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Benvenute e benvenuti al settimo numero della rassegna internazionale di EconomiaCircolare.com. Partiamo dall’ultimo rapporto dell’UNEP sulla triplice crisi ambientale e dall’accordo tra Parlamento europeo e Consiglio sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti. Raccontiamo poi del ruolo dell’economia circolare nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, di riciclo di batterie, di marine litter, green jobs e biocarburanti.
Buona lettura!
EMISSIONI, BIODIVERSITÀ E PLASTICA: L’UNEP CHIEDE AZIONI CONCRETE PER IL FUTURO DEL PIANETA
L’UNEP, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha esortato i governi ad accelerare gli sforzi per affrontare la “triplice crisi planetaria”: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. Secondo il rapporto annuale dell’agenzia, i progressi sono ancora lenti e disomogenei, complicati anche dalle tensioni geopolitiche.

Il multilateralismo ambientale è talvolta caotico e arduo. Ma anche in tempi geopolitici complessi, la collaborazione oltre i confini e le differenze è l’unica opzione per proteggere le fondamenta dell’esistenza umana: il Pianeta Terra
Inger Andersen, Direttrice esecutiva UNEP
Leggi la notizia sul sito dell’UNEP
SECONDO IL CHATHAM HOUSEÈ l’ECONOMIA CIRCOLARE LA CHIAVE PER SALVARE GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILEIl rapporto di Chatham House sostiene che l’economia circolare possa rilanciare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), attualmente in ritardo rispetto al traguardo del 2030. Integrare principi di economia circolare nell’agenda globale favorirebbe la riduzione dello spreco di risorse e la transizione verso modelli più sostenibili. Il documento propone cinque priorità d’azione: inclusione sociale, coordinamento politico internazionale, riforma del sistema finanziario, adattamento del commercio globale e sviluppo di standard comuni per misurare la circolarità.
Un’economia circolare globale potrebbe contribuire a raggiungere il 45% della riduzione delle emissioni globali di gas serra necessaria per mitigare il cambiamento climatico, trasformando il modo in cui i prodotti e i materiali sono realizzati e utilizzati. Senza l’introduzione dell’economia circolare su ampia scala, entro il 2060 il consumo di risorse potrebbe aumentare del 60% rispetto ai livelli del 2020.
Leggi il rapporto sul sito del Chatham House |
ACCORDO UE:OBIETTIVI VINCOLANTI PER RIDURRE LO SPRECO DI CIBO E TESSILI ENTRO IL 2030Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle nuove misure per ridurre lo spreco alimentare e tessile nell’UE (revisione della direttiva quadro sui rifiuti). Entro il 2030, gli Stati membri dovranno ridurre del 10% lo spreco nel settore della trasformazione alimentare e del 30% nel commercio, nella ristorazione e nelle famiglie. Inoltre, i produttori di tessili dovranno finanziare la raccolta, la selezione e il riciclo dei loro prodotti.
60 milioni di tonnellate: quantità di cibo sprecato ogni anno nell’UE, pari a 132 kg pro capite. 12,6 milioni di tonnellate: quantità di rifiuti tessili generati annualmente, di cui 5,2 milioni solo da abbigliamento e calzature.
Durante la fase finale dei negoziati, il Parlamento è riuscito a ottenere disposizioni che assicurano un’ulteriore riduzione dei rifiuti alimentari e tessili tra i rifiuti urbani Anna Zalewska, relatrice della normativa
Leggi la notizia sul sito del Parlamento europeo |
MARINE LITTER IN CALO DEL 29% SULLE COSTE UE, MA IL PROBLEMA RESTA GRAVESecondo il nuovo rapporto del Joint Research Centre (JRC), i rifiuti marini macro (oltre 2,5 cm) sulle coste europee sono diminuiti del 29% tra il 2015-2016 e il 2020-2021. Riduzioni significative si registrano nel Mar Baltico (-45%) e nel Mediterraneo (-38%). Tuttavia, i livelli di rifiuti restano superiori alla soglia di sicurezza, richiedendo ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi del Piano d’Azione Zero Inquinamento dell’UE.
La plastica monouso sulle coste europee è calata del 40% e i rifiuti legati alla pesca del 20%. Il valore medio di rifiuti costieri nell’UE è 203 oggetti per 100 m, ancora ben oltre la soglia di sicurezza (20 oggetti per 100 m).
Leggi gli esiti dello studio sul sito della Commissione europea |
RICERCA DEL CSIRO PER DISTRUGGERE I PFAS NELLE BATTERIE AL LITIOGli scienziati della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) hanno individuato un metodo per distruggere i PFAS, noti come “forever chemicals”, presenti nelle batterie al litio. Attraverso simulazioni quantistiche, il team ha determinato che i PFAS iniziano a decomporsi a 600°C, ma sono necessarie temperature superiori a 1.000°C per eliminarli completamente.
Leggi sul sito della CSIRO |
FEAD: NUOVE LINEE GUIDA PER LA GESTIONE SICURA DELLE BATTERIE AL LITIO ESAUSTELa European Waste Management Association (FEAD), in collaborazione con altre associazioni europee, ha pubblicato un documento tecnico sulla raccolta e il trattamento delle batterie al litio esauste. Il rapporto evidenzia i rischi crescenti di incendi legati ai rifiuti elettronici contenenti queste batterie e propone soluzioni per prevenirli.
Leggi la notizia sul sito web FEAD |
BIOCARBURANTI IN CALIFORNIA: UNA FALSA SOLUZIONE ALLA CRISI CLIMATICA?La California sta incentivando la conversione delle raffinerie petrolifere in bioraffinerie per produrre diesel rinnovabile, ma il World Resources Institute avverte dei rischi di questa scelta. Sebbene presentati come soluzione sostenibile, i biocarburanti basati su colture agricole possono aumentare le emissioni di gas serra e il passaggio alle bioraffinerie non garantisce benefici sociali
Anche se il consumo complessivo di gasolio dello Stato rappresenti solo il 7% del totale del Paese, il gasolio a base biologica costituisce oltre il 70% del consumo complessivo di gasolio della California. Al contrario, il diesel biobased vale solo il 3,8% del consumo di diesel nel resto degli Stati Uniti.
Tra il 30% e il 40% delle forniture di mais statunitensi e tra il 40% e il 50% delle forniture di olio di soia sono destinate alla produzione di biocarburanti.
Leggi lo studio sul sito del WRI |
PETROLCHIMICA E CONSUMISMO: L’OSTACOLO INVISIBILE ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICAIl consumo di prodotti chimici derivati dai combustibili fossili è un ostacolo alla transizione ecologica. Mentre l’attenzione è rivolta alla riduzione di petrolio e gas per l’energia, l’industria petrolchimica continua a crescere, con un impatto devastante su salute e biodiversità. Gli esperti avvertono che senza una regolamentazione più severa, la dipendenza da petrolchimici potrebbe vanificare gli sforzi per contrastare il cambiamento climatico.
La radice di tutti i problemi che affrontiamo oggi come umanità è il sovraconsumo Jane Muncke, tossicologa ambientale, Food Packaging Forum
Leggi l’approfondimento su Inside Climate News |
GREEN JOBS IN EUROPA: UN’ILLUSIONE STATISTICA?Un rapporto del Joint Research Centre (JRC) critica il metodo usato per misurare i “lavori verdi”, evidenziandone limiti teorici e metodologici. Secondo i ricercatori, l’approccio attuale, basato su titoli professionali e compiti, porta a errori di classificazione, sovrastimando alcune occupazioni e sottovalutandone altre Leggi l’analisi sul sito del JRC |




