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ONG, scienziati e sindacati in un angolo, imprese invece in prima fila. È questo il risultato dell’analisi condotta da Reclaim Finance sul processo di elaborazione della direttiva “Omnibus I”, la prima del lungo percorso di “semplificazione” delle norme ambientali e sociali. In particolare l’associazione parigina ha messo sotto la lente gli incontri che Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione e responsabile delle semplificazioni: “Per preparare la grande legge di deregolamentazione, il Vicepresidente esecutivo ha incontrato solo le imprese. Niente ONG, niente sindacati, niente università. Ha incontrato solo rappresentanti di interessi privati, motivati da considerazioni economiche e finanziarie private. Nella preparazione di questa legge, il clima, i diritti umani e la biodiversità non hanno mai avuto una possibilità”.
Per preparare il suo importante disegno di legge sulle “semplificazioni”, Stéphane Séjourné “ha incontrato esclusivamente le aziende interessate da queste leggi. Non sorprende quindi che la legge risponda in larga misura alle richieste delle imprese”, sottolinea l’associazione.
Lo screening egli incontri
Tra la sua nomina nel novembre scorso e oggi, Stéphane Séjourné e il suo team hanno incontrato molti attori. “Sebbene sia salutare che il potere politico in una democrazia si consulti ampiamente prima di prendere una decisione, tale consultazione deve includere una gamma completa di parti interessate, e non può essere limitata alle imprese e alle loro organizzazioni. Tuttavia, l’analisi delle riunioni del Commissario e del suo ufficio, così come i documenti ottenuti da Reclaim Finance in seguito a richieste accesso agli atti, suggeriscono che tale processo consultivo aperto non ha avuto luogo”. Al contrario, gli sforzi si sono concentrati “quasi esclusivamente sulla comprensione e sull’integrazione delle richieste delle imprese”, spiega l’associazione
Nello studio di Reclaim Finance si legge che prima di presentare Omnibus I, il Commissario europeo ha incontrato 37 diverse parti interessate. A parte una visita sul campo all’Istituto nazionale rumeno per la ricerca aerospaziale, organizzata con il Ministero dell’Economia rumeno, “tutti i 36 stakeholder incontrati rappresentano interessi economici o finanziari privati. Nessuno di loro ha l’obiettivo di difendere la causa climatica, i diritti umani o la biodiversità”.
Per un altro dossier, quello sul futuro del settore automobilistico, Séjourné ha organizzato due dialoghi strategici, includendo una ONG tra i 15 partecipanti (il 93,33% dei quali erano aziende).

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Imprese – ONG nove a uno
Se allarghiamo lo sguardo ai collaboratori più stretti del Commissario, questi hanno “dedicato quasi 9 incontri su 10 ai rappresentanti delle imprese”. Gli incontri, spesso individuali, con i rappresentanti del settore privato hanno visto dall’altra parte del tavolo TotalEnergies, Engie, Schneider Electric, l’associazione delle imprese francesi MEDEF o all’asssciazione delle PMI europee (CPME). “Per ogni volta che il Gabinetto del vicepresidente incontra una ONG, un’associazione, un sindacato, un’università o un’organizzazione internazionale, incontra nove aziende”. Su 190 riunioni tenute, l’ufficio del vicepresidente esecutivo ne ha organizzate 165 con aziende o gruppi di interesse privati, mentre solo 25 incontri (13%) sono stati organizzati “con rappresentanti che non avevano un obiettivo palesemente lucrativo”. Tra questi, otto incontri con ONG, sei con rappresentanti del mondo della ricerca, cinque con sindacati e sei con stakeholder vari e/o internazionali (IFRS, Camera di Commercio dell’UE in Cina, World Economic Forum e una fondazione polacca). Un rapporto di uno a nove, che, evidentemente, “non favorisce un dibattito equilibrato di idee”.
Questa, sproporzione si vede nel complesso delle “semplificazioni” e in particolare “nell’eliminazione della clausola che apriva la porta all’inclusione dei servizi finanziari nell’ambito di applicazione della Direttiva sulla Due Diligence” sottolinea Reclaim Finance.

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La legge omnibus è pensata per o dalle lobby?
L’Omnibus l, è stata presentata il 26 febbraio 2025 come un testo di “semplificazione” che prevede la revisione di alcune importanti direttive che impongono alle imprese vincoli per la tutela dei diritti umani e sociali, dell’ambiente e del clima. In realtà, afferma Reclaim Finance, “il testo è un vero e proprio attacco alle leggi ambientali e sociali adottate negli ultimi anni”. La normativa per le semplificazione diventa lentamente “una camera d’eco per le richieste delle lobby imprenditoriali”.
La proposta legislativa modifica parti significative di due direttive adottate durante la precedente legislatura: la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) e la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Quali sono i principali punti deboli del testo proposto dalla Commissione? Vediamo i principali.
CSDDD
- La catena del valore coperta dalla due diligence è ora limitata ai partner diretti dell’azienda, con alcune eccezioni;
- La valutazione periodica della situazione dell’azienda, che doveva essere effettuata annualmente, viene estesa a cinque anni;
- Eliminazione dell’obbligo di implementare i piani di transizione climatica;
- L’interruzione dei rapporti contrattuali con un partner commerciale coinvolto in una violazione non è più una misura che può essere richiesta alle aziende.
CSRD
- Riduzione di oltre l’80% del numero di aziende interessate, limitandolo alle aziende con più di 1.000 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato.
- Riduzione drastica del numero di “punti di dati” sui quali le imprese devono fornire informazioni.

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