Questa è una delle obiezioni più intuitive e diffuse, basata su un’errata comprensione del funzionamento della tecnologia fotovoltaica. L’idea che un pannello solare funzioni solo sotto un sole splendente è un’estrema semplificazione che, però, è utile a raccontarvi qualcosa di più sul funzionamento.
I pannelli fotovoltaici sono in grado di convertire in elettricità l’intera radiazione solare che li colpisce, la quale si distingue in due componenti:
- radiazione diretta. La luce che arriva direttamente dal sole, tipica delle giornate serene;
- radiazione diffusa. La luce che viene riflessa e diffusa dalle nuvole, dal pulviscolo atmosferico e dal cielo stesso.
Anche in una giornata completamente coperta, la radiazione diffusa è presente e permette ai pannelli di produrre energia. Certo, la produzione sarà inferiore rispetto a una giornata di sole pieno (indicativamente, si può attestare tra il 10% e il 30% della potenza di picco), ma non è affatto nulla.
Inoltre, i pannelli solari hanno una caratteristica controintuitiva: funzionano meglio a basse temperature. Il caldo eccessivo, infatti, riduce leggermente l’efficienza di conversione delle celle di silicio. Per questo motivo, una giornata invernale fredda ma soleggiata può essere estremamente produttiva.
Avete ancora dubbi? Pensate alla Germania: un paese con un irraggiamento solare medio significativamente inferiore a quello italiano eppure, per anni, è stato il leader mondiale per capacità fotovoltaica installata. L’esempio teutonico dimostra che la tecnologia è assolutamente valida ed economicamente vantaggiosa anche in climi meno assolati del Mediterraneo.
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