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lunedì, Dicembre 16, 2024

Ecodesign the future, prende il via il corso sul packaging del futuro: le riflessioni del kickoff

Primo workshop progettuale realizzato da Economiacircolare.com in collaborazione con Erion Packaging e finalizzato alla pratica e alla cultura dell’eco-progettazione in ottica di economia circolare

Silvia Santucci
Silvia Santucci
Giornalista pubblicista, dal 2011 ha collaborato con diverse testate online della città dell’Aquila, seguendone le vicende post-sisma. Ha frequentato il Corso EuroMediterraneo di Giornalismo ambientale “Laura Conti”. Ha lavorato come ufficio stampa e social media manager di diversi progetti, tra cui il progetto “Foresta Modello” dell’International Model Forest Network. Nel 2019 le viene assegnata una menzione speciale dalla giuria del premio giornalistico “Guido Polidoro”

É iniziato Ecodesign the future: packaging edition, il percorso formativo e progettuale dedicato a giovani studentesse e studenti che mira ad avviare una riflessione e stimolare proposte concrete su quello che sarà il packaging del futuro, in una visione sostenibile e di circolarità.

Al lancio dell’iniziativa, tenutasi online martedì 18 ottobre e live sulle pagine social della nostra testata, sono intervenute diverse personalità di spicco del mondo accademico e delle imprese: il direttore editoriale di EconomiaCircolare.com Raffaele Lupoli, il presidente di Erion Packaging  Maurizio Bernardi,  il direttore di ISIA Roma Design Massimiliano Datti, il direttore dell’Accademia di Belle Arti e Design Poliarte di Ancona Giordano Pierlorenzi, il designer e docente universitario Marco Pietrosante, e il caporedattore di Economia Corriere della Sera Nicola Saldutti.

Il workshop

Si tratta di un’occasione di alta formazione e di introduzione al mondo del lavoro: i partecipanti, 30 studenti e studentesse o neolaureati e neolaureate in diverse discipline, attraverso 50 ore tra didattica frontale e workshop progettuale, avranno la possibilità di approfondire tematiche proprie della green e circular economy e, più nello specifico, dell’eco-progettazione.

Lavoreranno a dieci nuovi concept eco-progettuali basati su riciclo ma soprattutto sul riuso, con l’obiettivo di implementare modelli di distribuzione più sostenibili nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). Gli autori dei tre progetti più meritevoli avranno poi accesso a colloqui con le aziende del sistema Erion per l’attivazione di tirocini.

“I settori dell’economia circolare e dell’ecodesign – ha detto Raffaele Lupoli, direttore editoriale di EconomiaCircolare.com – sono costantemente a rischio greenwashing: c’è bisogno invece di fare una riflessione che necessiti di competenze. È quello che cercheremo di fare in questo corso con l’aiuto di docenti universitari, addetti ai lavori ed esperti, anche di politiche di prevenzione dei rifiuti. Questa iniziativa è infatti focalizzata sul packaging ma l’Europa ci impone una gerarchia dei rifiuti che guarda non solo alla produzione di materia prima seconda per il riciclo ma anzi antepone la prevenzione dei rifiuti e presenta quindi la necessità di ridurli. Sfideremo perciò i corsisti nell’inventare soluzioni per fare meglio con meno”.

Marco Pietrosante, designer e docente universitario che accompagnerà i partecipanti durante la parte progettuale, ha sottolineato come le apparecchiature elettroniche siano un prodotto che ha a che fare con la vita di tutti noi, e che “attraverso la lettura e l’uso corretto di questi strumenti possiamo comunicare anche un modo diverso di affrontare il tema del recupero e dell’economia circolare”.

“Siamo convinti – ha aggiunto – che il design sia una materia trasversale che debba avere la capacità di catalizzare attorno alle tematiche della contemporaneità le competenze più disparate: è per questo che nel nostro gruppo ci sono studenti e studentesse che provengono da corsi di laurea diversi come filosofia, ingegneria, design, economia, grafica e comunicazione”.

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Verso il cambiamento del mondo del lavoro

“Siamo in un momento di grande cambiamento storico”, ha ricordato Maurizio Bernardi, presidente di Erion Packaging. “Stiamo uscendo da una pandemia che ha segnato fortemente i nostri paradigmi di consumo e di produzione, e stiamo adesso rientrando in una fase di ricostruzione, caratterizzata da un forte ottimismo ma anche una sorta di nuovo Umanesimo, in cui al centro c’è la persona. La tecnologia in questo è uno strumento importante ma sono le persone, la creatività, lo spirito imprenditoriale che fanno la differenza”.

Per questo, prosegue, “come azienda ci chiediamo cosa significhi essere davvero sostenibili. Mentre un tempo veniva trattato come un problema da affidare a terzi, oggi il packaging è diventato un tema centrale dell’azienda stessa, così come lo smaltimento del RAEE. Il dialogo che vedo in questo corso tra mondo della ricerca, imprese e istituzioni pubbliche è significativo perché permette di mettere in connessione le esigenze del mondo produttivo con le soluzioni che può proporre il mondo della ricerca, e così aumentare la velocità nell’implementare le soluzioni”.

Durante la presentazione del corso, Nicola Saldutti, caporedattore Economia Corriere della Sera, ha invece sottolineato come le aziende stiano subendo una profonda trasformazione e come si stiano creando nuovi mestieri legati alla sostenibilità. “Il punto interessante di questa iniziativa – ha rimarcato – è che non ci sono soluzioni che esistono e che qualcuno deve mettere a terra ma c’è la ricerca di nuove soluzioni. Oggi il livello di consapevolezza è cresciuto tantissimo ma deve accompagnarsi alla ricerca di risposte”. Lo stesso concetto di rifiuto, ha aggiunto, “negli ultimi anni è cambiato notevolmente: la quota di rifiuti si è ridotta grazie all’innovazione tecnologia; perciò, questo Umanesimo digitale e ambientale deve tenere conto della velocità di risposta perché non abbiamo un Pianeta B”.

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La psicologia del packaging

“Vanno attivate delle strategie – è stata l’esortazione di Massimiliano Datti, direttore ISIA Roma Design – che siano di stimolo e che permettano un avvicinamento del pensiero e dell’atteggiamento al consumo, così che anche la progettazione segua questa scia. Un progettista può lavorare su un bisogno reale o inesistente ma non vedo più l’esigenza di progettare a vuoto, continuando a consumare il Pianeta”.

Ma ideare e progettare un packaging è un’operazione complessa che richiede la considerazione di molteplici aspetti, come ha spiegato Giordano Pierlorenzi, direttore Accademia di Belle Arti e Design Poliarte di Ancona, dove da 50 anni ci si occupa di packaging in tutti i suoi aspetti: funzionale, comunicativo, estetico ma anche psicologico, applicando il neuromarketing al packaging.  “L’ergonomia si occupa del rapporto uomo, prodotti, ambiente, cercando di ottenere non solo la salute e la sicurezza dell’utente ma soprattutto il benessere, quindi la realizzazione di prodotti che abbiano una certa qualità nei servizi”.

Al termine del kickoff e dei saluti istituzionali dei promotori del corso, si è tenuta la prima lezione sul tema del service design a cura di Gianmarco Bressanelli, ricercatore del Laboratorio RISE, Research & Innovation for Smart Enterprises, del DIMI, Department of Mechanical and Industrial Engineering, dell’Università degli Studi di Brescia.

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