Da questa mattina è possibile presentare la domanda per il bonus elettrodomestici, il contributo erogato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) allo scopo di supportare e incentivare la sostituzione di un elettrodomestico obsoleto per acquistarne un altro con una migliore efficienza energetica (e dunque con una classe energetica più elevata). Il bonus, che verrà erogato sotto forma di voucher, si può chiedere una volta sola e dunque per un solo elettrodomestico.
Come scrive lo stesso ministero, “il bonus copre fino al 30% del costo di acquisto, con un massimale di 100 euro per nucleo familiare e 200 euro per nucleo familiare con ISEE inferiore a 25.000 euro annui”. Inoltre va ricordato che “sono ammessi esclusivamente gli elettrodomestici ad elevata efficienza energetica di cui all’art. 3 del decreto interministeriale del 3 settembre 2025 (come ad esempio lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, forni, piani cottura), distinti per categoria di prodotto”.

A questo link è invece possibile verificare se l’elettrodomestico che state pensando di sostituire col contributo del bonus è tra quelli effettivamente supportati. Il governo Meloni mette a disposizione per il bonus elettrodomestici 48,1 milioni di euro (50 milioni al netto degli oneri per i gestori, ovvero PagoPA e Invitalia.). Si tratta di una cifra esigua che presumibilmente verrà esaurita in poco tempo, per cui conviene verificare presto se si possiedono i criteri richiesti e inoltrare la domanda al MIMIT.
Come ricorda Il Post, “si può fare domanda sull’app IO o sul sito dedicato, a cui si accede con lo SPID (acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale) o con la CIE (Carta d’Identità Elettronica): bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia, dichiarare di avere un elettrodomestico obsoleto da sostituire con un nuovo elettrodomestico, ed eventualmente indicare l’ISEE se si ha diritto al contributo da 200 euro. Il voucher è valido per 15 giorni e può essere usato nei negozi fisici e per acquisti online sui siti registrati nell’iniziativa”.
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Il bonus è un primo passo ma serve qualcosa di strutturale
La strada scelta dal governo per “promuovere la sostenibilità e la transizione energetica”, come scrive il MIMIT, è quella dell’incentivo una-tantum. La domanda per il bonus elettrodomestici non a caso è stata avviata a novembre, in un periodo poco distante dagli acquisti natalizi (ma non a ridosso, perché altrimenti si sarebbe rischiato un sovraccarico di richieste). E dal governo non si è finora mai accennato alla possibilità che questo bonus possa essere replicato negli anni successivi.
Pur se non esplicitato, un altro scopo del bonus elettrodomestici è sostenere la filiera italiana, in forte difficoltà dal Covid, proseguita poi con gli effetti della guerra in Ucraina. Una filiera che vanta comunque una potenza economica notevole: costituisce da sola l’1% del Prodotto Interno Lordo, con un valore aggiunto di 20,1 miliardi di euro, un fatturato di 114 miliardi di euro e oltre 505mila persone occupate.

La vera occasione persa di questo bonus è il mancato riferimento del governo all’economia circolare. Sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, non viene sottolineato cosa fare degli elettrodomestici da sostituire. Ed è qualcosa, invece, su cui si dovrebbe rafforzare il messaggio. Quello dei RAEE (i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) è un tema su cui EconomiaCircolare.com spinge sin dalla sua fondazione a ottobre 2020. Se da un lato in questi cinque anni abbiamo riscontrato innegabili passi in avanti, dall’altro registriamo ancora una mancanza di consapevolezza diffusa.
Secondo gli ultimi dati (luglio 2024) dell’Osservatorio RAEE realizzato da IPSOS per Erion WEEE, solo il 48% della popolazione conosce il servizio “1 contro 0” (è il servizio che permette di restituire gratuitamente i piccoli RAEE, fino a 25 cm, in tutti i grandi negozi di elettronica senza obbligo di acquisto). Più alta (69%), ma ancora lontana dall’ottimo, è la percentuale di coloro che sono consapevoli dell’esistenza del servizio “1 contro 1” (il servizio che permette di restituire gratuitamente a qualsiasi negoziante un RAEE di qualsiasi dimensione, a fronte dell’acquisto di un’apparecchiatura equivalente).
Senza una vera ripresa economica, senza una chiara priorità politica alla transizione ecologica e circolare, senza la volontà di risolvere le incredibili diseguaglianze del nostro Paese, anche sostituire un vecchio elettrodomestico continuerà a restare un “vezzo” di chi se lo può permettere, culturalmente ed economicamente. Ed è il nostro pianeta a non poterselo più permettere.
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AGGIORNAMENTO del 19 NOVEMBRE 2025
Detto fatto: neppure 24 ore dopo l’avvio delle domande per il bonus elettrodomestici, i fondi messi a disposizione dal governo Meloni sono già stati esauriti. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy parla di “grande successo della misura”, dato che dalle 7 del mattino del 18 novembre sono arrivate più di 550mila richieste di accesso. Semmai questa è una conferma che i 48,1 milioni di euro costituivano una cifra esigua. Oltre agli immancabili disservizi per il numero elevatissimo di domande presentate, non sono mancate le polemiche sulla scelta in sè del cosiddetto “click day”: un meccanismo che piace molto alla politica ma che in realtà si rivela diseguale perché premia chi ha le condizioni migliori di accesso (buona connessione, possibilità di posticipare il lavoro o assentarsi per poter cliccare immediatamente).
Il MIMIT spiega tuttavia che la piattaforma (l’app IO e il sito bonuselettrodomestici.it) “rimane operativa e gli utenti possono continuare a presentare nuove domande, che saranno automaticamente inserite in una lista d’attesa e gestite in ordine cronologico”. A dicembre, quindi, potrebbe scattare una sorta di secondo turno. Staremo a vedere.
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