giovedì, Novembre 6, 2025

Comunità energetiche: partenza lenta ma nuove opportunità col decreto in arrivo

La scadenza del 30 giugno 2026, in cui dovranno essere realizzate le opere finanziate dal PNRR, è dietro l'angolo. E su temi come le comunità energetiche l'Italia è molto indietro rispetto agli obiettivi. Ecco perché il MASE accelera con un nuovo decreto che amplia gli incentivi alle città di medie dimensioni

Alessandro Coltré
Alessandro Coltré
Giornalista pubblicista, si occupa principalmente di questioni ambientali in Italia, negli ultimi anni ha approfondito le emergenze del Lazio, come la situazione romana della gestione rifiuti e la bonifica della Valle del Sacco. Dal 2019 coordina lo Scaffale ambientalista, una biblioteca e centro di documentazione con base a Colleferro, in provincia di Roma. Nell'area metropolitana della Capitale, Alessandro ha lavorato a diversi progetti culturali che hanno avuto al centro la rivalutazione e la riconsiderazione dei piccoli Comuni e dei territori considerati di solito ai margini delle grandi città.

Nuovi incentivi in arrivo per i Comuni che vogliono avviare una Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Il 16 maggio scorso il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Frattin ha firmato il decreto che introduce delle modifiche alla disciplina per l’incentivazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e l’autoconsumo diffuso.

Finora l’erogazione dei contributi legati alla misura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) era riservata ai Comuni sotto i 5.000 abitanti. Con il nuovo decreto, il bonus (del valore del 40% dei costi ammissibili) estende la soglia ai territori con una popolazione inferiore ai 50.000 residenti, ampliando così il potenziale bacino di beneficiari. Valido anche per le richiesta già presentate, la misura punta a generare un nuovo rilancio delle CER nell’Italia intermedia.

italia comunità energetiche

Per accedere all’incentivo, gli impianti dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026 ed entrare in funzione entro due anni dalla fine dei lavori, comunque non oltre il 31 dicembre 2027. Valido anche per le richieste già presentate, l’anticipazione del contributo in conto capitale che i beneficiari possono chiedere passa dall’attuale 10% al 30%. “In ogni caso – si legge nel decreto – le quote a saldo sono erogate al completamento dei lavori sulla base della presentazione della richiesta di rimborso finale da parte del beneficiario, comprensiva della documentazione a comprova della conclusione dei progetti agevolati”.

L’estensione dei soggetti ammessi e l’inclusione degli impianti esistenti potrebbero rilanciare iniziative già avviate e attrarre nuovi aderenti, finora frenati da limiti normativi e dalle difficoltà burocratiche. L’obiettivo è semplificare le procedure, ampliare la partecipazione e attivare risorse pubbliche inutilizzate.

Leggi anche: Il flop delle CER in Italia: raggiunto l’1% degli obiettivi del PNRR. Ma le richieste sono in aumento

“Tagliate fuori le comunità energetiche delle città”

“Crediamo fortemente nelle comunità energetiche come strumento per fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili. Con questo intervento normativo rafforziamo un percorso iniziato oltre un anno fa, volto ad aumentare i benefici ambientali, economici e sociali per le famiglie italiane”, ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto.

L’ampliamento degli incentivi ai Comuni più grandi è anche la conseguenza di uno stallo. Nel 2021 il PNRR ha destinato 2,2 miliardi di euro per sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili, con l’obiettivo di installare 1.730 MW di nuova capacità entro il 30 giugno 2026. Tuttavia i numeri attuali sono ancora lontani dal traguardo: al 23 aprile è stato assegnato il primo pacchetto di fondi, pari a poco più di 8,5 milioni di euro per una potenza complessiva inferiore ai 20 MW. Un avvio lento, che evidenzia le difficoltà nell’attuazione concreta degli obiettivi.

Ocse città circolari
Fonte: Canva

A segnalare il fermo della diffusione delle CER è l’eurodeputato del Movimento Cinque Stelle Daniele Tamburrano, che alla notizia del nuovo decreto ha segnalato i rischi di escludere le grandi città. “Restano tagliate fuori dai finanziamenti PNRR le CER delle città – ha detto Tamdurrano – È un’ingiustizia, è una discriminazione non ammessa dal diritto europeo. Infatti nei documenti nazionali e UE ufficiali relativi ad Italia e PNRR è scritto che i contributi PNRR riguardano in particolare le CER situate in piccoli Comuni. Quell’in particolare, che non escluderebbe gli altri Comuni, non compare mai nelle parti realmente dispositive del decreto attuativo italiano. Col risultato che la discriminazione esiste”, dichiara Tamburano.

Ora il decreto sarà trasmesso alla Corte dei Conti per le verifiche di competenza, prima della pubblicazione e della successiva entrata in vigore.

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