giovedì, Novembre 6, 2025

Guida sul come arredare (o svuotare) casa (quasi) gratis

In una società consumista come la nostra i gruppi social come "Te lo regalo se vieni a prenderlo" aiutano a diffondere il riuso, mettendo insieme le esigenze di chi vuole disfarsi di un oggetto e chi invece vuole accaparrarselo. Carlo Vona, fondatore di uno dei gruppi più grandi d'Italia, ci spiega come funziona

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Già nel 1999 Tyler Durden, protagonista del film “Fight Club” impersonato da Brad Pitt, l’aveva detto: “le cose che possiedi alla fine ti possiedono“. Nei Paesi occidentali i cosiddetti tempi moderni sono caratterizzati da un elemento comune: la quantità smisurata di oggetti che la gran parte di noi possiede in casa. Fondamentalmente noi tutti – chi più chi meno – siamo degli accumulatori seriali!

Nella vita, però, arrivano dei momenti nei quali il vaso si colma e ci troviamo nella necessità, fisica o emotiva, di disfarci di ogni tipo di bene: libri, mobili, oggettistica varia e vestiti. Specularmente a chi non è mai capitato di aver bisogno di arredare una casa o, più semplicemente, di un particolare mobile, di un libro, di un accessorio senza voler o poter spendere?

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Per arredare casa non sempre serve un negozio!

In questi casi ci possono venir incontro negozi – fisici e online – di oggetti nuovi o usati, scambi con amici e parenti, le app di compravendita tra privati, ma anche… alcuni gruppi web social – in particolar modo su facebook – il cui nome, più o meno, inizia sempre con “Te lo regalo, se vieni a prenderlo …” con l’aggiunta del nome della città, del quartiere o della regione dove si organizzano gli scambi.

screenshot del gruppo "Te lo regalo"
screenshot del gruppo “Te lo regalo”

Queste community – delle quali vi abbiamo raccontato in varie occasioni – offrono la possibilità di arredare o svuotare la propria casa a costo zero, promuovendo al contempo la riduzione degli sprechi, il riutilizzo di oggetti ancora funzionali e potendo, in molti casi, aiutare chi è in difficoltà o supportare chi crede nel cambiamento culturale e in uno stile di vita circolare.

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Da dove nasce il successo e l’elevato numero degli scambi tramite tali community

In una società fortemente consumistica quale è la nostra, è prassi ormai consolidata quella di disfarsi di oggetti ancora in buono stato con l’obiettivo di liberarsene quanto prima (e possibilmente senza costi). Parallelamente tante persone cercano di ottenere gratuitamente un bene. Le motivazioni sono diverse: un oggetto può soddisfare piccole necessità personali, altri oggetti raccolgono l’interesse dei collezionisti mentre altri, ricondizionati o riparati, possono essere addirittura rivenduti.

Attraverso il web, i bisogni di chi vuol far spazio finiscono per incontrarsi con quelli che cercano particolari beni e, in un colpo solo, si riesce a risolvere due problemi. L’indubbio successo di queste forme di scambio testimonia una domanda, nei cittadini, di alternative sostenibili e solidali al consumo tradizionale di beni che premino un modello di cultura dell’uso rispetto a quella del possesso.

Certo, non tutte le persone sono “digitali” e, quindi, non riescono a partecipare a questi scambi on-line evitando di incappare in potenziali truffe. Per questo una maggiore chiarezza sul funzionamento di alcuni dei gruppi esistenti può aiutare a sentirsi più a proprio agio nel proporre o cercare di ottenere oggetti (senza rischiare di essere bannati per comportamento scorretto).

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Come usare bene i gruppi Te lo regalo se vieni a prenderlo?

Da dove partire per cercare di regalare o ricevere qualcosa? Come attrezzarsi per eventuali ritiri e montaggi? Come evitare di essere esclusi dai gruppi? Queste sono alcune delle tante domande che si può porre chi vorrebbe partecipare a queste iniziative, ma non sa davvero da dove cominciare.

Per scoprire il corretto approccio a queste realtà, abbiamo intervistato Carlo Vona, fondatore e amministratore di uno dei gruppi più grandi d’Italia “Te lo regalo se vieni a prenderlo – Roma e dintorni” (si può accedere da qui) con oltre 130mila iscritti e amministratore di un altro gruppo romano “ereditato” (qui) che ha condiviso con noi la sua esperienza offrendoci consigli preziosi per navigare questo mondo.

carlo vona
Carlo Vona con alcuni oggetti ricevuti dal web

Non esistono regolamenti comuni tra queste reti locali e quindi chiunque fondi un gruppo può sostanzialmente stabilire le regole del gioco, anche se alcune buone pratiche di gestione sono spesso ricorrenti. Vona e i volontari degli altri gruppi, ad esempio, sono partiti dal rendere chiari i principi perseguiti per far comprendere poi agli utenti eventuali limitazioni.

