Connecting Cultures
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DESIGN E UPCYCLING
SARTORIA MIGRANTE E UTILIZZO DI MATERIALI DA RIUSO
Fondata da Anna Detheridge nel 2001, autrice nell’ambito delle arti visive, curatrice e docente, Connecting Cultures è un’agenzia di ricerca no profit che promuove la sostenibilità nel settore delle arti visive e del design. Con sede a Milano, e con una ricca storia alle spalle, Connecting Cultures ha curato progetti culturali su tutto il territorio nazionale. Obiettivi: Costruire nuova consapevolezza intorno al complesso tema della sostenibilità. Promuovere la sostenibilità a livello locale attraverso le arti, la cultura e la valorizzazione dello spazio pubblico. Stimolare le comunità locali a sviluppare programmi di cittadinanza attiva. Diffondere idee di empowerment e di inclusione sociale e culturale attraverso l’arte, il design e l'upcycling.
Sartoria Migrante è un progetto di formazione e di lavoro collettivo ideato dall’associazione culturale Connecting Cultures in cui designer italiani e donne e uomini di diverse provenienze in possesso di competenze artigianali e sartoriali, collaborano insieme per la realizzazione di collezioni capsule di design sostenibile. L’obiettivo è quello di valorizzare e potenziare il patrimonio di conoscenze e abilità possedute dalle persone che giungono in Italia - il cui talento rimane spesso inespresso - per realizzare un prodotto di alto valore estetico e allo stesso tempo sostenibile, con l’utilizzo di materiali di riuso.
A inaugurare Sartoria Migrante è il progetto “Please sit” della designer e artista Denise Bonapace, che ha previsto la realizzazione di 21 sedie, pezzi unici di design, con il recupero di vecchie sedute reinventate attraverso l'applicazione di tecniche sartoriali miste e l'utilizzo di tessuti rigenerati. .Il gruppo di lavoro è costituito da 10 donne e uomini di varie età e provenienze geografiche - nove nazioni, dall’Africa al Medioriente - che hanno lavorato insieme nel laboratorio di Connecting Cultures sotto la guida artistica di Denise Bonapace. Tutti i partecipanti a Sartoria Migrante, regolarmente retribuiti, sono in possesso di abilità sartoriali o di tecniche di ricamo, maglia, uncinetto, tessitura che riflettono la loro cultura di provenienza. Attraverso il progetto Please sit, hanno potuto apprendere e trasmettere ad altri il loro sapere giungendo così a una sintesi artistica e creativa unica e innovativa. I 21 pezzi di design esclusivo della collezione Please sit sono stati presentati domenica 7 aprile nella sede di Connecting Cultures in un evento aperto al pubblico. La collezione è poi rimasta esposta al pubblico durante la Milano Design Week. Ogni pezzo è firmato e dotato di un passaporto che ne testimonia l’unicità.
Gli interventi di falegnameria sulle sedie dismesse sono stati eseguiti dai giovani artigiani di Bottega di Quartiere guidati dai tutor dell’Associazione Terra del Fuoco. I materiali tessili, tutti rigenerati, come per esempio le lane, sono stati offerti da Manteco e COM.I.STRA, due aziende storiche del distretto di Prato che vantano produzioni ecosostenibili e all’avanguardia nelle tecniche e tecnologie del riciclo e dell’economia circolare.
Le macchine per cucire utilizzate in sartoria sono state messe a disposizione da CineFacility e Rimoldi 1881. Mentre le vecchie sedie di legno, rotte o inutilizzate, sono state donate dalla community, amici e sostenitori di connecting Cultures che hanno aderito con entusiasmo in seguito a una call sui social.
Un progetto che quindi riporta in vita non solo materiali e oggetti ma anche persone e abilità professionali: Sartoria Migrante si è sviluppato grazie a una rete di sostenitori e collaboratori che credono nel valore dell’arte, della creatività e della sostenibilità per portare avanti processi e di integrazione e inclusività sociale, in primis Fondazione Cariplo, principale finanziatore del progetto. I partecipanti al laboratorio sono stati individuati da Connecting Cultures attraverso una call diffusa in collaborazione con Associazione ASSPI, Farsi Prossimo Onlus e Fondazione Progetto Arca Onlus impegnate nel settore dell’accoglienza e di Fondazione Ismu, centro di ricerca e iniziative sulla società multietnica e multiculturale e sui fenomeni migratori.
La mission di Connecting Cultures è quella di promuovere la sostenibilità attraverso le arti, la moda e il design. QUesto avviene attraverso la ricerca interdisciplinare, la pubblicazione di testi sulla sostenibilità, l'organizzazione di conferenze, seminari, laboratori e progetti di formazione, ma anche attraverso le arti visive, con mostre ed eventi speciali, e le politiche culturali.
Uno degli ambiti di ricerca più importante è quello della moda sostenibile. Nel 2014 l'Associazione ha ideato Out of Fashion, il primo corso sulla cultura della moda sostenibile, etica e innovativa, realizzato in collaborazione con Fondazione Gianfranco Ferré e CNA Milano. Out of Fashion propone una visione a 360 gradi sul tema della sostenibilità nella moda, affrontata in tutti i suoi molteplici aspetti: fibre, materiali e sostenibilità ambientale, innovazioni tecnologiche, tracciabilità della filiera, responsabilità d’impresa e diritti dei lavoratori, comunicazione e relazione con il consumatore, case histories di successo. Con più di 40 docenti tra professori universitari, chimici, tecnici, intellettuali, fashion designer, imprenditori e professionisti, il corso ha raggiunto ora la quinta edizione formando decine di giovani designer e studenti universitari sul tema della moda sostenibile. All'interno del progetto vengono anche offerte consulenze a livello nazionale e internazionale: corsi e workshop ad hoc per istituzioni e università, come quelli realizzati per Polimoda Firenze e l'Auburn University.
Oltre al corso, Out of Fashion, promuove la cultura della sostenibilità attraverso eventi formativi aperti al pubblico e pubblicazioni: nel 2017 è stato edito "Fashion Change, sette proposte per il futuro della moda", una roadmap per un cambiamento che la moda può attuare nel mondo in cui viviamo.
Nel 2015, in concomitanza di EXPO, è stata ospitata a Milano presso Palazzo Morando, Costume Moda Immagine, la mostra Fashion as Social Energy con 14 artisti nazione e internazionali, tra cui Michelangelo Pistoletto, Kimsooja, Claudia Losi.