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lunedì, Dicembre 16, 2024

Un protocollo per un’edilizia più sostenibile, e poi formazione e informazione. Ecco il Circularity Accelerator

Programma lanciato dal World Green Building Council per ridisegnare il paradigma dell’edilizia sulla base della sostenibilità e dell’economia circolare

Maurita Cardone
Maurita Cardone
Giornalista freelance, pr e organizzatrice culturale, ha lavorato per diverse testate tra cui Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia. Abruzzese trapiantata a New York dove è stata vicedirettore di una testata italiana online, attualmente è corrispondente dagli USA per Artribune oltre a collaborare con diversi media italiani e non. Si occupa di temi sociali e culturali con particolare attenzione alle intersezioni tra arte e attivismo.

Costruire secondo natura, mutuare la circolarità dai cicli naturali e usare il minimo indispensabile di risorse vergini, è una necessità per combattere i cambiamenti climatici e preservare gli ecosistemi. Il territorio edificato è infatti responsabile del 37 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica legate al settore energetico e l’edilizia consuma oltre un terzo dei materiali utilizzati a livello globale. Perché l’uomo impari a costruire senza pesare sul Pianeta, è necessaria una rivoluzione edilizia: cambiamenti sistematici, nuovi materiali, nuove tecniche costruttive, nuove filiere. Questa l’idea con cui il World Green Building Council ha dato vita al Circularity Accelerator, un nuovo programma lanciato per accelerare l’adozione dei principi dell’economia circolare e dell’efficienza delle risorse nel settore edile. Il presupposto è che un ambiente costruito circolare contribuisca ad aumentare la domanda di materiali circolari e a basse emissioni riducendo al tempo stesso la domanda di materiali vergini.

Gli obiettivi

Il progetto si pone traguardi ambiziosi e di lungo termine, seppure piuttosto generici, a supporto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l’accordo di Parigi sul clima. Un primo obiettivo, da raggiungere idealmente entro il 2030, è strutturare il settore edilizio in modo che la gestione e l’uso delle risorse naturali consentano di azzerare i rifiuti e creare un ambiente costruito che non contribuisca all’esaurimento delle risorse. Entro il 2050 poi, l’ambiente costruito dovrebbe contribuire al ripristino delle risorse e dei sistemi naturali, all’interno di una fiorente economia circolare in grado di produrre benefici socio-economici.

Per raggiungere questi obiettivi, il WorldGBC chiama a raccolta la sua ampia rete, composta da oltre 70 Green Building Council e 36.000 membri in tutto il mondo che saranno coinvolti nelle iniziative del programma.

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Screening del mercato, un protocollo, tanta formazione

Il primo passo dell’accelerazione verso la circolarità sarà rappresentato da uno studio del mercato globale volto a identificare debolezze e opportunità del settore. “Il rapporto esplorerà temi chiave – ha spiegato a Economia Circolare Adrian Jackson, Circularity Accelerator Programme Officer – focalizzandosi sulla ricerca di materiali sostenibili, design circolare e principi di retrofit, sulla rigenerazione dei sistemi naturali, sulle politiche necessarie per rendere tutto questo possibile e su casi aziendali”.

La pubblicazione del report è prevista per il quarto trimestre del 2022 e mira a fornire un protocollo comune a livello globale. Successivamente il programma si concentrerà sulla sensibilizzazione e sulla formazione riguardo la circolarità e la sostenibilità dei materiali. “L’intenzione – ha proseguito Jackson – è quella di fornire materiali di formazione di alta qualità ai Green Building Council e all’industria in genere, oltre a fornire una convincente strategia di leadership e asset formativi volti a unire gli stakeholder intorno ad una definizione, a delle opportunità e a una strategia per l’economia circolare”.

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La mancanza di una strategia

Consapevoli del fatto che una rivoluzione non avviene dall’oggi al domani, al World Green Building Council hanno deciso di puntare sull’istruzione e sullo sviluppo di competenze: “Una delle maggiori difficoltà nella messa in atto di un’economia circolare nel settore edile è rappresentata dalla mancanza di unità, coesione e strategia nell’industria su come portare avanti questi obiettivi. Manca un’intesa globale su ambito, definizione, metodologia di misurazione, obiettivi, indicatori e molti altri fattori chiave”, ha detto a Economia Circolare Catriona Brady, Director of Strategy and Development. Colmare queste lacune e stabilire criteri condivisi è l’obiettivo del programma del World Green Building Council che, grazie al suo network globale, si pone come il soggetto ideale per dare avvio a questa trasformazione. “Abbiamo una capacità unica di ispirare i nostri membri a intraprendere azioni audaci e superare le barriere, stimolare le necessarie azioni di mercato e interventi normativi più ambiziosi”, ha detto ancora Brady.

Il progetto sarà portato avanti da tutte le reti regionali continentali: Africa, Americhe, Asia-Pacifico, Europa e Medio Oriente e Nord Africa, tutte rappresentate tra i 20 Green Building Council che fanno parte del comitato direttivo del Circularity Accelerator.

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