giovedì, Novembre 6, 2025

World Art Day: come pittura, scultura, design e fotografia raccontano la sostenibilità e il cambiamento climatico

Ogni 15 aprile il World Art Day, la Giornata Mondiale dell'Arte promossa dall'Unesco, celebra l'importanza universale dell'arte come ponte tra diverse culture. Ecco perchè raccontare il legame tra artisti e sostenibilità diventa fondamentale. Abbiamo individuato alcuni artisti e designer che raccontano l’importanza della tutela ambientale e dell’economia circolare

Ludovica Nati
Ludovica Nati
Social media manager, copywriter, blogger e fotografa paesaggista. Collabora con diverse realtà i cui ambiti spaziano dalla sostenibilità ambientale alla medicina, dalla promozione territoriale e turistica alle aziende di servizi o di trasporti. Digital strategy, gestione social, redazione di testi SEO, copywriting, consulenza 2.0 e creazione di contenuti fotografici e grafici sono i suoi principali ambiti di competenza. Fa parte del network di Eco Connection Media

Per un vero cambiamento verso una società più ecosostenibile serve una rivoluzione culturale, e in questo le diverse forme d’arte possono essere davvero d’aiuto. Per questo vi parliamo della Giornata Mondiale dell’Arte, celebrata ogni anno il 15 aprile, iniziativa globale promossa dall’UNESCO per sottolineare l’importanza universale dell’arte come ponte tra diverse culture e come strumento essenziale per la comunicazione interculturale.

In quest’ottica raccontare il legame tra artisti e sostenibilità diventa fondamentale: l’arte non solo riflette la nostra realtà socio-culturale, ma può anche promuovere una maggiore consapevolezza e azioni concrete verso la tutela dell’ambiente. Proprio per questa occasione abbiamo individuato alcuni artisti e designer che attraverso la propria arte raccontano l’importanza della tutela ambientale e dell’economia circolare, ognuno con il proprio stile: dalla Land Art alla Trash Art, passando per il Design e l’Arte Povera.

Rispetto a una ventina di anni fa oggi sono davvero tanti gli artisti che sentono la necessità di dire la loro sui temi che affliggono l’ecosistema grazie alle loro opere e già questo è un importante segnale.

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Cos’è il World Art Day e perché si celebra il 15 aprile

Partiamo dal raccontarvi come nasce la ricorrenza di oggi. La Giornata Mondiale dell’Arte, volta a promuovere lo sviluppo, la diffusione e la fruizione dell’arte, è stata proclamata durante la 40a sessione della Conferenza generale dell’UNESCO nel 2019 e si celebra, come anticipato, il 15 aprile di ogni anno. Secondo alcune fonti, la scelta di questa data potrebbe essere stata influenzata dalla coincidenza con la data di nascita di Leonardo da Vinci, che rappresenta un’icona di creatività e genio universalmente riconosciuto.

Questa correlazione, tuttavia, non è riportata dalle fonti ufficiali UNESCO ma potrebbe derivare da un omonimo World Art Day, indetto per la prima volta nel 2012 dalla International Association of Art – celebrato, in partnership ufficiale con l’UNESCO, sempre il 15 aprile – che esplicita la scelta di questa data proprio in onore di Leonardo. Qualunque sia la verità, ci piace pensare che sia stato proprio il genio di Da Vinci ad ispirare la data di celebrazione di questa giornata e, in ogni caso, ci sembra l’occasione giusta per ricordarlo vista la sua poliedrica produzione artistica e i suoi studi scientifici.

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La Land Art e Marco Martalar: il legno abbattuto dalla tempesta Vaia che rinasce come sculture

Marco Martalar è uno scultore italiano che vive e lavora sull’Altopiano di Asiago, le cui opere, realizzate in materiale ligneo di recupero, sono un esempio di rigenerazione e economia circolare. L’artista è noto, infatti, per le creative e imponenti sculture realizzate con il legno proveniente da alberi abbattuti dalla tempesta Vaia del 2018, altrimenti destinati al degrado o alla distruzione.

