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sabato, Febbraio 8, 2025

Marco Imparato, dg di APPLiA Italia: “Il bonus elettrodomestici è un punto di partenza per l’economia circolare”

Mentre si attende il decreto che definirà l’erogazione e le modalità di utilizzo del bonus elettrodomestici, cerchiamo di capire qualcosa di più sul senso della misura intervistando Marco Imparato, direttore generale di APPLiA. “La scelta di indicare come livello minimo di efficienza la classe B è un compromesso ragionevole”

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

Si fa ancora un gran parlare del bonus elettrodomestici, previsto anche per il 2025 dal governo Meloni attraverso la Legge di Bilancio. In attesa del decreto che ne definirà l’erogazione e le modalità di utilizzo abbiamo provato a capirne di più sul senso della misura ponendo qualche domanda a Marco Imparato, direttore generale di APPLiA, l’associazione confindustriale che riunisce le imprese operanti in Italia nel settore degli apparecchi domestici e attrezzature professionali. Il settore ha dato origine a un fatturato complessivo pari a oltre 19 miliardi di euro, di cui più di 12 miliardi relativamente all’export.

“Con una produzione nazionale annua che supera i 22 milioni di apparecchi, con oltre 145mila posti di lavoro diretti e nell’indottosi legge nella descrizione sulla pagina LinkedIn – l’intero comparto si conferma da sempre un’eccellenza del made in Italy, vantando un know how di alto livello, un’efficiente filiera di componentistica e prodotto finito, nonché investimenti in ricerca e sviluppo con pochi eguali nel mondo. APPLiA Italia è integrata nella rete europea di associazioni di categoria che costituiscono APPLiA (Home Appliance Europe) per gli elettrodomestici, EFCEM (European Federation of Catering Equipment Manufacturers) per gli apparecchi professionali per ristorazione e ospitalità ed ECA (European Chimneys Association) per il settore dei camini.

Insomma: chi meglio di Marco Imparato, dg di APPLiA, per riflettere su un bonus così tanto atteso?

Una norma tanto attesa da APPLiA: quali benefici vi aspettate che produca al settore, all’economia italiana e all’ambiente?

Questa misura rappresenta una svolta attesa da tempo, capace di generare benefici su tre fronti essenziali: sociale, economico e ambientale. 

Sul fronte sociale, consente a molte famiglie, in particolare quelle con difficoltà economiche, di accedere a elettrodomestici più efficienti, riducendo i consumi e, di conseguenza, le bollette. Attualmente l’età media degli elettrodomestici nelle case italiane è molto elevata, con prestazioni energetiche spesso scarse. Il paradosso è che proprio le famiglie più bisognose, che avrebbero il massimo vantaggio da consumi ridotti, non dispongono delle risorse per sostituire i vecchi apparecchi. L’incentivo permette loro di risparmiare, con un impatto positivo anche sulla sicurezza energetica del Paese.

Sul piano economico, questa norma stimola la domanda di elettrodomestici innovativi e sostenibili, supportando le aziende del settore. Sebbene da sola non possa risolvere tutte le sfide dell’industria italiana ed europea, rappresenta un primo passo concreto per incentivare la produzione e l’adozione di tecnologie più avanzate.

Dal punto di vista ambientale, la misura favorisce la riduzione delle emissioni di CO₂ grazie alla sostituzione di elettrodomestici obsoleti con modelli più efficienti. Inoltre, promuove il corretto smaltimento dei vecchi apparecchi, rafforzando la filiera dell’economia circolare e il recupero di materiali preziosi da reintrodurre nei cicli produttivi.

In sintesi, questa norma dimostra che è possibile unire sostenibilità, innovazione e sostegno sociale in un unico strumento efficace.

Sostituire un elettrodomestico significa aumentare l’efficienza e il risparmio di energia, ma anche determinare lo smaltimento di tanti elettrodomestici ancora funzionanti. La norma ne prevede la restituzione obbligatoria: come si garantisce che ciò avvenga e che destino hanno i vecchi elettrodomestici dismessi?

