[di Annalisa Cervi]
In un laboratorio alchemico all’aria aperta, una materia nera di scarto viene pulita ed elevata, scoprendo grandi potenzialità e prestazioni.
Sinossi
Come in un processo alchemico, il lavoro di ZEROCENTO parte dal NIGREDO, il passo inizIale in cui gli ingredienti arrivano come materia di scarto, dopo la fase di fusione delle acciaierie.
Questa massa nera, ancora incandescente, viene stoccata e in un ciclo di 48H raffreddata, prima a contatto con l’aria (stato superiore di trasformazione), poi attraverso il getto dell’acqua, elemento liquido che oltre a raffreddare, idrata.
Questi massi neri verranno poi accumulati e lasciati decantare per due mesi all’aria aperta, dando il tempo al materiale di maturare e diventare più malleabile per la fase successiva di lavorazione.
Dai cumuli che creano un paesaggio lunare, le ruspe, macchine umane, trasportano il materiale alla fase di separazione, dove i residui ferrosi vengono catturati da un magnete e restituiti all’acciaieria per una seconda fusione; ciò che rimane, trasportato su nastri scorrevoli, setacciato e frantumato in diverse pezzature.
Al termine di questo processo di trasformazione, ritroviamo le varie granelle nere stoccate in comparti cementizi per una maturazione umida effettuata con lavaggi periodici, in attesa che si stabilizzino per poi essere prelevate, trasportate e unite a miscele bituminose ad alte prestazioni (come quelle per aeroporti e autostrade).
L’opera di zerocento, in questo laboratorio alchemico all’aria aperta, risolve il problema dello smaltimento dei rifiuti industriali, ed assicura la tutela dell’ambiente grazie alla minore quantità di materiale naturale estratto da cava.
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