Martalar è un esponente della corrente artistica Land Art, movimento nato alla fine degli anni ’60, soprattutto negli Stati Uniti, che utilizza il paesaggio naturale come mezzo espressivo. Gli artisti di questo movimento creano opere d’arte direttamente nel paesaggio, spesso su larga scala, utilizzando materiali come terra, rocce, acqua, sabbia, rami, foglie e pietre.

land art world art day

Le sculture di Marco Martalar, in parte dislocate nelle zone colpite dalla tempesta ed altre itineranti, rappresentano soprattutto soggetti animali, da quelli reali come api, cervi, aquile, lupi o grifoni, ad altri di fantasia, come i draghi e, il più recente, “Radicosauro”. Di particolare rilevanza è il “Drago Alato di Magrè” che oggi rappresenta ancor di più un simbolo di rinascita, resilienza e speranza a causa dell’incendio – causato da mani umane – che nel 2023 lo ha completamente distrutto. Oggi, dalle ceneri del “Drago Vaia” è, come una fenice, nata una nuova opera, rinominata “Drago Vaia Regeneration”, realizzata, in parte, proprio dai resti dell’incendio.

Le sculture di Martalar rappresentano perfettamente come la distruzione possa essere trasformata in bellezza e significato attraverso la creatività e il rispetto per il mondo naturale.

 
 
 
 
 
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Michelangelo Pistoletto: tra Arte Povera e la connessione tra tecnologia e natura nel “Terzo Paradiso”

Michelangelo Pistoletto è un artista italiano di fama internazionale, considerato uno dei protagonisti e anticipatori dell’Arte Povera, movimento che ha rivoluzionato l’arte contemporanea negli anni ’60. La sua ricerca artistica si è sempre concentrata sul rapporto tra arte e società, utilizzando materiali semplici e quotidiani per creare opere dal forte significato simbolico. Negli anni, Pistoletto ha dedicato gran parte della sua attività al tema della sostenibilità, promuovendo un dialogo tra creatività, etica e responsabilità ambientale.

Tra le sue opere più iconiche spicca il Manifesto del “Terzo Paradiso”, rappresentato da un simbolo che reinterpreta il segno dell’infinito aggiungendovi un cerchio centrale. A spiegarne il significato è l’artista stesso. “Il Terzo Paradiso è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. […] Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. Terzo Paradiso significa il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”.

La nota opera de “La Venere degli Stracci” è invece pura espressione dell’Arte Povera, in cui la figura classica della Venere di Milo si confronta con un ammasso di stracci usati. Nata come “germinazione spontanea” nel 1967, l’opera è diventata negli anni e grazie alle percezioni del pubblico un simbolo del consumismo e dell’accumulo di rifiuti.

 
 
 
 
 
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Infine ricordiamo che Pistoletto ha dato vita a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, attraverso cui porta avanti progetti che integrano arte, sostenibilità e innovazione sociale, promuovendo un cambiamento culturale verso un mondo più equilibrato e responsabile.

Leggi anche: La crisi climatica attraverso l’arte: come lo sguardo degli artisti porta ad una nuova consapevolezza

La Trash Art di Benjamin Von Wong: fotografia e scultura raccontano il problema dell’inquinamento

Benjamin Von Wong è un artista e fotografo canadese, esponente della corrente artistica “Trash Art” – di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo – noto per le sue opere e installazioni che uniscono le arti della fotografia e della scultura per sensibilizzare il pubblico su temi ambientali, in particolare sul problema dell’inquinamento, sui rifiuti e sull’importanza della tutela della biodiversità.

Per le proprie creazioni utilizza materiali di scarto, plastica riciclata o recuperata, mozziconi di sigarette e rifiuti elettronici, dando vita ad installazioni visivamente impattanti e particolarmente “ingombranti” – sono infatti realizzate su larga scala – che raccontano storie di sostenibilità e responsabilità ambientale.

world art day

Sono numerosissime le opere create nel corso degli anni, una delle più note è senza dubbio “Strawpocalypse“, una scultura gigante realizzata con 168.000 cannucce di plastica per denunciare l’inquinamento degli oceani. Vi è poi la più recente “Biodiversity Jenga”, un’installazione, nata in occasione della COP16, costituita da blocchi di legno vuoti, disposti come una torre Jenga, ognuno dei quali contiene diorami e sculture rappresentanti diversi ecosistemi e animali. Il significato? A spiegarlo è l’artista stesso: “Ci sono così tante forme di vita diverse sul nostro pianeta, e sono tutte interconnesse. Basta togliere un blocco e la torre inizia a oscillare. Basta rimuoverne altri e l’intera struttura crolla”.

