La responsabilità estesa del produttore – quel meccanismo normativo ed economico che attribuisce il finanziamento e l’organizzazione della gestione del fine vita dei beni a chi i beni li produce – si è dimostrato quasi sempre uno strumento efficace per incentivare raccolta e riciclo. Ma questo principio si colloca all’interno del perimetro concettuale e pratico della gerarchia dei rifiuti, che innanzitutto prevede la prevenzione.
Questo oggi non accade. Ma domani? La responsabilità del produttore potrà abbracciare le prime fasi della gerarchia: la riduzione, la riparazione, il riuso? Serviranno aggiustamenti normativi? Saranno i produttori a doversi adeguare?
O dovremo accontentarci di un EPR che si adagia sul riciclo, puntando invece sulle altre norme ambientali appena approvate o in arrivo in Europa per migliorare la progettazione, incentivare la riparazione, sostenere il riuso? E poi: l’EPR così com’è oggi, è giusto? È giusto il modo in cui viene determinato il contributo ambientale pagato dai cittadini consumatori e versato da quelli che la legge chiama produttori? È giusto come questo contributo viene utilizzato?
Per provare a farci un’opinione, per provare ad immaginare il futuro della responsabilità estesa, abbiamo chiamato a raccolta esperti provenienti da diversi ambiti ma accomunati dalle competenze sui sistemi di responsabilità estesa, pur osservata da prospettive diverse.
Buona lettura.