Vuole contribuire a far fare il necessario balzo in avanti alla raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE): tra le modifiche del cosiddetto decreto “Terra dei fuochi” introdotte in fase di recepimento c’è l’introduzione della possibilità, per i distributori, di raccogliere direttamente a domicilio RAEE ulteriori rispetto a quelli legati all’acquisto di un bene corrispondente (un phon quando consegnando una lavatrice nuova ne ritirano una vecchia, ad esempio). Proprio là dove, secondo una ricerca realizzata qualche tempo fa da Ipsos per conto di Erion, ognuno di noi conserva in media 9 apparecchiature che non funzionano più. Se Maometto non va alla montagna….
Il nostro Paese, in “buona” compagnia in Europa, è molto in ritardo nella raccolta dei RAEE. L’ultimo report annuale del Centro che coordina i consorzi per la gestione del fine vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (CDC RAEE) riporta i dati ufficiali e complessivi della raccolta dei rifiuti elettronici. E ci dice che lo scorso anno in Italia la raccolta media pro capite è stata di 6 kg per abitante: “Ancora lontano dagli obiettivi di raccolta fissati dall’Unione europea” commentava Giuliano Maddalena, presidente del CDC RAEE. “I numeri parlano chiaro: il tasso di intercettazione dei RAEE è sceso al 29,64% nel 2024, rispetto al 34,56% del 2021, quando l’obiettivo europeo è del 65% dell’immesso sul mercato”, scrive il laboratorio REF Ricerche in una recente analisi.
Ecco allora che si tenta anche la carta del “ritiro a domicilio senza obbligo di acquisto”. Che si aggiunge alle possibilità di portare i rifiuti elettrici ed elettronici nelle isole ecologiche dei comuni; di lasciare in negozio la propria apparecchiatura rotta o usata al momento dell’acquisto di una nuova corrispondente (un forno a microonde vecchio per uno nuovo, ad esempio: il cosiddetto “uno contro uno”); di lasciare un apparecchio di cui vogliamo liberarci (sotto i 25 centimetri) presso un grande rivenditore anche senza acquistare niente (“uno contro zero”).
“Accogliamo positivamente il decreto ‘Terra dei fuochi’ per le importanti finalità che esso si pone”, ha commentato Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Il contrasto al fenomeno di abbandono dei rifiuti e la tracciabilità dei RAEE raccolti sono infatti due obiettivi che il legislatore e gli attori del sistema si devono porre per consentire al nostro Paese di uscire dalla procedura d’infrazione per la mancata raccolta e ridurre gli impatti futuri qualora la Commissione Europea dovesse approvare in maniera definitiva la tassa di 2 euro per ogni chilo di rifiuti elettronici non avviati a corretto riciclo”.
Come funziona il ritiro a domicilio ce lo spiega ancora il Centro di coordinamento RAEE: “Nel caso di consegne a domicilio, i rivenditori hanno la possibilità di ritirare, oltre l’apparecchio sostituito (ritiro 1 contro 1), anche tutti gli altri RAEE provenienti dai nuclei domestici a titolo gratuito e senza obbligo di acquisto di apparecchiature di tipo equivalente”. Quando a casa mi arriva la nuova lavastoviglie, oltre a consegnare la vecchia posso lasciare anche quel vecchio telefono cellulare e il phon che non funziona più e che tengo da anni nel ripostiglio.
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Le procedure l’infrazione e le contromisure
Il ritardo nel raggiungere gli obiettivi di raccolta dei RAEE ha meritato al nostro paese due procedure d’infrazione. La prima, più genericamente riferita alla Direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE), riguarda “l’applicazione del principio di responsabilità estesa del produttore (EPR), la qualità del riciclaggio, la raccolta dei rifiuti pericolosi e la mancanza di un sistema elettronico di tracciabilità completo”, sintetizza REF Ricerche. La seconda procedura, estesa a tutti i 27 stati dell’Unione, “si concentra specificamente sui RAEE e sul mancato raggiungimento dei target fissati dalla Direttiva 2012/19/UE”.