L’età media degli elettrodomestici nelle case italiane è particolarmente elevata. Secondo i dati ENEA, molti frigoriferi superano i 18 anni di attività e le lavatrici oltrepassano i 14 anni. La loro sostituzione, quindi, è pienamente giustificata per motivi di efficienza energetica.

La norma prevede l’obbligo di consegnare i vecchi elettrodomestici al momento dell’acquisto di uno nuovo per accedere agli incentivi. Questo sistema garantisce il corretto conferimento degli apparecchi, evitando che finiscano in canali non idonei. Inoltre, i centri di raccolta certificati e le aziende specializzate in trattamento dei rifiuti elettronici (RAEE) assicurano che oltre il 95% delle materie prime dei vecchi elettrodomestici venga recuperato e reintrodotto nei cicli produttivi. Il valore aggiunto di questa misura risiede proprio nella creazione di un processo virtuoso che unisce il rinnovo tecnologico alla sostenibilità ambientale.

A vostro avviso questo bonus può dare una qualche spinta allo sviluppo di una filiera circolare legata al settore?

Sicuramente il bonus rappresenta un punto di partenza per consolidare la filiera dell’economia circolare. Tuttavia è importante essere realisti: il primo obiettivo di questa misura è aumentare la raccolta dei RAEE, un aspetto in cui l’Italia è ancora lontana dai target europei.

L’incentivo, se attuato correttamente, può contribuire a migliorare la gestione dei rifiuti elettronici, rendendola più capillare ed efficiente. Nel lungo termine, questo potrebbe fungere da catalizzatore per investimenti nel settore del recupero e riciclo di materiali, creando nuove opportunità industriali e occupazionali.

Il bonus consente anche l’acquisto di elettrodomestici in classe B: non sarebbe stato meglio dare l’incentivo soltanto per quelli in classe A?

Come associazione, avremmo preferito un approccio più specifico per categoria di prodotto. Ad esempio, nel caso delle lavatrici, la classe A sarebbe stata probabilmente sufficiente a garantire un livello di efficienza adeguato. Tuttavia, per frigoriferi e congelatori, i modelli in classe A e B sono attualmente molto rari sul mercato.

La scelta di indicare come livello minimo di efficienza la classe B è quindi un compromesso ragionevole, che tiene conto della disponibilità effettiva dei prodotti. Sebbene non sia la soluzione ideale, rappresenta un trade-off accettabile per garantire la praticabilità dell’incentivo.

In generale, quali sono gli elettrodomestici il cui ricambio determina un vantaggio ambientale maggiore?

La sostituzione di elettrodomestici obsoleti ha un impatto ambientale significativo, in particolare per alcuni apparecchi. Ad esempio, una lavatrice moderna in classe A rispetto a una di oltre 10 anni consente un risparmio energetico del 60%, equivalente a oltre 300 kWh/anno. Per frigoriferi, congelatori e lavastoviglie, il risparmio può arrivare tra il 50% e il 70%. Questi dati dimostrano che il rinnovo del parco elettrodomestici è una delle strategie più efficaci per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni italiane.

Ogni nucleo familiare potrà sostituire un solo elettrodomestico, a quanto pare concorrendo con le altre in un “click day” che rischia di scontentare molti. Pensate ci sia modo di prevedere una procedura diversa per accedere al bonus?

Sulla base delle informazioni attuali, riteniamo improbabile che il MIMIT voglia ricorrere al meccanismo del “click day”. È decisamente più probabile che venga adottata una procedura simile a quella del bonus rottamazione TV, che ha dimostrato di essere più inclusiva e meno soggetta a disparità.

Una distribuzione equa e semplice degli incentivi è essenziale per massimizzarne l’impatto e garantire che raggiunga tutte le famiglie che ne hanno realmente bisogno. Come associazione, continueremo a vigilare affinché l’attuazione della misura sia equa ed efficace.

Leggi anche: Il settore AEE e RAEE e le competenze per la circolarità. La nostra survey

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