Imparare a differenziare i rifiuti è fondamentale per permettere ai diversi materiali (umido, carta, plastica, alluminio, vetro ecc.) di rientrare in nuovi circuiti produttivi anziché finire in discarica. In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è stata, secondo i più recenti dati Ispra, pari al 61,35% nel 2019, con 306,29 chilogrammi di rifiuto differenziato per abitante. Esistono schemi diversi di raccolta differenziata: ciascuna città, o addirittura municipio, può avere un modello di gestione diversa. Informarsi sulle regole da seguire per ciascun materiale nel proprio Comune permette di smaltire i rifiuti in modo corretto. Ad esempio, verifica se nel tuo Comune la plastica si raccoglie insieme all’alluminio, dove si smaltisce il tetrapack, se i barattoli vanno lavati e le bottiglie schiacciate.
Nelle città in cui è attivo il servizio di raccolta porta a porta, è utile avere bene in mente i giorni e gli orari di raccolta, e le regole per differenziare in modo corretto. Per chi invece conferisce i rifiuti nei cassonetti comuni, aver ben chiaro le regole per differenziare aiuta ad avere basse percentuali di contaminazione delle diverse frazioni di rifiuto. Inoltre, ricordiamo sempre di utilizzare sacchi adatti alle diverse frazioni.
È importante tenere a mente che determinate tipologie di rifiuto devono essere conferite presso centri o punti di raccolta adibiti al fine di essere smaltiti nella giusta maniera. Parliamo di rifiuti come per esempio ingombranti, elettronici, oli di frittura, farmaci scaduti, che se dispersi nell’ambiente o conferiti in maniera errata possono provocare importanti impatti negativi sull’ambiente. Se si abita in un contesto rurale o hai un piccolo giardino, puoi creare del compost con la frazione umida per usarlo come fertilizzante per le tue piante.
Ridurre i rifiuti è meglio
Il modo migliore per aiutare l’ambiente è ridurre il più possibile la produzione di rifiuti in casa. E’ davvero difficile avere uno stile di vita a rifiuti zero, ma ci sono molti accorgimenti che possono permetterci di diminuire le quantità che produciamo pro capite: acquistare prodotti sfusi per evitare il packaging, bere acqua del rubinetto per non acquistare bottiglie di plastica, utilizzare la shopper per evitare buste in plastica. In casa spesso vogliamo anche liberarci di vestiti inutilizzati, scarpe consumate o apparecchi elettronici non funzionanti.
Nel caso delle scarpe, esiste per esempio il progetto ESOSport che recupera le scarpe da ginnastica usurate per generare materia prima seconda per la creazione di parchi giochi per bambini e piste di atletica. Per le apparecchiature elettroniche mal funzionanti che non vogliamo più in casa, c’è sempre un’alternativa al cassonetto. Che siano stampanti, computer, elettrodomestici, sono numerose le realtà che si occupano di rigenerazione e recupero, come Hacking Labs, Sapi, Reware e Astelav. Queste sono solo alcune delle categorie di rifiuto più problematiche che possiamo produrre in una casa. E’ importante tenere a mente che per ogni oggetto da gettare esiste sicuramente una modalità ben definita di smaltimento: per non sbagliare seguite le istruzioni presenti sui siti delle aziende di rifiuti del proprio Comune o fate affidamento alle app che aiutano nello smistamento con informazioni sempre aggiornate sulle regole comunali, come Junker e Riciclario.
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