In primis ciò che spinge le persone a dedicare tanto tempo della propria giornata alla moderazione di post e commenti è la finalità solidale alla quale segue quella della consapevolezza dell’importanza, dal punto di vista ambientale ed economico, legata all’allungamento della vita degli oggetti. Carlo pone un’enfasi particolare sull’aspetto umanitario e ambientale di queste iniziative. “Molti si uniscono ai gruppi guidati dal desiderio di aiutare gli altri,” spiega. “Tuttavia l’impatto ecologico di queste azioni è altrettanto importante. Per esempio, smaltire una vecchia cucina può essere costoso e dannoso per l’ambiente. Offrirla gratuitamente a qualcuno che può riutilizzarla è una soluzione che beneficia tutti”.

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La crescita esplosiva dei gruppi di donazione

Dal luglio 2023, il gruppo fondato da Carlo ha visto una crescita esponenziale, con un incremento settimanale di 3-4000 nuovi membri. “La crescita notevole del gruppo è stata inaspettata” ci confessa Carlo che ritiene che, con molta probabilità, un ruolo chiave di tale balzo numerico sia proprio dovuto all’approccio che gli altri amministratori hanno deciso di dare cercando di fissare poche e semplici regole, offrire una costante assistenza, mediare le situazioni complesse e fornire una piattaforma il più possibile sicura e rispettosa per tutti.

Gestire un gruppo di questa dimensione non è un’attività facile. “Occasionalmente si incontrano comportamenti problematici, come richieste eccessive o comportamenti scorretti” ammette Carlo. Gli amministratori, ad esempio, a seguito di qualche errore o per le continue domande in degli utenti, si trovano spesso costretti a ripetere agli utenti le modalità di assegnazione e di prenotazione. “Tuttavia la maggior parte delle interazioni sono positive e costruttive. Ciò dimostra che, nonostante le sfide, il concetto di aiuto reciproco e sostenibilità ha un impatto profondo”.

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Consigli per chi vuole donare oggetti sui gruppi facebook

“La chiarezza è fondamentale” osserva ancora Dona. “Quando si dona un oggetto è importante descriverlo accuratamente, includendo foto dettagliate, evidenziando eventuali difetti o difficoltà come quelle legate allo smontaggio o al trasporto. Questo evita malintesi e perdite di tempo sia per chi ha necessità di disfarsi del bene che per il destinatario”.

Dopodiché tutto (o quasi) è donabile anche, ad esempio, gli oggetti da riparare. “Io stesso ho prenotato alcune cose rotte, le ho sistemate e a mia volta donate” ci svela Carlo che nella vita utilizza i gruppi in prima persona sia per scambi personali che per opere di solidarietà.

Vona aggiunge poi che uno dei mali del nostro tempo – la fretta – finisca per ripercuotersi anche nella community. “Dare il tempo alle persone di organizzarsi è fondamentale”. E’, infatti, improbabile che un bene voluminoso e difficile da smontare possa essere ritirato entro uno o due giorni. “Altro elemento chiave è poi assegnare in maniera palese e non favorire chi contatta privatamente. Tutto questo aiuta a mantenere un clima di fiducia nella comunità e a far funzionare il gruppo” ci spiega Vona.

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Consigli per chi vuole prenotarsi per ricevere in dono beni

“Fondamentale è seguire le regole indicate e ricordarsi sempre di mantenere un comportamento rispettoso. Per gran parte degli oggetti offerti la domanda è spesso alta e bisogna cercare di meritarsi la fiducia dell’altra persona”. Difficilmente le persone che inseriscono la propria prenotazione sotto ogni post verranno scelti, commenta Carlo che sottolinea anche come sia importante “essere realistici su cosa si può effettivamente trasportare e gestire una volta ottenuto l’oggetto” perché non mancano i dissidi legati ai mancati ritiri.

L’amministratore invita chi cerca un determinato oggetto a farsi avanti pubblicando specifiche richieste. “Capita di frequente che molte persone abbiano in animo di regalare beni che per ora tengono in cantina o in soffitta e che decidano che sia arrivato il momento giusto perché stimolati proprio dalla ricerca da parte di qualcuno” dice ancora Vona.

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Un impegno che prosegue

Guardando al futuro, Carlo è ottimista sul potenziale di crescita di questi gruppi che potranno continuare a garantire benefici sia dal punto di vista sociale che ambientale cercando di venire incontro alle esigenze manifestate dagli utenti. “Stiamo, ad esempio, considerando partnership con servizi locali di trasporto per facilitare il trasferimento di oggetti ingombranti,” rivela. “Questo potrebbe semplificare ulteriormente il processo per tutti gli utenti che sono spesso desiderosi di ritirare un bene, magari anche sistemarlo, ma non hanno mezzi di trasporto adeguati e ci chiedono a chi potersi affidare”.

Seguendo i consigli di Carlo e partecipando attivamente con rispetto e considerazione, tutti possono trarre vantaggio da queste iniziative, creando un ambiente più sostenibile e solidale.

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