Meglio prevenire che curare, recita l’adagio. La saggezza popolare, che in questo caso è perfettamente in linea con la normativa europea, vale anche per i rifiuti e ispira la recentissima legge della Regione Emilia-Romagna presentata da Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde nell’Assemblea legislativa regionale, e approvata il 22 maggio scorso.
Secondo un recente studio Ires-Cgil ricordato nel testo della legge, l’Emilia-Romagna è la Regione che produce più rifiuti urbani pro capite: 633,4 chili contro la media italiana di 493 chili. La norma punta allora proprio sulla riduzione dei rifiuti e promuove e incentiva l’apertura di negozi e corner di prodotti senza imballaggio (sfusi, se solidi, o alla spina, se liquidi). “Sono molto soddisfatta per l’approvazione del mio progetto di legge che fa fare un passo avanti all’Emilia-Romagna nella promozione di azioni virtuose per la prevenzione a monte della produzione dei rifiuti da imballaggio – ha commentato Zamboni all’approvazione -. Ridurre a monte la produzione di rifiuti è uno dei pilastri dell’economia circolare, insieme a un efficiente invio a riciclo e recupero di quelli prodotti”.
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Nessun voto contrario
Durante la votazione all’Assemblea legislativa non c’è stato nessun voto contrario. Cosa interessante, se si considerano le battaglie campali cui abbiamo assistito in Europa e in Italia durante l’iter legislativo del Regolamento imballaggi. “I partiti di opposizione si sono astenuti”, ricorda la consigliera proponente della legge. “Certo, non hanno votato a favore, però anche questo è un segnale di non ostilità al provvedimento. Io credo che abbiano riconosciuto la banalità del bene, ovvero l’evidente positività ambientale di questa norma, forse anche per come l’ho presentata: partendo da quello che vediamo con i nostri occhi nelle nostre case, coi vari sacchi o bidoncini della raccolta differenziata che si riempiono ogni giorno prevalentemente di contenitore di plastica, e poi lattine, bottiglie… Non c’è stata da parte dell’opposizione la solita accusa di provvedimento ideologico, non c’è stata ostilità”.
Cosa prevede la legge sullo sfuso
Gli 11 articoli della legge proposta dalla Capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni prevedono l’erogazione di risorse regionali per incentivare sia l’apertura di nuovi esercizi per la vendita esclusiva di prodotti non pre-imballati sfusi e alla spina sia l’apertura di appositi reparti (i cosiddetti green corner) in esercizi commerciali già esistenti.
La legge fa riferimento anche alla vendita di prodotti a km zero e a filiera corta. Gli esercizi che beneficeranno degli incentivi, nella misura di massimo 5.000 euro ciascuno, dovranno restare operativi per minimo 3 anni, pena la revoca del contributo. Tra i costi ammissibili per ricevere gli incentivi regionali, insieme a quelli per scaffalature e per la vendita di prodotti e alimenti solidi sfusi (come ad esempio pasta, riso, detersivi) e liquidi (ad esempio detergenti), ci sono anche quelli per apparecchiature per l’igienizzazione e sanificazione per contenitori riutilizzabili che attrezzature apposite sostituiscono quelli usa e getta.
Saranno finanziabili i green corner allestiti all’interno degli esercizi commerciali che presentino le seguenti caratteristiche:
1) Esercizi di vicinato (quelli cioè con superficie di vendita non superiore ai 150 m² nei Comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, oppure a 250 m² in quelli con popolazione superiore ai 10.000 abitanti): il corner deve avere una superficie pari o superiore al 15 per cento della superficie commerciale totale;
2) Esercizi di media struttura di vendita (cioè con superficie di vendita da 251 m² fino a 2.500 m²): il corner dovrà occupare almeno il 20% della superficie totale;
3) Per le strutture più grandi di 2.500 mq il corner dovrà essere pari o superiore al 30 per cento della superficie.
La legge prevede che La Regione pubblichi sul proprio sito internet istituzionale l’elenco dei green corner e dei punti vendita di prodotti sfusi e alla spina presenti sul territorio regionale.
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Monitoraggio
Sono previste misure per valutare gli effetti del provvedimento. Come il monitoraggio della quantità di prodotti sfusi o alla spina venduti dagli esercenti beneficiari dei contributi. Che entro il 31 gennaio di ogni anno dovranno comunicare:
– quantitativi (chilogrammi, litri) e tipologia dei prodotti sfusi e alla spina venduti;
– quantitativi dei contenitori riutilizzabili forniti al consumatore;
– stima della riduzione degli imballaggi.
Spiega Zamboni: “Verrà così creato un osservatorio per seguire l’evoluzione di questo tipo di vendita. Inoltre, le leggi dell’Emilia-Romagna prevedono sempre una clausola valutativa: con cadenza biennale, la Giunta regionale presenterà alla Commissione competente dell’Assemblea legislativa una relazione sull’ammontare delle risorse stanziate ed erogate; l’elenco dei beneficiari; la distribuzione dei punti vendita sul territorio regionale; le tipologie dei prodotti sfusi e alla spina commercializzati; le eventuali criticità riscontrate nel corso dell’attuazione della legge”.
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