mercoledì, Dicembre 3, 2025

Educare alla sostenibilità, il Consumer Footprint Calculator arriva nelle scuole

Dal webinar organizzato dal Joint Research Centre emerge come il Consumer Footprint Calculator possa educare i cittadini alla sostenibilità aiutandoli a comprende la propria impronta ecologica. A partire dalle scuole, dove può svolgere il ruolo di una risorsa didattica. "“Molto utile per spiegare concetti ambientali complessi come i limiti planetari”

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

Capire quali sono gli impatti del proprio stile di vita e modificare le proprie abitudini è un mezzo potentissimo per ridurre la nostra personale impronta di carbonio e le emissioni di CO₂ dal lato della domanda, ovvero dei consumatori. Per aiutarli la Commissione europea ha sviluppato il Consumer Footprint Calculator, che consente a tutti i cittadini europei di calcolare l’impatto ambientale dei loro modelli di consumo, dalle abitudini alimentari alla mobilità. E se i cambiamenti più profondi nelle società arrivano dai più giovani, quale luogo è migliore delle scuole affinché i più giovani comincino a familiarizzare con questo strumento?

Nel webinar organizzato dal Joint Research Centre della Commissione europea, che ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee, reti educative, insegnanti e studenti e a cui ha partecipato anche EconomiaCircolare.com, si è discusso proprio delle potenzialità del Consumer Footprint Calculator come risorsa didattica nelle scuole. Perché è proprio nelle aule che si costruiscono le abitudini, le consapevolezze e i comportamenti del futuro. Il calcolatore, oltre a essere uno strumento di autovalutazione, può essere infatti una risorsa educativa versatile, da utilizzare in attività didattiche multidisciplinari, progetti europei o laboratori in qualsiasi nazione europea, visto che è disponibile in tutte le lingue parlate nell’UE.

L’impronta di carbonio personale: come funziona il Consumer Footprint Calculator

La transizione ecologica passa sia da interventi sul fronte della produzione (energia, trasporti, industria, agricoltura), sia su quello dei consumi individuali, che indirizzano l’industria e, sommandosi, hanno un peso notevole nelle emissioni di una nazione, a seconda che siano orientati verso l’acquisto di beni di consumo superflui, un eccessivo consumo di carne e latticini o, al contrario, privilegino soluzioni circolari come il riutilizzo e la riparazione. Spesso, tuttavia, i cittadini non hanno gli strumenti e le conoscenze per essere pienamente consapevoli dei propri impatti ambientali e per questo la Commissione europea ha creato il Consumer Footprint Calculator.

In poche parole, uno strumento per calcolare la propria impronta di carbonio: la valutazione dei modelli di consumo viene eseguita su 164 prodotti rappresentativi, divisi in cinque aree: cibo, alloggio, mobilità, beni per la casa ed elettrodomestici. Gli impatti ambientali, invece, sono valutati con i 16 indicatori del metodo Environmental Footprint. Alla fine, restituisce all’utente un’indicazione sul proprio posizionamento rispetto ai limiti planetari, un confronto con la media del cittadino europeo e consigli pratici personalizzati su come migliorare la propria impronta di carbonio.

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La scuola come motore di cambiamento: le politiche dell’UE

La dimensione educativa del calcolatore è stata illustrata da Goja Kozłowska della Direzione generale Educazione, che ha sottolineato l’urgenza di integrare la sostenibilità in tutti i livelli dell’istruzione, dall’infanzia alla formazione degli adulti: “Il messaggio centrale, naturalmente, è che affrontare il cambiamento climatico richiede una risposta urgente da parte dei sistemi di istruzione e formazione. Tutti i giovani dovrebbero sviluppare le conoscenze, le competenze e gli atteggiamenti necessari per vivere in modo sostenibile, cambiare i propri modelli di consumo e contribuire a costruire un futuro più sostenibile”, ha dichiarato.

Tra gli strumenti dell’Unione Europea in chiave educazione ha citato la Council Recommendation on Learning for Green Transition del 2022, che ha definito il quadro generale sull’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile e ha fornito anche una tabella di marcia su come integrare la sostenibilità nei sistemi di istruzione e formazione e due iniziative, il framework europeo GreenComp, e la Education for Climate Coalition.

“Il GreenComp è il quadro europeo delle competenze per la sostenibilità”, ha spiegato Kozłowska. “Si tratta di un framework che aiuta a valutare e sviluppare conoscenze, abilità e atteggiamenti legati alla sostenibilità, suscitando un grande interesse tra diversi portatori di interesse. L’altra iniziativa – ha proseguito la funzionaria UE – è la Education for Climate Coalition, una comunità di pratica composta da studenti, insegnanti e vari stakeholder, supportata da una piattaforma online che facilita la condivisione di esperienze diverse nell’ambito dell’educazione ambientale.

