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giovedì, Novembre 14, 2024

Siccità: ecco perché il film di Virzì ha molto da insegnare

Se un tempo la commedia italiana si confrontava con gli eccessi del boom economico, con il conflitto delle classi sociali fra periferia e città, “Siccità” apre il cinema del Belpaese alla crisi ecologica

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

L’estate del 2022 è quasi alle nostre spalle e sappiamo che è stata una delle peggiori dal punto di vista meteorologico. La grande siccità dell’ultimo anno ha causato da un lato disservizi quali le interruzioni idriche e le difficoltà alle centrali idroelettriche, dall’altro, dal punto di vista ecosistemico, ha contribuito a inaridire i suoli favorendo gli incendi e diventando un vero e proprio cataclisma per l’agricoltura. Eppure in molti abbiamo ripetuto che la stagione che sta finendo, con molta probabilità, non sarà ricordata come la più calda bensì come la più fresca degli ultimi anni considerato che i cambiamenti climatici in corso procedono a una velocità superiore alle già pessimistiche previsioni del passato.

Sarà per questo che il film Siccità di Paolo Virzì – presentato fuori concorso alla mostra d’arte internazionale del Cinema di Venezia – sarà uno dei film più attesi nelle sale – in uscita il prossimo 29 settembre – dagli ecologisti (ma non solo) come dimostrano alcune reazioni sul web.

Di che cosa parla il film Siccità di Virzì

Siccità è ambientato a Roma, in una Capitale in cui non piove ormai da tre anni. Ma senza oro blu non si può vivere e la mancanza di acqua, la sete vera della popolazione, spinge gli abitanti alla spasmodica ricerca di qualche goccia di acqua, finendo però per sovvertire anche le regole sociali.

La drammatica vicenda climatica finisce per intrecciarsi con le storie dei protagonisti: di diversa estrazione sociale e di età differenti, come spesso accade nella condizione umana, alcuni finiranno per essere vittime, altri opportunisti ma tutti alla disperata ricerca di una redenzione. I volti e le voci del film sono quelli di un cast di eccellenza del cinema italiano con Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Elena Lietti, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Vinicio Marchioni, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Beatrice Schiros, Francesca Turrini, Emma Fasano, Liliana Fiorelli.

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Perché Siccità di Virzi è un film che tutti dovrebbero vedere

Un film che consente di far riflettere sulla più grande emergenza planetaria in corso: i cambiamenti climatici e che può consentire di accendere un faro sulle coscienze degli italiani. Se un tempo la commedia italiana si confrontava con gli eccessi del boom economico, con il conflitto delle classi sociali fra periferia e città, “Siccità” apre il cinema del Belpaese alla crisi ecologica. Alla “catastrofe” ambientale si accompagna quella sociale. L’acqua – data per scontata in un Paese come l’Italia che ha di regola una grande disponibilità e a buon mercato – diviene quell’oro blu che già oggi è risorsa preziosa e scarsa in altri Stati e continenti. La crisi viene però governata non iniziando a pianificare misure strutturali, non ascoltando la scienza, bensì pensando solo al contingente, razionando l’acqua disponibile. L’uomo però ancora una volta non fa i conti con l’incontrollabile: gli equilibri della natura e l’emergenza finisce per andare oltre la sola assenza dell’acqua per bere o lavarsi alterando l’equilibrio ecosistemico di Roma.

Green Drop Award

La sostenibilità di Siccità non si ferma però al messaggio della storia: il film ha infatti seguito un percorso di riduzione dei suoi impatti ambientali e di compensazione delle sue emissioni climalteranti, adottando soluzioni che tutti noi possiamo mettere in pratica, cittadini, imprese o pubbliche amministrazioni, per ridurre e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Non a caso a Venezia79 il film ha ricevuto un’edizione speciale del premio Green Drop Award consegnato da Green Cross Italia in collaborazione con Enea l’ente pubblico italiano di ricerca dedicato all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale.

“Forse è il caso di sdoganare un tabù e cominciare a dire che accettiamo l’estinzione della specie umana e quindi parliamo d’altro. Oppure è necessario parlare di quello che conta davvero e non solo di punti percentuali. La vita, il mondo, le persone e il momento drammatico che tutti abbiamo attraversato con allarmi sanitari globali, guerra, dissesti idrogeologici ci dicono che l’orologio del Pianeta fa un tic-tac sempre più inquietante che ci ricorda che noi dobbiamo sbrigarci” ha spiegato Paolo Virzì nel corso della premiazione, ricevendo il premio dal presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio. Il presidente di Green Cross Italia ha messo in luce anche gli aspetti di sostenibilità di Wildside, società produttrice del film: “Siccità porta in scena un futuro apocalittico in cui a Roma non piove da anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Abbiamo voluto dare un riconoscimento speciale al film anche per le modalità con le quali è stato prodotto, attente ad abbattere l’impatto ambientale e a compensare le emissioni di gas climalteranti. Un film che predica bene e che razzola anche meglio”.

© Riproduzione riservata

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