Restare a casa, così ci ha imposto la pandemia che ha contrassegnato quest’anno agli sgoccioli, ha acuito le nostre percezioni su oggetti d’uso quotidiano come pc, smartphone e tablet, diventati sempre più essenziali. Ancor di più per i giovani, che con questi mezzi elettronici hanno dovuto convivere per via della didattica a distanza. Ed è soprattutto a loro, ma non solo, che si rivolge il progetto WEEE4Future, sostenuto dall’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia, più noto con l’acronimo EIT, Raw Materials. Nello specifico si tratta di un sito web, https://weee4future.eitrawmaterials.eu/, con la funzione di creare maggiore consapevolezza sui RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che sono ancora troppo spesso trattati alla stregua di rifiuti indifferenziati. E che invece, se correttamente riciclati, riutilizzati e smaltiti, hanno enormi potenzialità.
Ecco perché il progetto #WEEE4Future punta a coinvolgere, attraverso una grafica accattivante e immediata, i giovani e i propri familiari. È proprio nelle nostre case, infatti, che troppo spesso i rifiuti elettronici rimangono: un vero e proprio spreco, perché in questo modo non se ne consente il corretto conferimento che potrebbe dare vita poi a nuove apparecchiature o altri oggetti.
Il calcolatore degli elettronici
Sono tre le sezioni principali del sito, ciascuna con una funzione specifica. Si parte dall’e-waste calculator, il calcolatore che invita a cercare “tutta l’elettronica che non usi più”. Già l’elenco dell’inutilizzato elettronico nelle nostre abitazioni fa riflettere: si va dall’apparecchiatura IT e di telecomunicazioni (cellulari, pc, stampanti, router) alle piccole apparecchiature elettroniche (elettrodomestici da cucina, riscaldamenti e ventilatori, aspirapolvere, rasoi), dagli schermi e monitor alle grandi apparecchiature elettroniche (lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie) fino alle apparecchiature per lo scambio termico (frigo, congelatore, impianti d’aria condizionata, bollitore). Una volta inseriti tutti gli inutilizzati, il calcolatore fornirà il peso di tutte le apparecchiature elettroniche indesiderate, mostrando la quantità di Raee in chili che può essere riciclata o riutilizzata.
Un’altra sezione riguarda una serie di moduli formativi che forniscono più informazioni ai “leader ambientali del futuro”, ovvero i giovani così come vengono descritti dal sito. Infine il portale fornisce una mappa in cui basta inserire la propria posizione per trovare il punto di raccolta RAEE più vicino.
Fare i conti con il Covid
Come già accennato, il progetto #WEEE4Future è nato proprio quando la prima ondata di COVID-19 è arrivata. L’idea era poi quella che, una volta finita la pandemia, si potesse avviare una campagna informativa più massiva e legare questa ad eventi di raccolta. Il sito infatti è attivo da ottobre. Peccato che nel frattempo sia arrivata la seconda ondata di Covid, e all’orizzonte si intravede la terza. Per cui tutti i progetti dal vivo sono rimandati come minimo alla prossima primavera. Intanto si punta sulla forza del sito e sul caro vecchio passaparola.
Il coinvolgimento delle scuole
A fatica le scuole dovrebbero, e davvero il condizionale è d’obbligo in questi casi, riaprire a gennaio. I progetto è riuscito, nei mesi di avvio, ad avviare alcune campagne di informazione e di raccolta per coinvolgere gli studenti delle scuole superiori e dell’università, non solo in Italia ma anche negli altri Paesi europei di azione del progetto, ovvero Irlanda, Germania e Slovenia. Nello specifico, in Italia c’è stata la possibilità di raccontare il progetto nell’ambito di una serie di eventi organizzati da Legambiente presso una scuola superiore di Bologna, intorno alla metà di ottobre.
Grazie alla collaborazione con il Centro di Coordinamento RAEE, inoltre, si sta lavorando per mettere a disposizione il portale alle scuole e ai docenti, in modo da riflettere tutti insieme a partire dal materiale di apprendimento e dal breve percorso formativo in tre moduli. Sono stati infine coinvolti gli studenti del Politecnico di Milano per ragionare insieme su come estendere il progetto in futuro.
Adesso la speranza è che per il 2021 si possa riprendere la tanto agognata normalità, in modo da avviare delle raccolte di RAEE dal vivo.
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