Il numero di progetti per l’economia circolare presentati da privati e da pubbliche amministrazioni e validati per accedere ai fondi del Pnrr sono stati molto maggiori delle disponibilità economiche (2,1 miliardi per a Missione 2 componente 2). Tanto che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) sta cercando di capire – visto che il Pnrr è un piano per obiettivi e non per spesa – se si potranno spostare fondi da altre linee di intervento non saturate. Lo ha fatto sapere Laura D’Aprile, capo Dipartimento per la transizione ecologia e gli investimenti verdi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), partecipando all’incontro organizzato da Anci e da Conai sulla “Gestione dei rifiuti, economia circolare e PNRR: Le nuove sfide e l’impatto per i Comuni”.
Leggi anche: Cassa depositi e prestiti: “Le risorse del Pnrr per il ciclo dei rifiuti? Concentrate in poche Regioni”
Il Pnrr l’economia circolare
La Missione 2 del PNRR, intitolata “Rivoluzione verde e Transizione ecologica” si prefigge di “colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’Economia Circolare varato dall’UE”. All’interno della Missione 2, la Componente 1, Misura 1, con una dotazione di 2,1 miliardi di euro, punta “a migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento, colmando il divario tra Nord e Sud del Paese (1,5 miliardi di euro, ndr) e realizzando progetti flagship altamente innovativi per le filiere strategiche (600 milioni di euro)”.
“Per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti – ha spiegato D’Aprile – per la prima volta si è cercato di mettere in campo una programmazione di lungo periodo che va a traguardare gli obiettivi oggetto del contratto con la Commissione europea”. Primo obiettivo di questo contratto, colmare il divario territoriale.
Leggi anche: Finanziati con il Pnrr 192 progetti ‘faro’ di economia circolare
I progetti di economia circolare finanziati dal Pnrr
“Avendo chiuso pressoché quasi tutte le linee del Pnrr possiamo trarre un primo bilancio”, ha detto la dirigente del MASE. Partendo dal miliardo e mezzo destinato al pubblico (ai Comuni e agli Enti gestori d’ambito territoriale ottimale – ATO), “sono stati finanziati 599 Comuni e 62 forme associative tra Comuni, per oltre 1000 proposte progettuali finanziate. Con esaurimento del plafond di 1,5 miliardi e proposte valutate e ritenute idonee per oltre 4 miliardi”. Quindi, aggiunge D’Aprile, “se avessimo oggi altri 3 miliardi di euro riusciremo ad esaurire la graduatoria”.
I dettagli territoriali: il 47,5% delle risorse è andato al sud, il 12,5% centro, il 40% al nord, quindi “obiettivo sud ampiamente raggiunto”, ha sottolineato. Del 47,5% relativo al sud il 13% è andato alla Sicilia, il 7,8% alla Sardegna, il 7% alla Campania. “Abbiamo traguardato l’obiettivo di coesione che ci eravamo prefissati. Al centro, rispetto al 12,5% assegnato, il 2,6% va al Lazio con 48 proposte finanziate a 42 comuni e 4 forme associative.
Arrivando poi ai progetti ‘faro’ o ‘flagship’, quelli cioè che riguardano le filiere industriali (RAEE, carta e cartone, plastica e tessili) e diretti quindi ai privati, il 66% delle risorse è andato centro sud, spiega D’Aprile: “Su un totale di 200 proposte presentate al centro sud 145 sono risultate finanziabili; su 101 proposte per il nord 96 sono finanziabili. Questo ci dice che il livello progettuale è stato molto alto”. Quanto ai territori, “campioni d’incassi” sono stati il Lazio al centro sud, col18% del totale delle risorse, e la Lombardia al nord, col 15%.
“Tanti progetti di alto livello. Valorizziamoli”
Sollecitata dal presidente dell’ISPRA Stefano Laporta sulla possibile rimodulazione dei fondi del PNRR in favore di progetti già validati ma non finanziati per esaurimento delle risorse, D’Aprile ha spiegato che “per quanto riguarda i progetti faro, abbiamo già firmato un decreto di rimodulazione delle risorse rinvenienti per spostarle da linee che avevano più capienza a quelle che avevano più progettualità ammissibili”. Quando ai progetti dei Comuni, ricorda che, rispetto al miliardo e mezzo disponibile, i progetti approvati superano i 4 miliardi. “L’idea, nell’ambito delle interlocuzioni col Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR è verificare se ci sono altre line che non hanno avuto grandissimo successo e i cui fondi possono essere destinati al finanziamento di parte dei progetti già valutati e ritenuti idonei”. D’Aprile sottolinea come il lavoro di valutazione fatto sul parco progetti presentati “deve essere valorizzato, che sia con risorse rinvenienti da altre linee del Pnrr, che sia con risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione, che sia con risorse nazionali”. E conclude ricordando che “ci lamentiamo sempre del mancato utilizzo delle risorse europee perché mancano i progetti, ora che per una volta li abbiamo, dobbiamo ‘solo’ trovare risorse”. Questo consentirebbe di superare i limiti territoriali segnalati dall’analisi di Cassa depositi e prestiti e legati proprio all’esaurimento dei plafond.
© Riproduzione riservata