Obsolescenza

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    Lobsolescenza indica la perdita di valore o efficienza di un bene a causa della sua usura o della comparsa sul mercato di un bene della stessa categoria più recente e dunque più attrattivo. Anche se quel bene è ancora utile o attivo o pronto per essere riciclato. L’obsolescenza fa sì che quindi non c’è un reale legame tra ciò che acquistiamo e ciò di cui abbiamo realmente necessità.

    Programmato per morire

    Quel che appare evidente è che l’obsolescenza è un fenomeno che spinge a mantenere alti i livelli consumismo, comportando un intensivo sfruttamento delle risorse e una notevole produzione di rifiuti. In ogni caso si distinguono due tipi di obsolescenza:

    • obsolescenza percepita, dettata non tanto dall’effettiva usura del prodotto quanto dal desiderio di possedere l’ultimo modello sul mercato. Quindi i consumatori vengono messi in condizione di percepire un bene obsoleto non per le sue prestazioni quanto per la presenza di nuovi modelli ritenuti più moderni. La moda quindi rende un prodotto ‘vecchio’, seppur funzionante, per spingere i consumatori ad acquistarne uno nuovo che ben poco cambia dal punto di vista della funzionalità
    • obsolescenza programmata, si ha quando un prodotto è progettato in origine per avere una vita limitata, accorciando il potenziale di utilizzo e di conseguenza riducendo i tempi per una sua sostituzione o riparazione. Questo tipo di obsolescenza comporta un aumento immediato di profitto per le aziende che creano i relativi prodotti ma in maniera speculare si traduce in un aumento dei costi per i consumatori, oltre che a creare enormi quantità di rifiuti e risultare dannosa per l’ambiente.

    Possibili soluzioni

    Diventa evidente che l’obsolescenza, cardine dell’attuale modello di sviluppo, è un vero e proprio fenomeno dannoso che comporta conseguenze economiche, culturali, sociali e ambientali. Per questo motivi da tempo l’Unione Europea lavora per promuovere la durabilità dei prodotti, strategia base dell’economia circolare. Entro il 2022 la Commissione europea riconoscerà il “diritto alla riparazione” anche per telefoni, computer e tablets, dopo averlo fatto per gli elettrodomestici: per evitare il problema dell’obsolescenza prematura si vogliono obbligare i produttori a garantire la disponibilità di pezzi di ricambio, la riparabilità del prodotto e la possibilità di aggiornare componenti o software dei prodotti.