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venerdì, Novembre 15, 2024

Regolamento imballaggi, così la politica e le imprese giudicano l’accordo dei ministri Ue

Cosa pensano i partiti politici, le imprese, le associazioni ambientaliste dell’accordo raggiunto ieri in Consiglio Ue sul regolamento imballaggi? Ecco una rapida carrellata

Sul regolamento imballaggi (PPWR – Packaging and packaging waste regulation), le differenti visioni dei ministri dell’ambiente europei non sono state sufficienti a rompere il fronte dei favorevoli che lascia così isolata l’Italia, unico Paese che ieri al Consiglio Ambiente di Bruxelles ha votare contro.

A quanto pare tra i ministri non c’è stata una vera votazione. La responsabile della Transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera, che presiede il Consiglio, avrebbe chiesto chi si opponeva all’approvazione dell’approccio generale, il testo condiviso che servirà a gennaio per la trattativa del trilogo: Finlandia e Malta hanno espresso alcune riserve ma hanno sostenuto il nuovo testo, l’Italia si è opposta.

Vediamo allora i pareri della politica, ma anche quelli del mondo produttivo, sul general approach approvato ieri. Pareri articolati, come leggerete, anche tra i contrari: tra chi boccia del tutto le misure e chi invece su alcuni passaggi chiede più coraggio.

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I contrari

Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. “La proposta – ha spiegato il Ministro, che ha partecipato ai lavori assieme al Viceministro Vannia Gava – non soddisfa le esigenze del nostro Paese, mentre siamo completamente allineati sulla posizione del Parlamento e speriamo che questa prevalga nei negoziati del trilogo”.

Intervenendo nella sessione del Consiglio, Pichetto aveva ribadito “la necessità di giungere a un testo bilanciato e ad obiettivi comuni senza ignorare le differenze tra gli Stati membri”. Tra le soluzioni prospettate, quella di “deroghe sul riuso a chi dimostra un’elevata percentuale di raccolta differenziata e riciclo”, come “passo verso un compromesso più equilibrato tra obiettivi di riciclo e riuso, tenendo conto delle differenti realtà e capacità di ciascun Paese”.

Il ministro ha spiegato, motivando il voto contrario, che “l’Italia è oggi al 56,5% di differenziata, contro una media del resto d’Europa del 48%”. Tre sono state le modifiche principali richieste dall’Italia e non accolte nel testo. “Sui cosiddetti compostabili – ha detto Pichetto – avevamo chiesto una proroga di qualche anno per adeguarsi”. “L’Italia – ha aggiunto – ha poi proposto parametri diversi su riuso e riciclo, prevedendo che laddove il riciclo raggiungeva percentuali superiori al 75-80% ci fosse uno spazio di deroga”. Infine, “sul riutilizzo e la ricarica, è stata accolta – ha proseguito il Ministro – una proposta della Germania sul settore del ‘beverage’ in favore di grandi imprese e non delle caratteristiche del mercato italiano, la cui struttura è di piccole e medie realtà, col rischio di incrinare l’equilibrio del mercato interno”.

Il viceministro all’Ambiente Vannia Gava “Continuiamo a ritenere la proposta di Regolamento non aderente ai contesti industriali nazionali e ai risultati raggiunti dai Paesi membri, che invece una direttiva avrebbe potuto valorizzare. L’imposizione, poi, di taluni obblighi e divieti, non motivati da approfondite valutazioni di impatto ambientale, economico e sociale sono una minaccia per i principi di sussidiarietà e proporzionalità, per gli investimenti intrapresi, per la concorrenza delle nostre imprese sui mercati internazionali e frammentano il mercato interno”. Così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava a margine del Consiglio Ambiente Ue sulla proposta del Regolamento Imballaggi.

