[Video di Charlie Floyd su Business Insider UK del 13.04.2018] Teresa Domenech, co-direttrice del laboratorio di economia circolare dell’University College di Londra, racconta in che modo l’economia circolare può prevenire gli sprechi.
Guarda il video. Leggi la traduzione della trascrizione:
Teresa Domenech: Non sarebbe fantastico se non avessimo bisogno di avere una macchina, una casa o un telefono di proprietà? Cosa succederebbe se avessimo la possibilità di utilizzare gli oggetti nei modi e nei tempi in cui ci servono, e poi darli via o sostituirli quando non ne abbiamo più bisogno o se necessitiamo di qualcos’altro?
Ciao, il mio nome è Teresa Domenech, lavoro presso il laboratorio per l’Economia Circolare dell’University College di Londra (UCL).
L’attuale modello economico si basa sul possesso, il consumo e infine lo scarto delle risorse. Questa economia, chiamata Economia Lineare, presenta due problemi principali: da una parte, la quantità di risorse consumate e l’energia utilizzata per trasformarle in prodotti, dall’altra il volume di rifiuti prodotto.
L’Economia Circolare cerca di risolvere questi problemi, sia riducendo la quantità di risorse estratte dalla terra, sia utilizzando queste risorse in modo più efficiente, creando dei circoli chiusi per mantenerle più a lungo all’interno dei cicli produttivi e tagliare gli sprechi.
Tutti noi possediamo uno o più telefoni cellulari, e li utilizziamo tutti i giorni a tutte le ore. E l’economia lineare funziona funziona in questo modo: ti compri un nuovo telefono, lo usi per un certo periodo di tempo, che sta diventando sempre più breve, e poi lo cambi per passare a un nuovo modello. Ma per produrre quello smartphone, servono tonnellate di materiali molto difficili da estrarre, che determinano tutta una serie di problematiche ambientali e sociali.
Se guardiamo all’Economia Circolare invece, scopriamo un sistema totalmente diverso. In primo luogo, non abbiamo necessariamente bisogno di acquistare un telefonino: potremmo semplicemente affittarlo dal produttore. Il cellulare sarà stato progettato in modo da poter essere facilmente riparato o potenziato, senza che ci sia bisogno quindi di cambiare modello perché non è più possibile aggiornarlo.
I vecchi telefoni potrebbero in questo modo essere tranquillamente tenuti al passo con le nuove tecnologie: non ha senso possedere un cellulare che non può essere aperto e riparato.
Ora come ora, i prodotti non sono pensati per essere riutilizzati e modificati, ma per essere utilizzati e poi gettati via: abbiamo bisogno quindi di ripensare la fase di progettazione.
L’incentivo ai produttori a progettare in modo diverso potrà derivare dalla certezza che, dopo l’utilizzo, i loro prodotti torneranno alla fabbrica, e sarà possibile ricavarne materiali preziosi per produrne di nuovi.
Sono convinta che ripensare l’intero sistema di progettazione è fondamentale, è la chiave di volta.
(traduzione di Cecilia Erba)