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lunedì, Dicembre 16, 2024

Lessmore, quando l’ecodesign fa anche informazione sul cambiamento climatico

Proseguono le interviste di EconomiaCircolare alle imprese che da tempo lavorano in questo settore. Oggi è il turno dell'azienda varesina che realizza oggetti d'uso quotidiano e arredi dall'elegante design e dalla forte ecosostenibilità

Andrea Turco
Andrea Turco
Giornalista freelance. Ha collaborato per anni con diverse testate giornalistiche siciliane - I Quaderni de L’Ora, radio100passi, Palermo Repubblica, MeridioNews - e nazionali. Nel 2014 ha pubblicato il libro inchiesta “Fate il loro gioco, la Sicilia dell’azzardo” e nel 2018 l'ibrido narrativo “La città a sei zampe”, che racconta la chiusura della raffineria di Gela da parte dell’Eni. Si occupa prevalentemente di ambiente e temi sociali.

Si possono creare oggetti d’uso quotidiani che siano belli da vedere ed ecosostenibili? E’ la sfida che anima Lessmore, l’azienda di Varese che propone arredi e complementi dall’elegante design e realizzati secondo canoni di sostenibilità, flessibilità, trasformabilità e durabilità. Si usano diversi materiali, primo fra tutti il cartone al cento per cento riciclabile, ma anche il legno e il metacrilato, che vengono combinati tra loro per dare vita a prodotti resistenti e molto duraturi. I materiali impiegati sono spesso già riciclati; inoltre la maggior parte degli elementi usati sono combinati tra loro a incastro oppure avvitati o incollati per produrre monomateriale. Questo rende più facile eseguire la manutenzione e riparazione nel tempo, per allungare il loro ciclo di vita in maniera considerevole e far fronte al concetto di obsolescenza pianificata di breve periodo.

Come scrivevamo già nell‘atlante dell’economia circolare, “Lessmore è un’azienda veramente innovativa. Ha ideato un concetto dove vengono sostituite solo le finiture e i colori dei prodotti, senza sostituire il prodotto intero, ma solo la “pelle” esterna. In tal modo i materiali possono essere successivamente scomposti, disassemblati e riciclati per poi essere reinseriti in un ciclo produttivo diverso”. Tutti gli arredi e i complementi della linea sono disegnati dall’architetto Giorgio Caporaso e sono ispirati al design modulare e componibile. Ed è a lui che abbiamo rivolto le nostre domande, per saperne di più su un’azienda che, nata nel 2008 e riconvertita nel 2015, continua a crescere. Nonostante la crisi. Segno che l’economia circolare conviene, anche alle imprese e non solo all’ambiente.

Che tipo di filiera è quella di Lessmore? A chi vi rivolgete per la scelta dei materiali e quali criteri utilizzate?

La filiera produttiva di Lessmore è organizzata tramite una rete di artigiani e fornitori di prossimità che realizzano, ognuno per la propria specifica competenza, i semilavorati che vengono poi assemblati per realizzare il prodotto finito. Abbiamo strutturato questa una rete per fare in modo che sia la più corta possibile e vicina. Per i materiali utilizzando principalmente noi il cartone e il legno chiediamo che la materia prima sia proveniente da foreste certificate.

La vostra azienda si distingue per l’infaticabile partecipazione a eventi e incontri che si occupano non solo di design ma anche di economia circolare e più in generale di ambiente. Anche nella vostra pagina Fb postate spesso articoli di informazione, come quelli sul cambiamento climatico. Qual è dunque per voi il ruolo dell’impresa in questi tempi?

Pensiamo che le sfide ambientali e climatiche che l’umanità dovrà affrontare siano fondamentali e soprattutto urgenti. Anche il nostro percorso lo riteniamo sempre una evoluzione continua, anzi come una partenza nonostante gli sforzi fatti verso un continuo cammino di sempre maggiore informazione sulle scoperte e le innovazioni che vengono presentate e sui temi di attualità legati alle sfide ambientali che come umanità siamo obbligati ad affrontare. E quindi ci fa piacere condividere alcune delle informazioni di cui veniamo a conoscenza sui nostri canali aziendali, come sensibilizzazione e informazione diffusa, anche se non parlano a volte prettamente dei nostri prodotti.

Quali sono i rapporti con gli enti istituzionali? Può esistere a vostro avviso una felice sinergia pubblico-privato?

Non abbiamo grandi rapporti con enti istituzionali e lavoriamo prettamente in ambito privato. Ci piace però seguire e, se possibile, partecipare agli eventi istituzionali che vengono creati sui temi ambientali, dell’economia circolare e dei cambiamenti climatici, anche perché sono temi che riteniamo fondamentali e urgenti. Crediamo che si possa creare una felice sinergia pubblico-privato, con una condivisione di visioni e un percorso in cui ognuno potrebbe apportare il proprio contributo, e riteniamo quello pubblico molto importante.

Chi sono i vostri clienti più “affezionati”? Vendete più in Italia o all’estero?

Tendenzialmente il nostro target di clienti da cui arrivano maggiormente le richieste non è il privato ma sono aziende, negozi, allestimenti e locali pubblici. Le vendite sono prettamente in Italia.

Quali sono i prossimi obiettivi di Lessmore?

Siamo affezionati ai nostri prodotti, non li riteniamo solo del materiale commerciale, siamo felici quando vengono scelti dai vari clienti e desideriamo continuare nella nostra ricerca, anche se è autonoma, e continuare a dedicarci alla nostra linea di produzione. Gli obiettivi sono di procedere sempre di più nel miglioramento dei prodotti, nel coinvolgimento sempre maggiore dei fornitori nel processo di miglioramento degli stessi,  e nell’ampliamento della gamma e dell’offerta del nostro catalogo. Anche se la nostra collezione è abbastanza ampia stiamo studiando nuovi prodotti. Un altro aspetto fondamentale per noi è porre l’attenzione sulle nuove scoperte e innovazioni “green” ed ecosostenibili, magari come materiali e tessuti  riciclabili o riciclati come materia prima seconda, in modo da approfondirne le caratteristiche e valutarne sempre le possibilità di utilizzo nella nostra linea, sia per i prodotti a catalogo esistenti sia per la nascita di nuovi prodotti.

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