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Antonio D’Amato, presidente European Paper Packaging Alliance (EPPA). “Purtroppo, la versione del PPWR che gli Stati membri hanno deciso di approvare annullerebbe decenni di progressi verso un’economia circolare e andrebbe contro l’approccio costruttivo adottato dal PE”, ha commentato Antonio D’Amato, presidente European Paper Packaging Alliance (EPPA). “L’imposizione di obiettivi di riutilizzo obbligatori e di divieti sugli imballaggi monouso a base di fibre danneggerà i sistemi di riciclaggio ben funzionanti e alcuni dei settori più strategicamente importanti d’Europa. Si verificherebbe un’ondata di prodotti in plastica rigida, quasi impossibili da riciclare in tutta Europa, che consumano più acqua ed energia ed emettono più CO2”, avverte D’Amato.

Francesca Stevens, segretaria generale di Europen. “Siamo delusi dal fatto che oggi gli interessi nazionali abbiano prevalso su quello che dovrebbe essere l’obiettivo comune di promuovere la sostenibilità degli imballaggi e sostenere la competitività dell’economia europea”. È il commento di Francesca Stevens, segretaria generale di Europen (l’associazione che riunisce tutti gli attori della filiera degli imballaggi), sulla posizione del Consiglio Ue sulla futura legislazione europea sugli imballaggi. “Continueremo – ha aggiunto – a chiedere a tutte le istituzioni dell’Ue di garantire che i negoziati finali producano una legislazione praticabile, basata su prove scientifiche e su norme comuni”.

Nicholas Hodac, direttore generale UNESDA. L’associazione che raggruppa produttori e distributori di tutti i tipi di bevande non alcoliche europei (UNESDA) apprezza il mantenimento dell’obbligo del deposito su cauzione (Deposit Return Scheme – DRS), ma biasima l’abbassamento dal 90% al 78% dei livelli di raccolta differenziata che permetterebbero ai Paesi di essere esentati dall’obbligo. ”Anche se gli Stati membri si sono assicurati l’obbligo di introdurre il DRS, l’abbassamento della soglia di raccolta che concede un’esenzione dall’obbligo del DRS è chiaramente un passo indietro negli sforzi per migliorare la raccolta degli imballaggi per bevande nell’UE”. Lamenta poi Nicholas Hodac, direttore generale UNESDA: ”È davvero deludente vedere che gli Stati membri hanno perso l’opportunità di riconoscere la complementarità del riutilizzo e del riciclaggio non sostenendo la creazione di meccanismi di esenzione. Se da un lato il riutilizzo può aiutare a realizzare un’economia circolare, dall’altro non sempre porta a risultati ambientali positivi ed è per questo che le esenzioni sono necessarie”. Infine, per quanto riguarda gli obiettivi di contenuto riciclato, Hodac osserva con rammarico: ”Siamo anche delusi dalla mancanza di sostegno da parte degli Stati membri a un meccanismo che consenta il riciclaggio a ciclo chiuso ogni volta che sia opportuno’. Un diritto di accesso prioritario ai riciclati per uso alimentare garantirebbe ai produttori di bevande un accesso affidabile ai materiali riciclati, consentendo loro di raggiungere gli obiettivi obbligatori di contenuto riciclato dell’UE e i propri impegni volontari”.

Roberto Ferrigno, European Bioplastics (EUBP).  Come spiega una nota, European Bioplastics “si rammarica della posizione adottata oggi dai Ministri dell’Ambiente in sede di Consiglio Ambiente, ritenendo il mancato riconoscimento del ruolo delle bioplastiche un’opportunità mancata”.   Ha dichiarato Roberto Ferrigno, responsabile degli Affari UE dell’EUBP: “Gli Stati membri sono apparsi oggi divisi su una serie di questioni chiave, che saranno problematiche per l’attuazione di un regolamento così complesso, se le conseguenti carenze non saranno risolte durante i triloghi”. Ha aggiunto poi: “È un approccio generale debole, che riconosce a malapena il valore di un numero molto limitato di applicazioni compostabili e ostacola le soluzioni innovative biobased. Il disaccordo tra i governi e le deroghe su diverse misure importanti porteranno a un’ulteriore frammentazione del mercato interno”.

