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venerdì, Novembre 15, 2024

Durante la pandemia crescono il riuso e il mercato dell’usato. E la consapevolezza del loro valore ambientale

Diminuisce lo stigma sociale e aumenta la consapevolezza ambientale dietro gli acquisti second hand. Resta, soprattutto in periodi di crisi, il valore sociale dell'usato

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, un passato nell’associazionismo e nella ricerca non profit, collabora con diverse testate

Continuano ad aumentare gli italiani che si rivolgono all’usato, che vendono o acquistano prodotti di seconda mano (second hand), rafforzando il peso dell’economia circolare e riducendo i rifiuti: nell’ultimo anno, quello segnato dalla pandemia, il 54% del totale ha acquistato o venduto usato, mentre era il 49% l’anno prima. Un aumento che, come ci dicono i dati dell’Osservatorio Second Hand Economy 2020 di Subito.it non può non essere legato anche alle difficoltà economiche portate dal coronavirus. Ma l’aumento va ascritto anche ad una nuova sensibilità che spinge ad acquistare usato: una sensibilità e una consapevolezza ambientale che contribuiscono a ridurre lo stigma legato alla scelta dell’usato invece che del nuovo.

Il 54% degli italiani compra usato, 23 milioni solo nel 2020 (3 milioni per la prima volta)

La second hand economy è un’esperienza che la metà degli italiani ha fatto almeno una volta: per il 2020 parliamo infatti del 54% del totale (popolazione 18-75 anni), erano il 49% nel 2019, il 40% nel 2015. Solo nel 2020 sono stati 23 milioni quelli che hanno acquistato o venduto usato. Di questi il 14%, circa 3 milioni di persone, lo ha fatto per la prima volta.

Lo dicono i dati della settima edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy (duemila interviste, nel marzo 2021, su un campione rappresentativo della popolazione italiana) condotto da BVA Doxa per Subito, prima piattaforma digitale in Italia per comprare e vendere” in modo sostenibile” con oltre 13 milioni di utenti unici mensili.

Questa forma di economia circolare – sottolineano BVA Doxa e Subito sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel nostro mercato, anche in conseguenza dell’emergenza Covid-19 e della nuova normalità che essa ha creato”.

Alcune fasce sociali mostrano una propensione maggiore: la diffusione della second hand sale infatti, rispetto alla media del 54% tra i laureati (66%), nella GenZ (65%) e nelle famiglie con bambini piccoli (63%).

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Si compra e si vende di più, solo le automobili calano

Cresce la frequenza di chi vende o compra usato: nel 2020 lo il 70% del campione intervistato compra o vende più di 2 volte l’anno. E cresce, per un terzo dei soggetti, anche il numero di oggetti scambiati: “Chi lo fa, continua a farlo e lo fa sempre più spesso”.

Mentre si riduce il valore totale dei prodotti scambiati, che passa dai 24 miliardi del 2019 ai 23 dell’anno prima. Significativo il calo nella categoria veicoli, che da soli perdono 1,1 miliardo di euro, in linea con un mercato auto che ha vissuto un anno drammatico per nuovo e usato. Stabili le altre categorie, qualcuna in crescita, come l’elettronica, trainata soprattutto dalla telefonia.

I dati dell’e-commerce di Mercatino (marchio dell’usato in franchising attivo in Italia da 25 anni, 200 negozi in tutt’Italia) relativi al 2020 confermano questa crescita: 53 mila oggetti venditi contro i 13 mila del 2019 (in totale, online e in presenza, si tratta di 10 milioni di pezzi), per un valore di circa due milioni di euro (contro i 670 mila euro dell’anno precedente: +209).

 Lockdown, distanziamento e digitale

Continuano ad aumentare gli acquisti online, secondo BVA Doxa-Subito. L’anno scorso sono stati il 46% del totale in valore, il 63% se consideriamo le persone che hanno acquistato/venduto. Probabilmente anche a causa delle chiusure dei negozi fisici legate ai lockdown. L’online è privilegiato soprattutto per la sua velocità (47% degli intervistati), ma anche per la possibilità di comprare o vendere comodamente da casa (44%).

“La Second Hand Economy nel 2020 si è rivelata un vero e proprio alleato per gli italiani – commenta Giuseppe Pasceri, CEO di Subito –. Grazie soprattutto all’online, si è dimostrata sempre più vicina alle esigenze di una nuova normalità in cui le priorità di tutti sono state riviste, dalle necessità ai desideri di acquisto”.

Cosa comprano gli italiani online?

Quanto agli oggetti acquistati, l’indagine BVA Doxa-Subito fornisce dati per il solo online. Le categorie più richieste sono Casa&Persona (67%), Sports&Hobby (61%), Elettronica (55%) e Veicoli (33%).

Nel franchising Mercatino nella gran parte dei casi si parla di oggetti per la casa (tazze, piatti, posate ecc: 27%), abbigliamento (26%), arredamento (mobili e complementi d’arredo: 20%).

