Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione, che in Italia sono obbligatori, hanno subito nel 2022 una “battuta d’arresto”, nonostante la quota di bandi in linea con i CAM (criteri ambientali minimi) fosse già non certo invidiabile. Battuta d’arresto “per quasi tutte le categorie merceologiche e in quasi tutte le amministrazioni pubbliche, dalle Regioni ai soggetti aggregatori, dai Comuni agli Enti gestori delle aree protette fino alle ASL”. Lo certificano i dati del VI rapporto “I numeri del Green Public Procurement (GPP) in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi pubblicato la scorsa settimana nel corso dalla XVII edizione del Forum Compraverde Buygreen 2023.
A poco più di 5 anni dall’attuazione del Codice dei Contratti Pubblici, che prevedeva l’adozione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi, il report – frutto della collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti, la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino e la Rete dei Comuni Sostenibili – parla di “campanello di allarme, anche se non ancora una vera e propria emergenza”.
“La transizione ecologica ha bisogno di strumenti come il GPP per l’economia, la società ed il Pianeta. In particolare, per attuare le politiche di decarbonizzazione dell’economia, per sviluppare l’economia circolare, e per la tutela della biodiversità – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e non è più accettabile che l’Italia sconti ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione”.
“Il rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi 2023 – ha commentato Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi – mostra come non sia ancora “senso politico comune” che i Criteri Ambientali Minimi e il GPP rappresentino lo strumento per creare, attraverso la domanda pubblica, un mercato ai prodotti e servizi a basso impatto ambientale che, se supportati dalla domanda nelle fasi iniziali di sviluppo dove i costi di transizione sono ancora alti, avranno maggiori possibilità di affermarsi sul mercato. È necessario impegnarsi e per diffondere l’uso del GPP e dei CAM intervenendo soprattutto in quelle aree la cui applicazione resta difficile per mancanza di strumenti, di conoscenza e di informazione”.
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Aree protette, Regioni, ASL: il GPP nelle stazioni appaltanti
Tra le 14 Centrali Uniche di Committenza regionali (le Regioni valgono quasi il 25% di tutti gli acquisti degli enti pubblici) la media dei bandi effettuati nel 2022 che hanno rispettato i CAM è stata del 20,8%. Solo un bando su cinque, dunque, è stato compliance con i criteri ambientali minimi. Degli undici CAM disponibili, solo uno raggiunge circa il 43% di applicazione (CAM Ausili per l’incontinenza), mentre gli altri a fatica superano il 20% (6 su 11), 2 su 11 superano il 10% e 2 si fermano addirittura sotto la doppia cifra. Da segnalare il calo registrato in tutte le voci di applicazione dei CAM nel 2022 rispetto ai dati del 2021, “a dimostrazione – sottolinea la nota stampa – di una importante contrazione dell’uso dello strumento in un momento cruciale per la messa a terra di molti bandi di iniziativa pubblica”. I 99 Enti Gestori di Aree protette che hanno risposto al questionario e che gestiscono ben 146 Aree protette (tra Aree Marine, Parchi nazionali e regionali e Riserve regionali) hanno adottato i CAM nel 29,8% dei bandi (uno su tre, quindi). Le 44 ASL che hanno risposto sono state in linea con i CAM nel 33% dei bandi.
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Indicatore complessivo del GPP
Le performance delle stazioni appaltanti, oltre che con il tasso di compliance con i CAM, sono state valutate attraverso l’uso di un indicatore complessivo del Green Public Procurement (GPP) che tiene conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei CAM che nell’indicatore pesano per 70 punti percentuali; dall’altro una serie di 6 fattori (il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del GPP all’interno degli enti presi in considerazione, adozione di criteri sociali negli appalti, adozione del Gender Procurement negli appalti, politiche di Plastic Free) che valgono i restanti 30 punti percentuali.
Da questo punto di vista, tra le politiche che facilitano il GPP nelle amministrazioni pubbliche che hanno risposto al questionario, il 95% del campione ha dichiarato di sapere cos’è il Green Public Procurement”, spiegano Legambiente e Fondazione Ecosistemi; ancora indietro invece sull’applicazione di temi fondamentali come il Plastic Free (applicato nel 67% dei casi), la Formazione del personale (ferma al 45%) e i Criteri sociali (40%). Fanalini di coda il Gender procurement (applicato solo nel 25% dei casi) e il Monitoraggio degli acquisti verdi svolti dall’amministrazione (16%) su cui ci sarà ancora molto da lavorare.