 
 
 
 
 
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Giorgio Caporaso: come il design si unisce all’economia circolare e alla sostenibilità

L’architetto e designer Giorgio Caporaso è tra i precursori dell’eco e circular design. La sostenibilità dei suoi progetti abbraccia l’intera fase di creazione di un oggetto, tenendo conto di aspetti come la modularità, la componibilità, la multifunzionalità, la riparabilità, la trasformabilità, la durevolezza e la disassemblabilità a fine vita. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed esposto le sue opere in tutto il mondo e dal 2022 è art director di PEFC Italia, ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale.

È proprio dalla collaborazione con PEFC Italia, e per promuovere la campagna Forests are Home, che ha ideato, curato e progettato diverse collezioni:

  • la collezione Foresta, un “salotto” sostenibile realizzato in legno di provenienza certificata PEFC;

  • il progetto IncasTree, un’iniziativa che ha trasformato il legname colpito dal bostrico dopo la tempesta Vaia del 2018 in cinque arredi di design ecosostenibile,

  • la capsule Essenze Geometriche, una collezione di quattro oggetti di arredo che unisce estetica contemporanea, valorizzazione degli scarti di lavorazione e promozione delle filiere locali italiane.

Leggi anche: Come rendere circolare ogni elemento di arredo: ce lo spiega l’architetto Giorgio Caporaso

Festival e mostre incentrate su economia circolare e cambiamenti climatici

Nel corso degli anni sono diventati sempre più gli artisti impegnati nella sensibilizzazione sui temi ambientali attraverso l’arte, in tutte le sue forme, e da ciò sono nati numerosi festival e mostre dedicate all’argomento, raccogliendo grande successo, sia in termini di partecipazione in qualità di artisti che di pubblico.

Il festival Riscarti ne è un esempio: un evento culturale dedicato alla promozione dell’arte sostenibile e al riciclo creativo che si svolge da 11 anni a Roma. Riscarti mette al centro l’idea di trasformare i rifiuti in risorse, dimostrando come gli oggetti di scarto possano essere recuperati e valorizzati attraverso l’arte, il design e la creatività, sensibilizzando il pubblico sull’importanza dell’economia circolare e della riduzione degli sprechi. Piccola anticipazione: a settembre 2025 si terrà la dodicesima edizione del Festival!

Vi sono poi state diverse mostre e campagne che negli anni hanno raccolto o trasformato opere d’arte per trasmettere al pubblico come il cambiamento climatico possa impattare sui luoghi che conosciamo e che, in futuro, potrebbero per sempre cambiare.

Un esempio è la mostra, attualmente in corso in Francia, “100 œuvres qui racontent le climat”, nata su iniziativa del Musée d’Orsay che ha selezionato dalla sua collezione 100 capolavori “che raccontano la storia del clima”.

Leggi anche: 100 œuvres qui racontent le climat: un dialogo tra arte e cambiamento climaticoì

Meno recente, ma sempre di grande impatto, è stata la campagna di sensibilizzazione progettata da WWF Spagna in partnership con il Museo del Prado che, nel 2019, hanno trasformato quattro celebri opere, facenti parte della collezione del Museo di Madrid, degli artisti Goya, Sorolla, Velázquez e Patinir, tenendo conto dei mutamenti provocati dal cambiamento climatico, mettendo in evidenza come potrebbero essere oggi o in futuro le ambientazioni in cui sono state prodotte.

Attraverso le loro opere, gli artisti hanno il potere di sensibilizzare il pubblico sui temi ambientali, spingendo verso un cambiamento positivo e sostenibile nelle nostre società.

Leggi anche: Cultura a basso impatto, la sfida del festival “Le parole giuste”

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