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martedì, Maggio 14, 2024

Troppo black questo friday. Ma il problema è il resto dell’anno!

Torna il Black Friday, il venerdì nero per il Pianeta che ci farà, forse, risparmiare ma costerà in termini di risorse, emissioni e rifiuti. Marchi etici e associazioni ambientaliste rilanciano iniziative per allontanarci dal consumismo sfrenato made in Usa. A cambiare però deve essere il sistema

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Redazione EconomiaCircolare.com

Ben 435 voli tra Londra e New York in un giorno solo: è questo il peso, in termini di emissioni, delle sole consegne dei prodotti acquistati nel Regno Unito oggi, durante il Black Friday. In Europa l’intera settimana del Black Friday vale 600.000 tonnellate aggiuntive, stando a calcoli fatti da Transport & Environment: il doppio di una settimana standard e l’equivalente delle emissioni annuali di tutti i camion che circolano in Bulgaria.

Decisamente troppo “nero” per essere un solo giorno. A maggior ragione se pensiamo che alle 429.000 tonnellate di gas serra emessi solo nell’unica giornata del Black Friday del 2020 nel Regno Unito – circa lo 0,12% delle emissioni annuali totali del Paese – si aggiungono diversi altri impatti. Estrazione delle materie prime, solo di rado riciclate, costi ambientali ed emissioni in fase di produzione e trasporto (specie con l’instant delivery), imballaggi che solo in piccola percentuale saranno riciclati e in rarissimi casi riutilizzati, distruzione dei resi per gli acquisti online e, non in ultimo, prodotti destinati spesso a un fine vita troppo breve. 

Secondo un dossier pubblicato nel 2019, se si prosegue in un’ottica di economia lineare, l’80% della plastica, dei prodotti tessili e dei prodotti elettronici continuerà a finire in discarica, incenerito o, nella migliore delle ipotesi, in parte riciclato, spesso dopo pochi utilizzi. E l’aumento degli scarti da imballaggio gettati via in questi giorni di sconti – così come nel periodo delle feste natalizie – è sotto gli occhi di tutti, a volte con gli esiti peggiori: secondo un report dell’associazione ambientalista Oceana fino a 10 mila tonnellate dei rifiuti di imballaggi in plastica generata da Amazon sarebbero finite nei mari e nei fiumi di tutto il mondo. 

Certo, quelli che potremmo definire “Fridays for past”,  i venerdì della corsa ai presunti acquisti super-scontati, sono la punta di un iceberg.

Leggi anche: Amazon, quanta plastica! L’ong Oceana: “In mare 10 mila tonnellate di imballaggi”

La corsa agli sconti non è più un’esclusiva del venerdì nero

Da quando, nel 1924, i grandi magazzini Macy’s scelsero di offrire ai clienti degli sconti molto vantaggiosi per dare il via allo shopping natalizio, il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento, il modello è stato replicato con fedeltà non solo nelle grandi catene o online ma anche nei piccoli negozi, fino a diventare un fenomeno internazionale.

Nel 2021, secondo quanto riportato da Forbes, proprio negli Stati Uniti le vendite online del Black Friday sono diminuite per la prima volta in assoluto. Il Cyber Monday ha nettamente superato il Black Friday durante il weekend Cyber Five, che va dal giovedì del Ringraziamento al lunedì.

In parte, questo è dovuto al moltiplicarsi dei giorni dedicati alle “offerte speciali” durante tutto l’anno: non solo il Cyber Monday, ma anche il Prime Day, diffuso ormai anche in Italia, o lo Small Business Saturday e l’Afterpay Day; inoltre, spesso gli stessi sconti legati al Black Friday vengono prolungati a tutta la settimana, se non a tutto il mese.

In un sistema, quello delineato dalla pandemia, in cui l’acquisto online è diventato un’esigenza, oltre che un’opportunità – spingendo spesso anche le più piccole attività commerciali a sperimentare delle difficoltose modalità di vendita online – i consumatori hanno fatto esperienza non solo della mancanza di urgenza di acquistare proprio in quel dato giorno, ma anche del fatto che la convenienza è spesso solo di facciata, trattandosi molte volte di sconti su prezzi di listino e non sull’ultimo prezzo in cui è stato messo in vendita il prodotto, come emerge da un’analisi di Altroconsumo.

Inoltre, le offerte potranno rivelarsi meno convenienti anche a causa del rincari energetici e potrebbero esserci ritardi o mancate disponibilità causati dell’interruzione delle catene di fornitura. Ciononostante la corsa agli acquisti non si ferma: secondo lo studio PwC Black Friday/Cyber Monday Italy 2022, l’84% degli italiani acquisteranno tra il 25 e il 28 novembre, anche se il 47% dichiara che farà acquisti se ritiene che ci sia un’offerta sufficientemente conveniente mentre solo il 7% afferma di non essere interessato ad acquistare.  

Sebbene il fatto che il colosso Amazon, leader indiscusso dell’e-commerce, preveda il licenziamento di circa 10mila dipendenti sia da ascrivere al periodo di forte difficoltà economica che tocca i big della tecnologia (tra cui Meta e Twitter, per citarne alcuni) è forse anche il segnale del cedimento di un sistema che non ha retto la logica pandemica dell’acquisto online senza se e senza ma.

