconda che siano disponibili o meno dati accurati sulle emissioni primarie per tutte le fasi del processo di trasporto merci”.
La proposta del Parlamento, approvata negli scorsi giorni dai negoziatori del Consiglio, è quella di fare in modo che “la norma EN ISO 14083:20231 sia la metodologia di riferimento per il calcolo delle emissioni di gas serra dei servizi di trasporto”. Tale scelta consentirebbe non solo di avere quindi un’unica metodologia di calcolo ma anche di calcolare le emissioni lungo il ciclo di vita di ogni sistema di trasporto, includendo le emissioni derivanti sia dall’uso dei veicoli che dalla fornitura di energia ai veicoli.
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Non manca il supporto alle imprese
L’accordo preliminare riconosce che l’attuale metodologia non copre ancora le emissioni di gas a effetto serra per l’intero ciclo di vita dei servizi di trasporto. Le deputate e i deputati hanno assicurato che entro quattro anni dall’inizio delle nuove norme, la Commissione valuterà la possibilità di ampliare la metodologia dell’UE per includere le emissioni del ciclo di vita, come quelle della produzione di veicoli, della produzione di energia, della manutenzione, dell’uso e del fine vita, una volta che i dati sufficienti e i progressi internazionali lo consentono. Sarà dunque questa valutazione a guidare i futuri aggiornamenti delle regole.

In attesa di definire meglio il quadro normativo, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio dimostrano di aver fiutato l’aria che tira. E infatti, come si legge nel comunicato stampa del Parlamento UE, “le nuove norme non obbligano le aziende di trasporto a calcolare le loro emissioni di gas serra. Tuttavia, se scelgono di farlo, ad esempio per scopi di segnalazione, contrattuali o di marketing, o quando richiesto da altre norme dell’UE, saranno obbligati ad applicare la metodologia comune dell’UE”. L’auspicio è che nella nuova proposta si possa passare all’obbligatorietà, in modo che ci sia finalmente conformità nei calcoli delle emissioni.
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