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Consumer Footprint Calculator è una risorsa per gli insegnanti

A queste iniziative di carattere strategico si affiancano quelle più concrete e orientate all’applicazione pratica: Eddie Grandmayer, di European SchoolNet, ha presentato le attività della rete Scientix, attiva su numerosi progetti EES (Education for Environmental Sustainability). L’educazione alla sostenibilità deve sviluppare negli studenti consapevolezza sociale e ambientale: “Se uno stile di vita consapevole è una parte essenziale della sostenibilità, l’educazione è con ogni probabilità la chiave per arrivare a uno stile di vita sostenibile”, ha affermato.

Tra le iniziative citate, due progetti finanziati dall’UE. Il primo, Carbon Act, “pone l’educazione climatica al centro dell’insegnamento STEM”, con 23 scenari didattici, interviste a esperti e un insieme di buone pratiche: “Diventerà lo sportello unico per l’educazione climatica nelle scuole”, ha annunciato. Il secondo, BUSTIC-EDU, “sosterrà l’integrazione sistemica dello sviluppo delle competenze per la sostenibilità nell’istruzione”, con una nuova raccolta Scientix che “renderà risorse e conoscenze ambientali facilmente accessibili per gli insegnanti.”

Scientix promuove anche l’uso di strumenti pratici, come il calcolatore ambientale europeo, considerato “uno strumento di apprendimento tanto quanto uno strumento per valutare il proprio stile di vita”. Tuttavia, si punta a creare una versione “a misura di studente, offline e sicura, perché per calcolare la propria impronta servono molti dati personali, e quei dati possono essere sensibili”, ha ricordato.

Secondo Sophia Queckenberg, funzionaria della Direzione generale dell’Istruzione, della Gioventù, dello Sport e della Cultura, il Consumer Footprint Calculator può essere “una risorsa molto utile per gli insegnanti per spiegare concetti ambientali complessi come i limiti planetari” e “per motivare gli studenti a confrontarsi con i concetti di sostenibilità”. Ma affinché questi strumenti diventino realmente efficaci, è necessario affidarli a chi ogni giorno lavora sul campo, all’interno delle classi: gli insegnanti.

E ha citato le opportunità offerte da reti europee come eTwinning, che favoriscono la collaborazione tra docenti e l’innovazione nella didattica, permettendogli di approfondire e integrare temi complessi come la sostenibilità ambientale, come emerge dai progetti premiati all’European eTwinning Prize 2025: un’attività rivolta ai bambini sotto i sei anni sull’intelligenza artificiale e l’Internet of Things applicati per prevenire disastri ambientali, e un progetto per studenti tra i 12 e i 15 anni che si sono uniti per trasformare spazi pubblici abbandonati in quella che hanno definito un’oasi verde.

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Insegnanti in azione: contrastare la disillusione giovanile

Maruska Mariela Testino, docente pugliese, è ambasciatrice eTwinning. Intervenuta nel webinar, ha sollevato il problema della disillusione di molti giovani: “Siamo solo adolescenti, dicono. Se persino i politici hanno fallito, come possiamo fare la differenza noi?”. Il compito dell’insegnante, perciò, è quello di motivare i ragazzi: “Gli studenti devono vedere o fare esperienza di un problema. Questa percezione porta alla comprensione e alla consapevolezza”, ha spiegato. E la consapevolezza “può suscitare emozioni” e, quando è supportata e indirizzata, può portare a un vero cambiamento comportamentale”, perché le abitudini ripetute diventano stile di vita.

Tra i progetti con cui la docente ha cercato di portare avanti questo approccio, ha citato Eco Games, uno “sciopero” dal disegno in cui gli studenti sono stati invitati a riflettere e fare ricerca sull’impatto ambientale della carta, Sustainable Snacks, per valutare l’impatto ambientale e nutrizionale degli snack e il BU Project, una serie di attività mensili incentrate su comportamenti civici, come l’adozione simbolica di una pianta (“May I Have the Flower”).

Oltre a questi, sono stati presentati alcuni progetti realizzati dagli studenti. Ad esempio Daniela Garcia Moreno, studentessa in Lussemburgo e EU Climate Pact Youth Ambassador, ha presentato i progetti della “Energy Vision Team” del suo istituto che ha previsto l’installazione di 700 pannelli solari, applicazione delle metriche Start per la sostenibilità e analisi della carbon footprint con 20.000 euro di budget. Ha anche partecipato al concorso Girls Go Circular, in cui è stato progettato un prototipo di un robot per monitorare le infestazioni che colpiscono le api da miele. Infine, da uno studente belga – Matteo Carnot, un altro EU Climate Pact Youth Ambassador – un suggerimento per la Commissione europea: una versione più agile del calcolatore per l’uso didattico.

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