La plenaria del Parlamento europeo ha bocciato oggi il compromesso approvato 10 giorni fa dalla sua Commissione giuridica sull’Omnibus I, il primo dei pacchetti di semplificazioni proposto dall’esecutivo Von der Leyen. Decisivo, ha detto il relatore, il voto dei socialisti. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metzola, non si arrende: “Voteremo nella mini-plenaria di novembre a Bruxelles, tra poco più di due settimane”.
“Toppo e troppo poco”
l 13 ottobre scorso la Commissione affari giuridici (JURI) dell’Europarlamento ha adottato (17 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni) il cosiddetto “compromesso Omnibus” (qui i dettagli): quella ieri sarebbe dovuta diventare la posizione negoziale vista dell’eurocamera sul pacchetto di semplificazioni proposte dalla Commissione alla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e alla CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
Ma così non è stato. “Il voto ha mostrato che, per una larga parte del Parlamento, questo compromesso semplicemente non è andato abbastanza lontano, mentre per altri è andato troppo oltre rispetto allo status quo” ha detto Metzola in conferenza stampa. L
a bocciatura non era attesa. Ricostruisce Jorgen Warborn, eurodeputato del Ppe e relatore del provvedimento: “Come sapete, ci sono stati 318 voti contrari al mandato della Commissione, 309 favorevoli e 34 astensioni. Dal momento che si trattava di una votazione segreta, non è possibile sapere con certezza da dove provenissero esattamente i voti, ma è piuttosto chiaro che, poiché è stata una sfida lanciata da 31 colleghi del gruppo S&d, quei 31 voti contrari hanno fatto la differenza tra l’approvazione e la bocciatura della proposta. Per questo direi che ora spetta al gruppo S&d chiarire come interpreta questo risultato e come intende gestire il proprio rapporto con i partiti della piattaforma”.
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Le reazioni
“Come Parlamento, abbiamo chiesto che i prossimi anni siano definiti da un’agenda di semplificazione – ha aggiunto la presidente del parlamento -. Ora dobbiamo vedere come realizzare tutto questo. E so che questa assemblea lo farà. Voteremo nella mini-plenaria di novembre a Bruxelles, tra poco più di due settimane, quindi non c’è tempo da perdere. Mi aspetto che il mandato di questo Parlamento sia più ampio e che riusciremo a mantenere gli impegni: è ciò che dirò domani ai primi ministri quando interverrò al Consiglio europeo”.
“Siamo delusi dal voto. Ma ora dobbiamo continuare a lavorare sulla semplificazione, andare avanti per dare alle imprese quel quadro di certezze che meritano” ha precisato il relatore: “Per quanto riguarda noi del Ppe continueremo a impegnarci per creare un’Europa competitiva che garantisca sia la sostenibilità sia la competitività. Le imprese hanno bisogno di chiarezza adesso, quindi spero che potremo andare avanti il prima possibile e creare quel clima favorevole agli affari di cui abbiamo bisogno per tornare alla crescita e a un’Europa prospera per tutti”.
Parla di “vittoria per una vera semplificazione” il gruppo dei Patrioti per l’Europa. “Il pacchetto, sostenuto dal Partito Popolare Europeo insieme a Socialisti e Liberali, conteneva solo piccoli aggiustamenti tecnici, senza apportare una vera semplificazione per le imprese. Invece di ridurre la burocrazia, avrebbe comportato cambiamenti puramente cosmetici”, afferma la nota del gruppo dei nazionalisti europei che riunisce tra gli altri Lega, Fidesz e Rassemblement National. “Abbiamo garantito che il Parlamento avrà l’opportunità di riaprire il testo e introdurre miglioramenti sostanziali. L’obiettivo è fornire un quadro realmente favorevole alle imprese”.
Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, legge la bocciatura come un sussulto di dignità del parlamento: “Il voto del Parlamento europeo sulla due diligence rappresenta una grande vittoria politica contro l’arroganza di Stati Uniti e Qatar che, in una lettera inviata all’UE pubblicata oggi sul Financial Times, chiedevano una marcia indietro sulle nuove norme in materia di sostenibilità e diritti umani”.
Da aggiungere che questo al parlamento europeo è un piccolo (per ora) inciampo nel cammino spedito della legislatura verso le cosiddette semplificazioni. Proprio oggi Maroš Šefčovič, Commissario europeo per il commercio e la sicurezza economica, nella sua relazione sulla semplificazione ha fatto sapere che la Commissione “intende presentare altre proposte omnibus entro la fine dell’anno, tra cui il Pacchetto Digitale, un Omnibus Ambientale, un Omnibus Automobilistico, iniziative per la sicurezza alimentare e dei mangimi e per i dispositivi medici”.

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Aggiornamento del 19 novembre
Dopo questo primo passaggio a vuoto, il 13 novembre il Parlamento Europeo ha dato il suo ok all’Omnibus I. 382 deputati a favore, 249 contro, 13 si sono astenuti. La grossa novità, attesa, è lo slittamento a destra della maggioranza che ha dato via libera alla posizione negoziale del parlamento: escono i socialisti e i verdi ed entra l’estrema destra.
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