Stando ai risultati del report, ci sono Regioni come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Sardegna che sono 100% GPP (tutti i bandi hanno rispettato i CAM, e tutti i sei fattori sono adottati), seguire da vicino da Toscana (95%) ed Emilia-Romagna (90%). La media degli indicatori complessivi di performance per le Regioni è pari a 58,6%
Quanto alle Aree protette sono solo 15 quelle che hanno raggiunto un indice di performance molto elevato: nonostante nessuna di queste sia 100%GPP, 8 raggiungono il 95% di performance (sono l’Area Marina Protetta Capo Spartivento e quella di Punta Campanella, il Parco Regionale La Mandria, il Parco naturale di Stupinigi, il Parco naturale regionale dell’Aveto, le riserve naturali Ponte del Diavolo di Lanzo, Monte Lera e Vauda), una il 91% (AMP Isole Egadi) e 6 il 90% (i Parchi nazionali dell’Alta Murgia, del Gran sasso e dei Monti della Laga, delle Dolomiti Bellunesi, l’AMP Capo Caccia – Isola Piana, il Parco naturale regionale Beigua e il Parco regionale di Porto Conte). Il dato medio di performance per gli Enti Parco è di 57,2%. 57% anche per le ASL, con le migliori performance registrate nell’Azienda USL di Bologna (95%), Ferrara (93%) e della Toscana nord (90%). Solo altre 7 Aziende Sanitarie hanno raggiunto un indice di performance superiore all’80%. Rispetto all’applicazione dei 16 CAM inerenti questa tipologia di ente appaltante, in un caso il tasso di applicazione è stato inferiore al 20%, in 2 inferiore al 30% e altrettanti sono il 40%; in 3 casi si è raggiunto il 40%, in 4 il 50% e sempre in 4 casi il 60%. Rispetto al 2021 ben 13 delle 16 voci hanno riscontrato una contrazione nel tasso di applicazione, registrando un segno positivo solo per le voci carta grafica, veicoli e ristorazione collettiva.
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Gli ostacoli alla diffusione del GPP
Con il 58% delle segnalazioni, la mancanza di formazione adeguata ai temi e per l’applicazione dei CAM e delle politiche di GPP è la maggiore difficoltà riscontrata dalle stazioni appaltanti indagate quest’anno. Segue con il 35% la mancanza di imprese sul territorio necessarie alla partecipazione ai bandi con i requisiti di sostenibilità richiesti. Chiude la classifica, con il 34%, la difficoltà di redazione dei bandi.
Quindi, sottolinea l’Osservatorio, “formazione, comunicazione e conoscenza sono i 3 asset su cui rafforzare il tema del GPP in Italia”.
Acquisti verdi e CAM: cosa c’è da sapere
Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione sono regolati da specifiche tecniche e clausole contenute nei Criteri Ambientali Minimi, obbligatori dal 2016. I CAM è bene ricordarlo, sono stati introdotti in Italia con il Green Public Procurement, lo strumento che indirizza gli enti pubblici verso investimenti a ridotto impatto ambientale. Oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere in tutti i bandi pubblici. Nel corso del periodo 2022-2023 il Ministero delle economia e delle Finanze ha adottato per esempio, per i progetti finanziati con il PNRR, le “Linee Guida per l’applicazione del principio del DNSH” che confermano l’adozione obbligatoria e propedeutica dei CAM. Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (approvato con Decreto legislativo n. 36 del 31 marzo 2023) ribadisce (all’articolo 57) l’obbligatorietà del GPP e del rispetto dei criteri sociali (equità di genere, occupazione, inclusione) già previsti dall’art. 47 del DL Semplificazioni e dal Regolamento del 7 dicembre del 2021. Ma il tema degli acquisti verdi riguarda più in generale tutto il mondo delle imprese in un’ottica di economia circolare ed efficientamento dei processi.
GPP in Italia 2023: una piattaforma per fotografarne l’applicazione
Online, con i nuovi dati aggiornati, la prima piattaforma webgis che fotografa l’applicazione del Green Public Procurement in Italia: attraverso una mappa interattiva è possibile conoscere l’applicazione del GPP e dei Criteri Ambientali Minimi da parte degli enti che hanno risposto al monitoraggio di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, non solo nel 2022, ma anche degli anni precedenti. Uno strumento utile, e inedito in Italia, che offre una panoramica quanto più completa possibile, utile ad amministrazioni pubbliche, imprese, giornalisti e cittadini.
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