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Benvenute e benvenuti al sesto numero della rassegna internazionale di EconomiaCircolare.com. Oggi vi raccontiamo dei cioccolatini per San Valentino e di banche a non-zero emissioni. Di come la transizione ecologica dell’occidente rischi di trasformarsi nell’ennesima forma di colonialismo, e poi di scarti alimentari e clima, e del legame tra i pneumatici e le nevi alpine. E infine di Gaza.
Buona lettura!
IL CIOCCOLATO SOSTENIBILE DI SAN VALENTINO
POTREBBE NON ESSERE COSÌ DOLCE PER LA BIODIVERSITÀ
Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Göttingen (Germania) mette in discussione l’efficacia delle certificazioni di sostenibilità nel settore del cacao. La ricerca, condotta in Ghana, ha analizzato oltre 800 piccole aziende agricole, rivelando che le piantagioni certificate producono il 12% in più per ettaro e guadagnano il 16% in più rispetto alle non certificate. Tuttavia, non è stato riscontrato alcun miglioramento nella biodiversità.

Le piantagioni certificate producono il 12% di cacao in più per ettaro rispetto a quelle non certificate.
Gli agricoltori certificati ottengono un reddito superiore del 16%, grazie a migliori condizioni di mercato e diversificazione delle colture.

Gli agricoltori certificati sono incoraggiati a promuovere la biodiversità nelle loro piantagioni, ma non abbiamo riscontrato effetti ambientali significativi.
Marlene Wätzold, Università di Göttingen
La biodiversità cambia in periodi di tempo più lunghi, il che significa che identificare una variazione può richiedere più tempo.
Carolina Ocampo-Ariza, Università di Göttingen
Leggi il resoconto su Anthropocene Magazine
“REGNO UNITO: NUOVO IMPEGNO PER LA RIDUZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE NEI NDC ”Il Regno Unito ha incluso per la prima volta lo spreco alimentare nei suoi Nationally Determined Contributions (NDC), gli impegni nazionali volontari che ogni paese firmatario dell’Accordo di Parigi prende per ridurre le proprie emissioni di gas serra e affrontare il cambiamento climatico. Un passo cruciale per affrontare il cambiamento climatico.
Secondo l’IPCC, il sistema alimentare è responsabile del 37% delle emissioni globali di gas serra, con il solo spreco alimentare che ne genera fino al 10%. Solo il 12% dei governi mondiali ha affrontato il problema nei propri NDC. Il Regno Unito punta a una riduzione dell’81% delle emissioni entro il 2035.
Vedere lo spreco alimentare nei NDC del Regno Unito è una mossa estremamente positiva da parte di un’amministrazione desiderosa di dimostrare la leadership del paese in questo settore Richard Swannell, WRAP (Waste and Resources Action Programme)
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ELIFE BIOBEST:NUOVE LINEE GUIDA PER OTTIMIZZARE IL RICICLO DEI RIFIUTI ORGANICI IN EUROPAIl progetto LIFE BIOBEST fornisce linee guida per migliorare la gestione dei rifiuti organici in Europa. Con l’entrata in vigore dell’obbligo UE sulla raccolta separata nel 2024, il documento evidenzia la necessità di standard di qualità per compost e digestato, incentivi economici e obiettivi vincolanti per ridurre i rifiuti residui.
Attualmente, solo il 26% dei rifiuti organici prodotti nell’UE viene raccolto separatamente, con forti disparità tra Stati membri. Attualmente il 74% di tutti i rifiuti di cucina prodotti viene ancora smaltito attraverso la discarica e l’incenerimento. Leggi sul sito di Zero Waste Europe |
TRANSIZIONE ENERGETICA O CRISI AMBIENTALE?IL PREZZO DELL’INDUSTRIA DEL NICHEL IN INDONESIAL’espansione dell’industria del nichel in Indonesia sta avendo un impatto devastante sulla salute pubblica. Mentre il valore delle esportazioni di nichel è cresciuto da 800 milioni a 6,8 miliardi di dollari, le comunità locali denunciano un degrado ambientale e un incremento esponenziale delle malattie.
A Lelilef Sawai, un villaggio sull’isola di Halmahera, i casi di infezioni respiratorie sono aumentati da 434 nel 2020 a 10.579 nel 2023. Secondo Climate Rights International, oltre 5.300 ettari di foresta sono stati distrutti per la ricerca di nichel.
Tutto è sporco. Bisogna indossare una maschera anche solo per uscire in strada. Hernemus Takuling, abitante di Lelilef Sawai
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PNEUMATICI, LA PRINCIPALE FONTE DI NANOPLASTICHE NELLE ALPIUno studio ha rivelato che l’usura degli pneumatici dei veicoli è la principale fonte di nanoplastiche nelle Alpi. Le nanoplastiche, più piccole dei microplastiche, possono penetrare nei tessuti umani e sono trasportate dai venti in tutto il mondo. Il progetto sta ora ampliando l’analisi a livello globale per mappare la diffusione di queste particelle.
I ricercatori hanno scoperto che il 41% delle particelle rinvenute nelle nevi alpine proviene dai pneumatici, seguiti dal polistirene (28%) e dal polietilene (12%). Ogni pneumatico può perdere fino a 4 kg di particelle plastiche nel corso della sua vita. Un contributo significativo alla dispersione di plastica nell’ambiente.
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FUGA DAGLI IMPEGNI CLIMATICI:LE BANCHE AMERICANE ABBANDONANO LA NET ZERO BANKING ALLIANCEAlcune delle più grandi banche statunitensi, tra cui JPMorgan Chase e Morgan Stanley, hanno deciso di ritirarsi dalla Net Zero Banking Alliance (NZBA), l’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite per ridurre le emissioni finanziarie. La decisione solleva dubbi sugli impegni climatici del settore finanziario e potrebbe influenzare anche le banche europee
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EPA SBLOCCA FONDI AMBIENTALI:UN GIUDICE FEDERALE CONGELA LA SOSPENSIONE DEI FINANZIAMENTI FEDERALIL’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) ha autorizzato la ripresa dei finanziamenti per alcuni programmi ambientali, sospesi dal 20 gennaio a causa di un ordine esecutivo dell’ex presidente Trump. Il blocco era stato contestato legalmente e un giudice federale ha vietato alla Casa Bianca di proseguire con la sospensione.
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DOPO LA GUERRA, IL DISASTRO ECOLOGICO DI GAZAIl conflitto a Gaza ha devastato l’ambiente: falde acquifere contaminate, acque reflue scaricate nel Mediterraneo, terreni agricoli distrutti e deforestazione massiccia. L’ONU avverte del rischio di desertificazione a lungo termine, mentre esperti chiedono un piano urgente per il recupero ecologico. La perdita dell’80% degli alberi e il collasso del sistema idrico aggravano una crisi ambientale che minaccia sia la popolazione sia la biodiversità unica del territorio.
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