Le luci al neon delle offerte lampeggiano, le caselle email esplodono di irripetibili codici sconto e i social media diventano una vetrina infinita di “ultime occasioni”. È il canto delle sirene del Black Friday, il venerdì nero che, ogni anno, spinge milioni di persone ad una corsa sfrenata all’acquisto con offerte che ormai si prolungano ben oltre le 24 ore dell’originaria giornata di shopping compulsivo. Mentre il carrello si riempie, il pianeta si svuota. Quest’anno, il 28 novembre 2025, una voce si leva controcorrente, più forte e necessaria che mai: è il Buy Nothing Day, la Giornata del Non Acquisto.
Nata da un’idea dell’artista canadese Ted Dave e promossa a livello globale dal collettivo anti-consumista Adbusters, la giornata non è un invito alla privazione, ma una esortazione ad un atto di resistenza e consapevolezza, un’occasione per fermarsi, riflettere e chiedersi: abbiamo davvero bisogno di tutto ciò che ci viene proposto? La risposta, molto spesso, è un sonoro “no“.
Il Buy Nothing Day si colloca strategicamente come contraltare del Black Friday, ma il suo spirito si allinea perfettamente ad un’altra iniziativa che lo precede di pochi giorni: il Circular Monday che, nel 2025, cade il 24 novembre. Se il lunedì ci invita a scegliere modelli di consumo circolari, il venerdì ci sfida a fare un passo in più: non acquistare affatto, per riscoprire il valore di ciò che già possediamo.
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Il costo nascosto dietro lo sconto
Il Black Friday è l’emblema di un modello economico lineare che sta mostrando tutte le sue crepe: produzione di massa, consumo compulsivo e smaltimento rapido. La sovrapproduzione, alimentata da una domanda artificialmente gonfiata da marketing aggressivo, ha un impatto ambientale devastante. Ogni prodotto “in offerta” porta con sé un’impronta ecologica fatta di emissioni di CO2 per la produzione e il trasporto, consumo di acqua, di materie prime e inquinamento.

Pensiamo alla logistica globale: milioni di pacchi viaggiano per migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre porte in 24 ore. Che dire poi dei resi? Una percentuale significativa dei prodotti acquistati online durante questi eventi viene restituita. Purtroppo, per molte aziende, il costo di gestione del reso (controllo, re-imballaggio, stoccaggio) è superiore al valore del prodotto stesso. Il risultato? Milioni di tonnellate di merci perfettamente funzionanti, dall’elettronica all’abbigliamento, finiscono direttamente in discarica o all’inceneritore, senza essere mai state usate.
Un capitolo a parte merita il fast fashion, settore che, più di ogni altro, incarna la cultura dell’usa e getta. Capi di bassa qualità, prodotti a ritmi insostenibili in filiere spesso poco trasparenti e con gravi violazioni dei diritti dei lavoratori, vengono venduti a prezzi stracciati per essere indossati poche volte e poi gettati via. La conseguenza è un fiume di rifiuti tessili che soffoca il pianeta e microplastiche che contaminano i nostri oceani.
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Dieci consigli per un Black Friday (davvero) circolare
Partecipare al Buy Nothing Day non significa chiudersi in casa e annoiarsi. Al contrario, è un’opportunità per liberare tempo, energia e creatività, trasformando una giornata di consumo in una celebrazione della sostenibilità. Ecco una guida pratica con dieci alternative circolari agli acquisti compulsivi.
