Ancor prima dell’effettiva entrata in vigore, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno concordato un ulteriore rinvio di un anno, insieme a nuove semplificazioni e modifiche al regolamento UE sulla deforestazione (EUDR). L’intento dichiarato è consentire a operatori, commercianti e autorità nazionali di prepararsi in modo adeguato a un sistema considerato ancora troppo complesso dal punto di vista tecnico e amministrativo.
Secondo il Consiglio, molte imprese e diverse amministrazioni non sarebbero pronte ad applicare correttamente le nuove regole, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento del sistema informativo europeo. Per questo gli Stati membri sostengono la proposta della Commissione di una semplificazione mirata della due diligence.
Leggi anche: Giornata degli Alberi: tra più boschi e meno gestione, la via italiana alla bioeconomia circolare
Il percorso dell’EUDR
L’obiettivo del regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) è garantire che alcune materie prime – e i prodotti da esse derivati – che entrano nel mercato europeo non siano collegate alla deforestazione o al degrado forestale. Il lancio di questo regolamento è diventato oggetto di un importante braccio di ferro a Bruxelles. Le sue principali disposizioni avrebbero dovuto applicarsi a partire dal 30 dicembre 2024, ma a seguito delle preoccupazioni sollevate da Stati membri, Paesi terzi, commercianti e operatori riguardo alla preparazione, è stato adottato un rinvio iniziale di un anno.

Il nuovo emendamento risponderebbe a continui problemi di attuazione, in particolare alla necessità di garantire il funzionamento efficace del sistema informativo dell’UE e di alleggerire gli oneri amministrativi per gli operatori più piccoli. Nello specifico, la presidenza danese del Consiglio, che lo presiede fino 31 dicembre, avrebbe proposto di posticipare l’entrata in vigore da dicembre 2025 a dicembre 2026 e di eliminare il periodo di transizione di sei mesi, sostenendo che è necessario più tempo per consentire ai sistemi doganali e di tracciabilità di maturare.
Molti analisti avvertono che ogni ritardo prolunga proprio quei rischi che la legge avrebbe dovuto eliminare. La Commissione europea continua infatti a opporsi a qualsiasi rinvio, avvertendo che un’ulteriore proroga danneggerebbe la credibilità dell’UE e penalizzerebbe le aziende che hanno già investito nella tracciabilità. Gli importatori e gli investitori si troverebbero di fronte a un obiettivo mutevole, incapaci di pianificare con sicurezza e di proteggersi dall’esposizione che l’EUDR è stata concepita per eliminare.
Leggi anche: Undici Paesi UE, tra cui l’Italia, chiedono di indebolire la legge sulla deforestazione
La proposta del Consiglio
Le modifiche proposte il 19 novembre dal Consiglio alla Commissione sarebbero pensate per ridurre ulteriormente l’onere amministrativo per gli operatori, in particolare per quelli piccoli e micro, e per consentire una corretta attuazione del regolamento. In base alla posizione del Consiglio, le disposizioni dell’EUDR si applicherebbero dal 30 dicembre 2026 per gli operatori medi e grandi e dal 30 giugno 2027 per gli operatori micro e piccoli.

Inoltre l’obbligo di presentare la dichiarazione di due diligence ricadrebbe solo sugli operatori che immettono per primi il prodotto sul mercato europeo. Gli operatori primari micro e piccoli dovrebbero invece presentare una dichiarazione semplificata una tantum.
Leggi anche: Il peso delle importazioni di soia per gli allevamenti europei: deforestazione e incertezza
La denuncia di WWF
Secondo il WWF, l’attuale combinazione di rinvii, semplificazioni ed esenzioni rischia di trasformare una “politica faro in un obiettivo politico mobile”.
“Le affermazioni degli Stati membri secondo cui affrontare la deforestazione rimane una priorità sono una palese distorsione: hanno appena concordato di annacquare e ritardare l’EUDR, ignorando sia lo scopo ambientale del regolamento sia il denaro pubblico già investito in esso”, ha dichiarato Anke Schulmeister-Oldenhove, manager per le foreste presso il WWF European Policy Office. “Con questo voto, l’EUDR è molto vicino a diventare un esercizio teorico di pensiero piuttosto che un passo concreto verso la deforestazione zero”.
Leggi anche: Giornata mondiale della Api: fondamentali per la biodiversità, esempio di economia circolare in natura
Cosa succede ora
Il Consiglio avvierà i negoziati con il Parlamento Europeo al fine di raggiungere un accordo finale nelle prossime settimane e prima che l’attuale EUDR diventi applicabile, a partire dal 30 dicembre 2025.
Leggi anche: Inquinamento e deforestazione, i militari fanno la guerra anche all’ambiente
AGGIORNAMENTO DEL 27 NOVEMBRE 2025
Dopo la decisione del Consiglio, arriva anche l’ok del Parlamento europeo: il regolamento sulla deforestazione dovrà essere rinviato di un anno. Ad assumere questa scelta è ormai la maggioranza in pectore delle istituzioni europee, la stessa maggioranza che sta smantellando il Green Deal pezzo per pezzo: il Partito Popolare europeo, i gruppi dell’estrema destra e buona parte delle deputate e dei deputati di Renew (il gruppo liberale).
Il testo è adottato con 402 voti favorevoli, 250 voti contrari e 8 astensioni. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con gli Stati membri sulla forma finale della legge, che deve essere approvata sia dal Parlamento che dal Consiglio e pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE entro la fine del 2025, per l’entrata in vigore del ritardo di un anno.
Come rende noto la newsletter Il Mattinale Europeo, “diverse imprese – comprese le multinazionali Nestlè e Ferrero – hanno denunciato l’incertezza giuridica di questo pasticcio, che danneggia chi ha fatto gli investimenti contro la deforestazione”. Ma nel nome della presunta semplificazione, in realtà una deregolamentazione, le istituzioni europee sono pronte a scontentare persino i grandi gruppi di interesse.
© Riproduzione riservata



