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Il tema della prevenzione accompagna dalla nascita gli obiettivi dei sistemi di responsabilità estesa. Il desiderio di incidere su questi aspetti, se non correttamente indirizzato, rischia però spesso di rimanere spesso nel campo dell’ambizione, fagocitato dalla complessità e onerosità delle operazioni di raccolta, trasporto e trattamento rifiuti che assorbono la gran parte delle risorse finanziarie e operative dei sistemi EPR.
Ecomodulazione: difficile da raggiungere e con effetti limitati
Uno dei temi che ogni organizzazione che si occupa di EPR si trova o si è trovata ad affrontare è quello dell’ecomodulazione dei contributi sulla base delle caratteristiche dei prodotti, visto come una leva per indirizzare progettisti e aziende e influenzare anche i comportamenti di acquisto. L’esperienza ci dice che per quanto necessaria e virtuosa, questa differenziazione è faticosa da raggiungere (per alcuni sistemi ormai ben consolidati, come quelli riguardanti gli imballaggi, ha richiesto quasi vent’anni per essere raggiunta) e la sua capacità di incidere sulle scelte di design resta in molti casi limitata, soprattutto nel caso di prodotti poco standardizzati, ad esempio nel caso dei prodotti delle industrie creative come possono essere quelle dell’abbigliamento e dell’arredamento, in cui il prezzo varia di diversi ordini di grandezza in base al brand e alla qualità complessiva e in cui l’effetto dell’ecomodulazione verrebbe quindi maggiormente disperso.
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Il regolamento sull’ecodesign e i sistemi EPR
L’approvazione del regolamento ESPR sull’ecodesign dei prodotti, che vedrà la sua reale attuazione nei prossimi anni con regolamenti settoriali che in una prima fase vedranno coinvolti i settori del tessile e dell’arredamento, rappresenterà un passaggio importante a questo riguardo, che potrebbe mutare anche il ruolo dei sistemi EPR riguardo la prevenzione.
Occorre infatti riflettere sull’effetto del dispiegamento di questo regolamento che, una volta che saranno sviluppati e adottati i regolamenti settoriali per diverse categorie di prodotto, imporrà una base obbligatoria di criteri di sostenibilità per tutti i prodotti commercializzati in Europa. Sul mercato arriveranno in modo massiccio prodotti disegnati per permettere, almeno in potenza, molteplici cicli di utilizzo, riparazioni, riutilizzo o rigenerazione di parti e componenti, che però avranno bisogno di una “infrastruttura” ad oggi spesso assente o non organizzata, per poter sfruttare appieno queste potenzialità.
La possibilità di accedere a queste nuove opzioni richiede un intervento precoce, perché le regole di ecodesign danno più chance ai prodotti di poter estendere la propria vita utile ma queste chance vengono annullate nel momento in cui il prodotto non è più considerato per la sua funzionalità ma entra in un flusso di rifiuti destinati al recupero di materia.
In questo campo l’azione dei sistemi EPR, se adeguatamente indirizzata dal legislatore, potrà assumere una dimensione efficace in termini di prevenzione, facilitando la creazione, la crescita e la diffusione di un sistema di operatori, competenze, informazioni che possa affiancarsi alla tradizionale gestione del rifiuto come flusso industriale con una fase precoce che, coinvolgendo aziende, distributori e operatori specializzati, permetta di dispiegare tutte le operazioni che mirano al mantenimento della valore e delle funzionalità dei prodotti e dei loro componenti il più a lungo possibile.
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L’evoluzione del ruolo delle imprese
Le imprese colgono in questa trasformazione una opportunità di evoluzione del proprio ruolo. Nel campo dei prodotti di arredo, il Consorzio Nazionale Sistema Arredo, nato dalla volontà delle aziende produttrici per promuovere la creazione di uno schema di responsabilità estesa per l’arredo in Italia, ha proprio l’ambizione di riuscire a utilizzare il meccanismo della responsabilità estesa, oltre che per la dovuta e necessaria attività di gestione dei prodotti a fine vita, per affiancare gli sforzi delle aziende e rendere possibili anche le operazioni più nobili della catena delle R, come il riuso, la riparazione e la rigenerazione che potrebbero risultare, oltre che in un ovvio vantaggio ambientale, anche in un nuovo, più complesso ruolo per tutti gli attori del sistema produttivo.
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