Leggi anche: Quanto costa comprare con un click? Il peso ambientale e sociale dell’e-commerce

Il contrattacco: dal Circular Monday, al Green Friday al Buy nothing day

Se è vero che per molte persone il Black Friday può rivelarsi l’unico momento in cui potersi concedere l’acquisto di alcuni beni essenziali in altri momenti inavvicinabili, è anche vero che nella nostra società spesso il concetto stesso di essenziale rischia di essere controverso, e di portarci nuovamente verso un consumismo che si nutre di bisogni indotti. Resta però la convinzione che al di là della responsabilità del singolo e del suo enorme potere d’acquisto, a dover essere riformato è il sistema. 

Alcuni consumatori, specie tra la generazione Z – da una parte vittime inconsapevoli dei colossi dell’ultra fast-fashion e dall’altra portatori di nuove sensibilità e consapevolezze – manifestano esigenze di acquisto diverse, che a volte posso coincidere proprio con l’astenersi dal comprare

Di seguito alcune giornate tematiche, suggerite anche da MarketScreener, che contrappongono alla logica dell’acquisto impulsivo da Black Friday un approccio lento di sostenibilità: 

  • Il Circula Monday, il lunedì antecedente al Black Friday, cade nella Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti ed è un’iniziativa svedese che al consumismo sfrenato del “venerdì nero” contrappone una giornata che pone l’accento sui consumi utili e necessari, all’insegna del riciclo e del riutilizzo.
  • Il Green Friday promuove, ad esempio, l’attenzione allo shopping responsabile acquistando da piccoli negozi locali o articoli di seconda mano.
  • Il Giving Tuesday, in genere il martedì dopo il Ringraziamento (quest’anno sarà il 29 novembre), è invece dedicato al dare. Questo può avvenire in qualsiasi forma, come donare cibo ai banchi alimentari, dare soldi in beneficenza o dedicare tempo al volontariato
  • Buy Nothing Day è poi lo stesso giorno del Black Friday, ma alcuni negozi il 25 novembre, invece di offrire grandi sconti, chiuderanno. Nella società dei consumi, non acquistare nulla di nuovo diventa un atto rivoluzionario e anche un trend: sui social non è raro vedere green influncer raccontare gli sviluppi del loro No buy year o No buy month, un anno o un mese in cui si rinuncia a comprare qualsiasi oggetto non sia, davvero, essenziale.

Leggi anche: Gli italiani consumano come se avessero a disposizione 2,8 Terre. Ecco i dati degli Overshoot day

Marchi etici che reinventano il Black Friday

In linea con le rinnovate esigenze dei consumatori e una maggiore sensibilità, non tutti i marchi offrono grandi sconti sui loro prodotti e sempre più aziende stanno boicottando il Black Friday a causa di preoccupazioni ambientali:

  • Patagonia non partecipa alle vendite del Black Friday da diversi anni, scegliendo invece di donare il 100% delle sue vendite durante il fine settimana a cause ambientali. Quest’anno l’azienda incoraggia le persone a comprare di meno, dando consigli su come prendersi cura dei vestiti e offrendo servizi di riparazione per gli articoli che ne hanno bisogno. Il loro programma WORN Wear consente di acquistare articoli Patagonia di seconda mano che sono stati scambiati.
  • Freitag vuole cambiare il Black Friday “da un giorno di shopping a un giorno di scambio”, chiudendo tutti i suoi negozi online e gestendo negozi dove si acquista attraverso il baratto in tutto il mondo. Qui le persone possono scambiare le loro vecchie borse Freitag invece di acquistarne di nuove.
  • Un’altra azienda che ha scelto di concentrarsi su capi di abbigliamento esistenti è Raeburn. La loro campagna Buy Nothing New incoraggia i clienti ad acquistare di seconda mano chiudendo i loro negozi online e vendendo articoli usati nei loro negozi fisici. Hanno anche laboratori dove le persone possono portare qualsiasi capo di abbigliamento (non solo della loro marca) da riparare.
  • Per tutto il mese di novembre, Deciem utilizza i propri canali di social media per aumentare la consapevolezza degli impatti negativi del Black Friday ed evidenziare alcuni dei vantaggi dei propri prodotti. Anche i loro negozi online e fisici sono chiusi durante il Black Friday per promuovere ulteriormente queste idee.
  • Invece del Black Friday, Birdsong nomina il giorno Trasparent Friday, dove la chiarezza consiste nell’evidenziare i veri costi della moda e i profitti della grande distribuzione rispetto a quanto fanno i produttori degli articoli. Quindi, quando le persone acquistano i loro articoli, possono scegliere di aggiungere uno sconto del 10% o del 15%, se lo desiderano. In alternativa, possono scegliere di pagare il prezzo intero o anche un extra per supportare le persone che realizzano i vestiti.

Leggi anche: Il ciclo tossico dell’ultra-fast fashion di SHEIN

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