Sostenibilità: una scelta consapevole

Da anni i ricercatori e i legislatori ci dicono che acquistare usato, cioè allungare la vita dei prodotti, fa bene all’ambiente. Ad esempio i soli prodotti venduti in un anno da Mercatino risparmiano all’atmosfera, secondo l’azienda, 61 mila tonnellate CO2 equivalente. Gli oggetti recuperati grazie al franchising Mercatino in sei anni, se fossero finiti in discarica, avrebbero rappresentato una quantità pari a tutti i rifiuti urbani prodotti dall’Italia in un intero anno (nello specifico, il 2016).

Bene, oggi il dato ambientale è parte anche della consapevolezza di chi frequenta la second hand economy. Interrogati sui comportamenti che ritengono più sostenibili, infatti, gli intervistati da BVA Doxa hanno indicato la raccolta differenziata (91%), l’acquisto di lampadine a LED (62%) e poi, per la prima volta sul podio, comprare o vendere prodotti usati (54%; l’anno scorso il terzo posto era occupato dall’acquisto di prodotti a km zero). Aumenta insomma la consapevolezza che con l’usato non solo si risparmia (o si guadagna, se si vende invece di gettare via) ma si fa bene al Pianeta.

Tra i valori di riferimento per il campione del sondaggio per Subito, l’economia dell’usato è sempre più un modo per dare valore alle cose (si dichiara “molto d’accordo” il 50% degli intervistati), è una scelta sostenibile (48%, visione condivisa soprattutto dai ragazzi della Generazione Z), ma anche intelligente e attuale (42%, ancora di più per Generazione Z, 55%, e per i Millennials, 52%).

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I dati dell’Osservatorio Second Hand Economy “costituiscono un indicatore interessante in particolare per ciò che riguarda il trend dei consumi”, riflette Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU che – dai mercatini delle pulci ai negozi conto terzi – raccoglie circa 13 mila operatori dell’usato. “Una piacevole conferma è che a spingere in questa direzione è la maggiore sensibilità per i temi sociali e ambientali. E che tra i 23 milioni di acquirenti in Italia il 65% sia composto da giovani nati dopo il 1997. I giovani e la società civile, come spesso accade, sono molto più rapidi nel recepire i cambiamenti rispetto ai decisori politici, considerando che le proposte di legge per la riforma del settore giacciono da anni presso le commissioni parlamentari”.

Meno imbarazzo

Un’indagine svolta nel 2019 per Mercatino franchising dalla società di consulenza UBM Consulting di Bologna ci mostra già tracce della consapevolezza del valore dell’usato, e in particola della riduzione del disagio, oggi non ancora scomparso, di chi vende ad altri i propri oggetti. Alla domanda “quel è il suo ‘atteggiamento sociale’ nei confronti delle sue vendite e dei suoi guadagni”, solo il 15% rispondeva che “è una questione strettamente riservata, non mi piace pubblicizzare la cosa”, mentre il 59% ne parla con amici e conoscenti e il 14% pubblicizza la propria attività “in modo da essere esempio per gli altri”.

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Usato, un ammortizzatore sociale

Il risparmio, o il guadagno nel caso di una vendita, sono un elemento strutturale del mercato dell’usato. Che però, in tempi di crisi – la pandemia in un anno ha cancellato 900 mila posti di lavoro – è più sentito.

L’aumento della frequenza del ricorso all’usato e l’incremento degli oggetti venduti/comprati, spiega l’indagine BVA Doxa-Subito, è legato “principalmente a risparmiare/guadagnare qualcosa in un momento di incertezza”. “Risparmiare” è la prima motivazione per la quale si compra di seconda mano, anche se rimane al primo posto ma sorprendentemente, in un anno come questo, perde 9 punti percentuali, passando dal 59 al 50%”. Le altre motivazioni prevalenti sono “perché credo nel riuso e sono contro gli sprechi” (47%, -1 punti percentuale rispetto al 2019) e soprattutto “perché è un modo intelligente di fare economia” (44% +5 punti percentuali).

Entra anche una motivazione nuova, legata ai nuovi comportamenti in pandemia: “Vivendo di più la casa ho scoperto cosa mi serve e di che cosa posso fare a meno” (13%). Mentre chi vende lo faper liberarsi dal superfluo” (73%), seguito da “perché credo nel riuso e sono contro gli sprechi” (39%) e “guadagnare” (34%), in leggera decrescita rispetto al 2019.

“L’usato ha rappresentato una risposta sociale importante in tempo di pandemia non solo dal punto di vista del risparmio sugli acquisti effettuati anche con e-commerce, – spiega Sebastiano Marinaccio presidente di Mercatino franchising – ma soprattutto in termini di guadagno per 7 persone su 10. Il nostro franchising ha rimborsato agli italiani circa 40 milioni di euro alimentando un riuso di prossimità, generando rigenerazione economica e una spinta sociale proprio perché il rimborso degli oggetti venduti è stato reimpiegato nel raggio di pochi km da casa”. Ancora secondo l’indagine svolta per Mercatino franchising da UBM, infatti, il 63% delle persone utilizza il denaro guadagnato dalla vendita dei suoi oggetti “per spese quotidiane”.

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