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Laboratorio Rise

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Informazioni
Indirizzo:
Via Branze, 38, 25123 Brescia BS, Lombardia
Regione: Lombardia
Città: Brescia
Website:
Tipo di realtà:
  • Ente di ricerca
Attività:
  • Progetto di ricerca
Target:
  • B2B
Numero di dipendenti: 0-14
Anno di nascita: 2007
Anno riconversione: 2015

    RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) è un laboratorio di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (DIMI) dell'Università degli Studi di Brescia. Partendo dalla produzione di nuove idee e conoscenze rigorose tramite la ricerca universitaria, RISE contribuisce all'innovazione dei processi, dei prodotti e dei modelli di business, aiutando le imprese a diventare più competitive.

    Nello specifico, RISE ritiene che la supply chain del futuro sia circolare, digitale e servitizzata: le imprese che si muovono per prime verso questi obiettivi acquisiscono enormi vantaggi competitivi, oltre ad assicurarsi una sostenibilità nel lungo termine. Pertanto, il laboratorio RISE orienta la propria attività di ricerca e diffusione principalmente verso questi tre temi.

    Molteplici sono le attività svolte da RISE nel processo che dalla ricerca porta all'innovazione e all'implementazione pratica, con il duplice obiettivo di generare conoscenze nuove, rigorose e concrete e di diffonderne la conoscenza presso le imprese potenzialmente interessate. Nel 2017, RISE pubblica 15 articoli scientifici, partecipa a 7 progetti di ricerca (di cui 1 finanziato dall'Unione Europea) e ad altrettanti convegni scientifici, produce 33 articoli di taglio divulgativo, supporta lo sviluppo di 14 progetti di stage e tesi, organizza 22 workshop aziendali e conduce 12 progetti di innovazione aziendale.

    Tra i principali temi di innovazione affrontati rientrano l’Economia Circolare, la Rivoluzione Digitale, la Servitizzazione e il Supply Chain Management, oltre a temi più classici di Operations Management (Controllo costi, Lean e Process management, Pianificazione e schedulazione industriale, Sistemi informativi, eccetera).

    Nonostante l'economia circolare sia una delle principali soluzioni per riconciliare sviluppo economico e sostenibilità, molti progetti di economia circolare non vengono implementati da aziende e filiere. Lo sviluppo di metodologie, framework e strumenti in grado di dimostrare i benefici economici, ambientali e sociali di scenari circolari può supportare i principali stakeholders a intraprendere tali iniziative.

    Il progetto di ricerca intende sviluppare un framework concettuale in grado di collegare gli impatti derivanti da scenari di economia circolare con tutta una serie di leve manageriali e uno strumento di simulazione di what-if in grado di quantificarne i principali impatti.

    L'intero progetto viene applicato al settore delle lavatrici per i grandi volumi in gioco (15 milioni di vendite annue per il mercato EU21 e una base installata di 200 milioni di unità) e per le enormi potenzialità circolari (per esempio, solo il 30% delle lavatrici che raggiungono il fine vita vengono correttamente trattate nel circuito RAEE). Le principali leve manageriali che si intende testare riguardano:

    il ridisegno di prodotto, adottando logiche di standardizzazione e modularità per favorire il disassemblaggio/riassemblaggio dei componenti, così come la selezione di materiali non tossici e durevoli;
    l'introduzione di modelli di business servitizzati come lo sharing (condivisione) di lavatrici a livello condominiale e/o il pay-per-wash;
    l'implementazione di una reverse logistics all'interno di logiche di supply chain mangement;
    le moderne tecnologie digitali come fattori abilitanti, come l'Internet of Things, Big Data, manifattura additiva e stampa 3D.

    I risultati del progetto aiutano a ridurre l'incertezza che tipicamente caratterizza l'implementazione di progetti di economia circolare. Da un punto di vista pratico, i risultati del modello di simulazione aiutano i diversi stakeholders (specialmente aziende) a muoversi verso scenari circolari di tipo win-win-win.

    L’attuale paradigma economico globale si basa su un modello lineare, che parte dall'estrazione delle risorse naturali e termina con il conferimento in discarica dei prodotti finiti dopo il loro utilizzo. Con una popolazione globale che raggiungerà i 9 milioni entro il 2050, tale modello non è più sostenibile.
    L’economia circolare prevede invece di allungare l’utilizzo dei prodotti, riutilizzarne i componenti e riciclarne i materiali, attraverso tutta una serie di nuovi “ricircoli” di riutilizzo, redistribuzione, disassemblaggio e riciclaggio.

    L’obiettivo del progetto di ricerca in questione è determinare, in modo rigoroso e sistemico, gli impatti e i benefici economici, sociali e ambientali derivanti da una progressiva transizione da un modello lineare a circolare, adottando il punto di vista delle imprese, dell’intera supply chain, dei consumatori e della società nel suo complesso.

    Il modello così sviluppato può poi venire generalizzato (su richiesta) verso altri settori di interesse.