giovedì, Novembre 6, 2025

Tra i riciclatori della plastica aumentano i fallimenti: è “l’inganno del riciclo”?

Secondo l’associazione Basel Action Network questi fallimenti in Europa e nei Paesi OCSE rivelano “l’inganno del riciclo”. Oppure sono frutto di dinamiche mercato ed errati business plan?

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, redattore di EconomiaCircolare.com e socio della cooperativa Editrice Circolare

Che il riciclo non sia sufficiente a tenere sotto controllo quell’enorme problema globale che è l’inquinamento da plastica lo ha detto anche Inger Andersen, la direttrice esecutiva del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente: Non riusciremo a uscire dalla crisi dell’inquinamento da plastica con il riciclo: abbiamo bisogno di una trasformazione sistemica per realizzare la transizione verso un’economia circolare”.  Dobbiamo ricordarcene: noi e chi in questi giorni a Ginevra prende parte ai negoziati per portare a casa il trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Il riciclo infatti, e la corretta gestione dei rifiuti, sono il cuore della soluzione proposta dai Paesi – soprattutto quelli in cui le fonti fossili hanno un peso importante nella bilancia commerciale – che non vogliono che il trattato metta bocca sulla produzione. Contro questa posizione e contro una lettura minimalista degli obiettivi del trattato, il Basel Action Network (BAN) – ONG di Seattle attiva per una piena applicazione della Convenzione di Basilea contro l’esportazione di rifiuti tossici verso i paesi in via di sviluppo – ha fatto un bilancio dei fallimenti di impianti di riciclo traendo conclusioni che bocciano il riciclo.

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Inganno del riciclo della plastica o dinamiche di mercato?

“Nei paesi OCSE un numero sempre maggiore di impianti di riciclaggio sta chiudendo”, avverte il BAN. Le cause, ricorda l’associazione, sono gli elevati costi di manutenzione e gestione e la bassa redditività legata “alla riduzione della domanda di plastica riciclata di qualità inferiore e alla crescente consapevolezza degli impatti ambientali del riciclaggio, come l’inquinamento da microplastiche e i rifiuti”. E poi c’è il costo relativamente basso della plastica vergine, che fa concorrenza (sleale, perché ignora gli impatti ambientali) a quella riciclata. “Negli Stati Uniti, molti impianti di riciclaggio californiani funzionano al 50% della capacità, mentre in Germania altri due grandi impianti di riciclaggio stanno chiudendo definitivamente i battenti”, afferma l’associazione. Che ha raccolto in una lista i casi analoghi in altri paesi: “Le aziende di riciclaggio di tutto il mondo stanno riscontrando problemi simili, con almeno trentatré strutture che hanno chiuso i battenti dal 2022”.

Secondo il Basel Action Network non si tratta di difficoltà legate ai mercato, ma della “fallacia dell’’economia circolare della plastica’“: “Mentre i Paesi OCSE, in particolare l’UE, continuano a raccogliere i rifiuti plastici sotto la bandiera del riciclaggio per raggiungere gli obiettivi di economia circolare, la chiusura degli impianti di riciclaggio nazionali ha portato a scaricare volumi crescenti di rifiuti nei paesi in via di sviluppo. Questi paesi destinatari spesso non dispongono di adeguate tutele ambientali e lavorative, dove la dispersione e la combustione tossica a cielo aperto sono diventati la norma”.

Secondo Paolo Arcelli, direttore di Plastic Consult (consulenza e ricerche di mercato nel settore delle materie plastiche) si tratta invece di problemi legati alle oscillazioni dei mercati: “Gli impianti possono marciare se le condizioni di mercato lo permettono: con dumping di riciclati low cost di importazione (e di polimeri vergini spacciati per riciclati) e più in generale con un livello di prezzo delle materie prime persistentemente basso da parecchi trimestri c’è poco da fare”. Sono le stesse considerazioni di Ton Emans, presidente dell’associazione dei riciclatori UE (Plastic Recyclers Europe). Arcelli aggiunge poi: “Personalmente ritengo anche siano stati fatti dei business plan totalmente ciccati, soprattutto all’estero, ma questo è un mio parere personale”.

riciclo plastica
Foto: Canva

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