- Ripara, non sostituire
Lo smartphone con lo schermo rotto, il paio di jeans con uno strappo, il frullatore che non si accende più, invece di cercare dei sostituti scontati dedica il Buy Nothing Day alla riparazione. Cerca un Repair Café nella tua città, guarda un tutorial online o riscopri il piacere di aggiustare le cose con le tue mani. Riparare un oggetto allunga la sua vita, evita la produzione di un rifiuto e ti fa risparmiare. - Esplora il mondo del second-hand
Se hai davvero bisogno di qualcosa, il mercato dell’usato è una miniera d’oro. Da prediligere sono i negozi fisici vicino a noi (e, solo in second’ordine, eventuali piattaforme che richiedano una spedizione). Puoi trovare davvero di tutto: abbigliamento, mobili, libri ed elettronica di ottima qualità ad una frazione del prezzo e dell’impatto ambientale. Acquistare di seconda mano è uno dei gesti circolari per eccellenza. - Noleggia ciò che usi di rado
Ti serve un trapano per montare una mensola? Un abito elegante per una cerimonia? Attrezzatura da sci per un weekend sulla neve? Il noleggio è la soluzione. Invece di possedere oggetti che useresti una o due volte l’anno, puoi accedere al loro utilizzo solo quando serve. Esistono piattaforme di noleggio tra privati e servizi specializzati per ogni esigenza. Se sei una persona fortunata, potresti avere vicino una oggettoteca ed ottenerli in prestito. - Organizza uno “Swap Party”
Trasforma il “non acquisto” in un evento sociale. Invita amici ed amiche a casa per uno “swap party”: ognuno porta vestiti, libri o oggetti che non usa più e li scambia con quelli degli altri. È un modo divertente e a costo zero per rinnovare il guardaroba o la libreria, promuovendo il riuso e la convivialità. - Fai un “decluttering” digitale e fisico
Invece di aggiungere, sottrai. Dedica la giornata a fare ordine in casa e nei tuoi dispositivi. Cancella le email inutili (anche i server consumano energia!), disiscriviti dalle newsletter commerciali che ti bombardano di offerte e riorganizza armadi e cassetti. Potresti riscoprire tesori dimenticati o decidere di vendere o donare ciò che non ti serve più, alimentando l’economia circolare. - Regala (e regalati) esperienze
I regali più preziosi non sono oggetti, ma ricordi. Se stai pensando ai doni di Natale, sostituisci i prodotti materiali con esperienze: un biglietto per un concerto, un buono per una cena in un ristorante a km 0, un corso di ceramica, una giornata alle terme. Un’esperienza non produce rifiuti e arricchisce la vita di chi la riceve. - Riscatta il valore della condivisione
L’economia della condivisione (sharing economy) va oltre il car sharing. Esistono biblioteche degli oggetti (tool libraries) nelle quali è possibile prendere in prestito attrezzi, spazi di co-working per condividere l’ufficio e persino orti urbani condivisi. Il Buy Nothing Day è il momento perfetto per informarti sulle iniziative di condivisione attive nella tua comunità. - Sostieni l’economia locale e artigianale
Se senti l’esigenza di acquistare un oggetto, boicotta le grandi catene e le piattaforme di e-commerce globale. Visita invece la bottega artigiana sotto casa, il mercato contadino o un negozio che vende prodotti sfusi: sostenere le piccole realtà locali significa investire nella tua comunità, ricordandoti di acquistare prodotti di qualità, durevoli e con una storia. - Dedicati all’autoproduzione
Usa il tempo risparmiato dallo shopping per creare qualcosa con le tue mani. Prepara conserve con la frutta di stagione, costruisci una piccola libreria con legno di recupero, riadatta un abito trasformandolo magari in una maglia e una gonna. L’autoproduzione è un atto di indipendenza dal mercato, un modo per controllare la qualità di ciò che usi e un’attività incredibilmente gratificante. - Investi in conoscenza
Il miglior investimento è quello su se stessi. Invece di acquistare un prodotto, conquista conoscenza. Leggi un libro sull’economia circolare, guarda un documentario sull’impatto ambientale del consumismo, segui un webinar sulla sostenibilità. Diventare un consumatore più informato è il primo passo per un cambiamento reale e duraturo.
Oltre il 28 novembre: un impegno quotidiano
Il Buy Nothing Day non è il traguardo, ma un punto di partenza: è un esperimento di 24 ore che ci dimostra che un’alternativa è possibile e che la nostra felicità non dipende dal prossimo acquisto. L’obiettivo è trasformare questa consapevolezza in un’abitudine, integrando i principi di riduzione, riuso, riparazione e condivisione nella nostra vita di tutti i giorni.

Il 28 novembre 2025 proviamo a spegnere le notifiche delle offerte e ad accendere la nostra coscienza critica: scopriremo che la vera ricchezza non risiede nell’accumulo di oggetti, ma nella qualità delle nostre esperienze, nella forza delle nostre relazioni e nella salute del pianeta che ci ospita. Il miglior affare che possiamo fare è investire in un futuro più sostenibile per tutti.
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