Massimiliano Giansanti, Confagricoltura..”L’orientamento generale del Consiglio Ambiente Ue è in contrasto con le esigenze del sistema agroalimentare italiano e, in particolare, a quelle dell’ortofrutta. Apprezziamo quindi il voto contrario espresso dal ministro Pichetto Fratin, che ringraziamo, sull’accordo raggiunto a Bruxelles”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha commentato il voto di ieri. “Il testo approvato dal Consiglio Ue – ha aggiunto Giansanti – ha due vistose carenze: da un lato mette da parte il principio della neutralità tecnologica, e dall’altro ignora il fatto che per i prodotti agricoli gli imballaggi rappresentano un sistema di protezione e conservazione a vantaggio dei consumatori. Senza dimenticare, inoltre, che c’è il rischio di sacrificare gli investimenti e i posti di lavoro della filiera del riciclo che ha raggiunto, in anticipo, gli obiettivi fissati dall’Unione europea”.

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Favorevoli

Maria Angela Danzì, Movimento 5 Stelle. “Con l’adozione della posizione generale del Consiglio sul regolamento imballaggi risulta evidente che il governo Meloni si sia intestato una battaglia che si sta rivelando a dir poco perdente. Per mesi hanno portato avanti una propaganda contro riutilizzo e contro il divieto al monouso come se fossero il male assoluto, mentre oggi il Consiglio esce con un testo molto più ambizioso di quello votato dal Parlamento europeo, seppur con target rivisti al ribasso.”. Lo ha affermato in una nota Maria Angela Danzì, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Come Movimento 5 Stelle avevamo presentato emendamenti di buon senso, che cercavano di venire incontro alle esigenze dell’industria e che premiavano i Paesi più virtuosi nel riciclo, purtroppo però per i grandi gruppi era più importante negare a priori i benefici del riutilizzo, piuttosto che cercare un compromesso utile all’ambiente”, ha spiegato Danzì.

Annalisa Corrado, Partito Democratico. “Il governo italiano, anche nel percorso del regolamento imballaggi in Europa, tra i provvedimenti cardine del green deal europeo, non tocca palla. Il ministro Pichetto Fratin, reduce dalla pessima figura alla COP28 di Dubai in cui ha tenuto il nostro Paese in posizione totalmente marginale, si mostra incapace di stringere alleanze politiche e rimane isolato, con il risultato che l’Italia è stata l’unico Paese ad aver votato contro la proposta di mediazione spagnola in Consiglio” ha affermato in una nota Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030 nella segreteria nazionale del PD.

Raphaëlle Catté, Zero Waste Europe (ZWE). ZWE “riconosce che la posizione raggiunta dal Consiglio dell’UE sul regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR), sebbene attenuata, rappresenta un miglioramento rispetto alla posizione arretrata del Parlamento, ponendo una solida base per i prossimi negoziati in sede di trilogo”, riferisce una nota. Spiega Raphaëlle Catté, responsabile Politiche e supporto alla ricerca: “Apprezziamo il fatto che il Consiglio abbia raggiunto un accordo più favorevole per le disposizioni sul riutilizzo rispetto al Parlamento, mantenendo la maggior parte degli obiettivi per gli imballaggi da asporto, per le bevande e per il trasporto nel loro approccio generale. Tuttavia, a causa dell’opposizione guidata da Italia e Finlandia, la Presidenza ha dovuto concedere ulteriori esenzioni alle disposizioni sul riutilizzo. Grazie alla gradita inclusione di formulazioni aperte negli obiettivi, utilizzando termini come ’almeno’, gli Stati membri che stanno già implementando ambiziose misure di riutilizzo non saranno obbligati a tornare agli imballaggi usa e getta”.

Marco Musso, European Environmental Bureau (EEB) e Rethink Plastic. “Di fronte a lobby senza precedenti, studi poco trasparenti e pseudoscienze fuorvianti, è incoraggiante vedere che gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sul regolamento sugli imballaggi. Il merito va alla Presidenza spagnola per aver saputo destreggiarsi tra interessi nazionali contrastanti e aver raggiunto un compromesso che mantiene alcune ambizioni in materia di riutilizzo e prevenzione”, ha affermato Marco Musso, responsabile politiche per l’economia circolare di EEB. “Il testimone passa ora al Belgio, che deve finalizzare i triloghi di questo importante dossier per l’ambiente e l’economia circolare europea”.

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