Per dare risposte a queste procedure nel 2024 è stato approvato il cosiddetto Decreto Salva Infrazioni (il 131 del 2024) che ha meso in campo diverse misure per sbloccare la situazione. Semplificazioni come la cancellazione dell’obbligo per distributori e installatori di iscriversi all’Albo Gestori Ambientali; oppure l’aumento dei limiti di stoccaggio; la possibilità del ritiro gratuito “uno contro uno” anche per i RAEE professionali. Esplicitando anche per chi vende online come essere in linea con gli obblighi della responsabilità estesa del produttore. E investendo in comunicazione: i consorzi sono tenuti a dedicare almeno il 3% dei ricavi in campagne informative rivolte al pubblico. “È un cambio di passo fondamentale, perché senza informazione diffusa sarà impossibile raggiungere l’obiettivo europeo del 65% di raccolta”, commenta REF.
Tutti i rifiuti che mancano all’appello della raccolta differenziata – sarebbero attorno alle 400mila tonnellate secondo Erion – finiscono nel sacco sbagliato (quello della plastica o dell’indifferenziato) o prendono canali di gestione inappropriati o fuori legge (che possono portare a discariche abusive come ad acciaierie) e non raggiungendo mai gli impianti autorizzati al trattamento.
Accanto alle modifiche alla normativa, anche l’ultimo accordo di programma (triennio 2025-2027) sottoscritto da CDC RAEE, Confindustria, Anci e Utilitalia ha provato a dare un contributo: con semplificazioni e premi di efficienza legati anche all’allargamento del ventaglio dei luoghi dove poter conferire correttamente i rifiuti elettronici (sedi comunali, scuole, collettività, uffici pubblici).
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La raccolta a domicilio
E arriviamo alla raccolta a domicilio, che amplia ulteriormente le possibilità. Entrata in vigore l’8 ottobre, la legge (147/2025) di conversione del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116 (contenente “disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi”) interviene sul testo uscito dal consiglio dei ministri e aggiunge novità che riguardano proprio i RAEE. Quella più rilevante, almeno per i cittadini e le cittadine, è il passaggio che introduce appunto il ritiro gratuito dei RAEE direttamente presso le abitazioni, senza l’obbligo di acquistare un nuovo prodotto. È rivolta a chi acquista un nuovo elettrodomestico che gli viene consegnato a casa. Come molti sanno, già prima della nuova norma si poteva lasciare la vecchia lavastoviglie (ad esempio) quando arrivava la nuova. Oggi, “contestualmente al ritiro dell’apparecchiatura usata – recita la legge – i distributori possono effettuare il ritiro presso il domicilio dell’acquirente di Raee provenienti dai nuclei domestici a titolo gratuito e senza obbligo di acquisto di Aee (apparecchiatura elettrica ed elettronica, ndr) di tipo equivalente”. Potranno essere consegnati RAEE sia piccoli che grandi, asciugacapelli, spazzolini elettrici o frigoriferi.
Oltre a questa nuova possibilità – e opportunità per ridurre la distanza dagli obiettivi di raccolta europei – la nuova norma prevede anche l’inasprimento delle sanzioni per dissuadere da forme improprie o illegali di gestione dei rifiuti elettronici.
Ma è appunto una possibilità, “lasciata alla buona volontà del negoziante, che se lo desidera può fare una domanda in più. Chiedendo magari alla signora Maria se ha dei caricabatterie che non usa più, o se ha i cassetti pieni di cavi”, mi spiega Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE. “E spero che il negoziante intuisca che ha un elemento di servizio in più che può offrire al consumatore, con cui si fa voler bene: non costa sostanzialmente nulla, non ci sono oneri burocratici ulteriori, basta un foglio sui cui scrivere ‘Ho ricevuto un frullatore’, giusto per avere un documento di trasporto. E possono offrire un servizio per fidelizzare il cliente”.
Perché, aggiunge Arienti, per intercettare i piccoli RAEE che oggi perdiamo non bastano le isole ecologiche o i grandi rivenditori. “Se non si va nei posti dove le persone vanno tutti i giorni o molto frequentemente, la raccolta non funziona. Per questo la raccolta a domicilio è molto positiva, perché offre una possibilità in più”. E per questo, dice ancora, “stiamo facendo un esperimento con COOP: in cinque punti vendita della Lombardia abbiamo messo contenitori per la raccolta: per vedere se le persone cha vanno a fare la spesa si ricordano – magari non la prima volta, non la seconda, ma la terza – di portare con sé i piccoli RAEE”.
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