giovedì, Novembre 6, 2025

8. È vero che la produzione dei pannelli solari emette tanta CO2 da non renderli vantaggiosi per il clima?

Quando si parla di fotovoltaico può capitare di sentire molte fake news che ne minano la fattibilità: analizziamo le più comuni, punto per punto, con un approccio scientifico e basato sui fatti

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Questa è una variante più specifica della bufala sull’energia necessaria per produrre i pannelli (EPBT). Qui l’attenzione si sposta sull’impronta di carbonio (carbon footprint) del processo produttivo.

Ogni attività industriale ha un’impronta di carbonio e la produzione di pannelli solari non fa eccezione. Il processo più energivoro è la purificazione del silicio e la crescita dei lingotti che richiede alte temperature. Tuttavia, il concetto chiave da analizzare è il Carbon Payback Time (CPBT) ovverosia il tempo necessario affinché il pannello, producendo energia pulita che sostituisce quella da fonti fossili, ripaghi le emissioni di CO2 generate per la sua fabbricazione.

Studi recenti sul ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment) dimostrano che il CPBT per i moderni pannelli fotovoltaici installati in Europa è di circa 1-2 anni. Considerando una vita utile di 30 anni, il pannello opererà per circa 28 anni in modalità “carbon-free”, evitando l’emissione di enormi quantità di CO2.

L’impronta di carbonio media del fotovoltaico, calcolata sull’intero ciclo di vita, è stimata dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) intorno ai 40-50 grammi di CO2 equivalente per kilowattora (gCO2eq/kWh). Per confronto:

  • Gas naturale – 400-500 gCO2eq/kWh
  • Carbone – oltre 800 gCO2eq/kWh

Il vantaggio climatico è quindi inequivocabile e massiccio. Inoltre, questo valore è destinato a diminuire ulteriormente poiché le fabbriche di pannelli sono sempre più alimentate da energie rinnovabili, riducendo l’impronta di carbonio della produzione stessa in un circolo virtuoso.

Leggi anche: Il viaggio della luce: sfide e prospettive per la sostenibilità del fotovoltaico

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