giovedì, Novembre 6, 2025

Le raccomandazioni di Zero Waste Europe sul Circular Economy Act

In un documento la rete di ong Zero Waste Europe propone all’Unione Europea una serie di “raccomandazioni politiche” che vanno dalle alternative all’incenerimento alla riduzione delle risorse consumate fino alla prevenzione del consumo di plastica. Affinché l’economia circolare diventi, più che una soluzione tecnica per la gestione dei rifiuti, una bussola all’interno di una più ampia strategia industriale

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Redazione EconomiaCircolare.com

Che l’Unione Europea non se la passi tanto bene è un dato di fatto. Il riarmo da 800 miliardi di euro, deciso dalla Commissione Europea e dal Consiglio europeo senza passare dal Parlamento, testimonia come l’interesse primario dell’UE per il prossimo futuro sia rivolto al settore della difesa. E se delle disattenzioni per l’ambiente abbiamo parlato più volte, resta da capire quanto spazio di manovra c’è per l’economia circolare. Per capirlo può tornare utile un recente documento partorito da Zero Waste Europe, la rete europea che sostiene l’eliminazione dei rifiuti in toto e le pratiche necessarie per giungere a questo ambizioso obiettivo. 

In vista della pubblicazione del Clean Industrial Deal, lanciato dalla Commissione Europea a fine febbraio, ZWE ha diffuso una serie di “raccomandazioni politiche” relative al Circular Economy Act, il regolamento con il quale l’UE vorrebbe, come ricorda la stessa rete di ong,  “fungere da bussola  per guidare il modo in cui consumiamo e produciamo in modo diverso, come rafforziamo le comunità e costruiamo economie resilienti attraverso la creazione di posti di lavoro nei settori circolari”.

economia circolare copertina

Dalle alternative all’incenerimento alla riduzione delle risorse consumate, infatti, c’è ancora molto da fare. Specie perché, come sottolinea nella premessa Zero Waste Europe,  “l’Unione europea si trova in un momento critico, con sei confini planetari già violati e un’economia globale in rapida evoluzione”. Una possibile risposta a queste tendenze, quasi del tutto irrecuperabili ma non del tutto, l’economia circolare potrebbe essere una risposta rapida e diffusa

Leggi anche: Boom dell’export dei materiali riciclabili nell’Unione Europea

Da Unione Europea a Unione Europea e circolare?

“Più che una soluzione tecnica alla crisi dei rifiuti, dovrebbe servire da bussola all’interno di una più ampia strategia industriale”: è l’efficace formula con la quale Zero Waste Europe introduce l’importanza dell’economia circolare per l’Unione Europea. Un’importanza citata anche nel recente Clean Industrial Deal anche se, a detta di esperte e di esperti, serve ben più di qualche citazione sparsa e di qualche provvedimento ad hoc.

Di ciò sembra essere convinta anche Zero Waste Europe. Nelle 17 pagine del position paper pubblicato sul prorio sito, le esperte e gli esperti di ZWE sottolineano innanzitutto che l’Unione Europea si trova davanti a sfide complesse per quel che riguarda l’economia circolare, e che bisogna affrontare di petto. Ecco quali:

  • politiche di economia circolare che danno priorità all’efficienza delle risorse ma non riescono ad affrontare il problema del consumo in continuo aumento, con conseguente stagnazione del tasso di circolarità ed elevata dipendenza dalle importazioni;
  • considerazioni trascurate sulla sicurezza e la salute umana;
  • le materie prime secondarie rimangono più costose di quelle primarie;
  • successo limitato della responsabilità estesa del produttore (EPR) nell’incentivare una migliore progettazione del prodotto e una riduzione degli sprechi;
  • sistemi di gestione dei rifiuti organici insufficienti;
  • grandi volumi di rifiuti residui vengono smaltiti in discarica e inceneriti.

Unione europea

A fronte di tali criticità, note ma ancora sottovalutate dai 27 Stati membri dell’Unione Europea, Zero Waste Europe elenca una serie di raccomandazioni da adottare che possono apparire note a chi legge assiduamente EconomiaCircolare.com ma che hanno il merito di sintetizzare per punti accessibili questioni dirimenti. Ecco dunque gli obiettivi da perseguire per ZWE affinché l’Unione Europea possa diventare anche un’unione circolare:

  • implementazione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) migliorato con una copertura completa di materiali e prodotti, con l’aggiunta dell’espansione del sistema di scambio delle emissioni (EU-ETS) ad altri impatti dei materiali, come ad esempio l’inquinamento atmosferico;
  • applicare criteri essenziali di eco-progettazione per la sicurezza e la sostenibilità del prodotto;
  • stabilire la circolarità come principio fondante nel Clean Industrial Deal;
  • creare incentivi economici per modelli di business circolari;
  • dare priorità alla gerarchia dei rifiuti come principio fondamentale;
  • definire obiettivi vincolanti per la qualità e la gestione dei rifiuti organici;
  • sistemi obbligatori di raccolta differenziata dei rifiuti misti;
  • rafforzare gli standard di importazione e i controlli di qualità;
  • armonizzare i criteri di fine rifiuto a livello dell’UE.

Come si può notare, sono tutti obiettivi ampiamente alla portata di un’Unione Europea che, se non vuole essere schiacciata dal ritorno degli imperialismi, invece di inseguire vane chimere militariste e finanziarie farebbe bene a perseguire l’agognata leadership a livello ambientale e circolare. Si tratta della partita decisiva per la salute e l’economia.

Leggi anche: Il bando UE per supportare le pmi verso l’economia circolare

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