Se anche un colosso come Tesla apre finalmente al diritto alla riparazione vuol dire che l’economia circolare sta diventando inevitabile. Un eccesso di entusiasmo? Giudicate voi. La notizia che il colosso statunitense delle auto elettriche, presieduta dall’uomo più ricco del mondo che aspira anche ad essere il più influente (ovviamente stiamo parlando di Elon Musk), consentirà di riparare i suoi veicoli, almeno un po’, arriva dal portale Teslarati, specializzato, indovinate un po’, su novità e approfondimenti riguardanti il mondo Tesla.
Così si apprende che la casa automobilistica USA ha appena aperto al pubblico il catalogo delle parti elettriche (EPC). Un fatto degno di nota se si considera l’apertura arriva da un’azienda che si è sempre rivelata estremamente gelosa delle proprie tecnologie, chiudendo spesso qualsiasi possibilità di accesso anche a chi possiede un veicolo targato Tesla.
La scelta è arrivata, a quanto pare, anche per via delle pressioni fatte dagli stessi proprietari, molto spesso veri e propri fan dei veicoli elettrici che possiedono. Fino a poco tempo fa infatti Tesla permetteva di sostituire da sé giusto i tergicristalli e i filtri di ricambio dell’aria, mentre ora intende allargare il catalogo delle autoriparazioni almeno ad altre parti più complesse come i rotori e le pinze dei freni.
In ogni caso se è vero che Tesla consentirà ai proprietari di acquistare e installare alcune parti di auto da soli dall’altra l’apertura è comunque parziale, nel senso che comunque prevarrà la strada delle assistenza ufficiali. L’azienda ha spiegato che “le auto sono molto più tecnologiche rispetto ai veicoli del passato” e che “alcune parti è meglio lasciarle nelle mani di meccanici e tecnici addestrati che possono installare le cose senza troppi rischi”.
Si tratta in ogni caso di un innegabile passo in avanti, che giunge in un momento particolare per l’azienda.
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Le sfide di Tesla nel 2025
Come si nota ormai da tempo dalle cronache, il patron di Tesla, il miliardario Elon Musk, sembra più impegnato nell’ingerenza pressoché quotidiana verso i governi alleati (Gran Bretagna e Italia in testa) che nella gestione delle sue numerose aziende. Dal canto suo Tesla, l’azienda che lo ha reso ricco e famoso nonché, almeno all’inizio, un auspicato leader della transizione ecologica, continua a garantirgli lauti profitti. Nel 2024 da poco terminato Tesla si è conferma leader mondiale delle auto elettriche. Come scrive Il Fatto Quotidiano nel numero del 10 gennaio, “l’azienda di Elon Musk ha confermato il suo primato, registrando però il primo calo delle vendite in 10 anni. E coi cinesi di BYD a un’incollatura di distanza: 1.789.226 Tesla contro 1.764.992 elettriche del colosso asiatico”.
E il sorpasso della Cina sugli Usa potrebbe arrivare già quest’anno, a detta di tanti esperti, soprattutto dopo il lancio anche in Europa di Seagull, il primo modello di auto elettrica a basso costo (ne abbiamo scritto qui). Se comunque in questo caso stiamo parlando di uno scenario futuribile, possibile o addirittura probabile ma non certo, quel che è invece assodato è che il 2025 si è aperto per Tesla con una notizia che potrebbe rivelarsi un boomerang. Come rivelato in anteprima da Bloomberg, l’azienda USA si unirà in un “pool” di condivisione delle emissioni di anidride carbonica per permettere a colossi come Stellantis, Toyoya, Ford, Subaru e Mazda di rispettare i limiti di emissione fissati dall’Unione Europea e di evitare in questo modo multe miliardarie.
Come abbiamo raccontato anche su questo giornale, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 stabiliti dall’Unione Europea per il 2025 prevedono un taglio del 15% rispetto ai livelli del 2021. Per raggiungere questi traguardi, secondo le stime degli esperti, almeno il 20% delle vendite delle case automobilistiche dovranno essere costituite da veicoli completamente elettrici (Ev). Ma il mercato automobilistico europeo è in difficoltà da anni, sia per quel che riguarda la produzione di auto col motore a combustione sia, soprattutto, per l’ancora scarsa penetrazione delle auto elettriche nei 27 Stati membri dell’UE. Con questa sorta di “alleanza contro le multe UE” Tesla, da big del settore, potrà vendere crediti sulle emissioni alle case automobilistiche europee che prevedono di non raggiungere i target UE. Un’operazione che potrebbe fruttare all’azienda di Elon Musk un miliardo di euro.
Come era prevedibile la notizia dell’accordo ha creato parecchi malumori tra le case automobilistiche “escluse”: la francese Renault, ad esempio, ha chiesto maggiore chiarezza alla Commissione. Nel momento in cui scriviamo, infatti, l’organo istituzionale europeo non ha ancora commentato la notizia né è noto come intende approcciare una questione che rischia di vanificare gli sforzi del Green Deal e di disunire ulteriormente il settore europeo dell’automotive, creando un fronte del “tutti contro tutti” che andrebbe ulteriormente a indebolire un apparato industriale ed economico cruciale per il Vecchio Continente.
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