mercoledì, Agosto 13, 2025

Le pale eoliche hackerano il clima? Smontiamo questa e altre fake news legate all’energia eolica

L'energia eolica è tra le più preziose e le più dileggiate: su di essa gravano numeroste teorie complottiste. Ne abbiamo analizzate alcune grazie all'ausilio dell’ingegnere Gianluca Ruggieri, ricercatore universitario dell’Università dell’Insubria e co-conduttore del Giusto Clima su Radio Popolare

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

L’energia eolica è una delle protagoniste indiscusse della transizione energetica alle rinnovabili. Eppure, negli ultimi anni, le turbine (colloquialmente dette pale, ndr) eoliche sono finite al centro di numerose teorie complottiste che le accusano di “hackerare il clima”, “far strage di animali”, “diffondere microplastiche”, “consumare suolo”, “realizzare prodotti che non sarà possibile riciclare” e chi più fantasia ha più ne metta.

Ne abbiamo analizzate alcune e, per l’occasione, abbiamo contattato l’ingegnere Gianluca Ruggieri, ricercatore universitario dell’Università dell’Insubria, coordinatore del comitato tecnico scientifico di ènostra e co-conduttore del Giusto Clima su Radio Popolare.

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La bufala delle pale eoliche che “alterano il clima”

Secondo alcune di queste fake news gli aerogeneratori altererebbero il sistema meteorologico (se non addirittura il clima!), contribuendo a fenomeni come siccità o cambiamenti nelle correnti d’aria. Questi argomenti, diffusi principalmente sui social network e su alcuni canali di disinformazione, trovano terreno fertile tra chi è scettico verso le energie rinnovabili o semplicemente tra chi non conosce il loro funzionamento.

Con tutta probabilità il cuore della bufala trova le sue radici in una ricerca pubblicata qualche anno fa e condotta da due ricercatori della Harvard University secondo la quale l’uso massiccio di aerogeneratori – come riportato sulla rivista Joule – potrebbe portare ad un aumento di temperatura nelle regioni adiacenti alle fattorie del vento. Al di là di alcune precisazioni doverose – come il fatto che lo studio abbia simulato che tutte le fattorie eoliche funzionassero in simultanea in un’ampia area geografica – i dati hanno registrato un aumento locale di temperatura di 0,24° Celsius, ma questo numero va esaminato in modo critico.

Come hanno sottolineato gli stessi autori, il fenomeno non poteva essere accostato al global warming, in quanto i cambiamenti registrati dallo studio non avrebbero generato un innalzamento della temperatura generale ma una semplice redistribuzione del calore. Come mai? Le “pale”, girando più in alto rispetto al terreno, farebbero scendere aria più calda (che sale rispetto a quella fredda) attuando una ridistribuzione del calore tra aree (come evidenziato anche in uno studio pubblicato su Nature nel 2012 nel quale si parlava della redistribuzione del calore tra aria e terra). Addirittura lo stesso studio metteva in luce che, nella lotta al cambiamento climatico, il ruolo chiave delle energie rinnovabili fosse fuori discussione.

L’eolico impatta sì sul clima: ma in maniera positiva

Qualora doveste ascoltare questa bufala ricordatevi quindi di rispondere che “la scienza ha dimostrato che l’impatto complessivo degli impianti eolici sulla circolazione atmosferica è insignificante rispetto ai benefici ambientali che offrono”. È importante poi ricordare che le pale eoliche non rilasciano gas serra, non inquinano e non contribuiscono al riscaldamento globale. Al contrario, riducono la dipendenza dalle fonti fossili, che sono le vere responsabili del cambiamento climatico.

Vorremmo che questa fosse l’unica bufala in circolazione legata all’eolico ma purtroppo non è così. Procediamo con la nostra carrellata.

Animali morti “colpa delle pale eoliche”

Alcune immagini mostrano i corpi di uccelli o pipistrelli vicino alle turbine eoliche, sostenendo che il loro funzionamento provochi stragi di fauna selvatica. Sebbene la collisione di uccelli con le pale sia un problema reale, le immagini usate sono spesso manipolate o decontestualizzate e soprattutto mancano i termini di paragone. Proprio a questo scopo è stata dedicata una puntata della rubrica Climitologie sulle fake news su clima e ambiente, della trasmissione Il giusto clima di Radio Popolare nell’aprile 2024.

Tra tutte le fake news raccontate per screditare la transizione alle rinnovabili, questa è infatti una delle più diffuse e, come tutte le bufale, contiene elementi verosimili che servono a renderle credibili.

energia eolica uccelli

Finora gli studi più approfonditi su questo argomento sono stati condotti negli USA dove, secondo le stime più pessimistiche pubblicate da riviste scientifiche quali Nature e Annual Reviews, il numero di uccelli morti nel 2022 a causa delle turbine eoliche sarebbe stimato a circa 1 milione. Il numero potrebbe sembrare enorme, ma la cifra va comparata alle altre cause antropogeniche della mortalità degli uccelli.

Come spiega Michael Howland, professore di ingegneria ambientale all’MIT di Boston, il primo confronto da fare è quello con le morti causate da altre fonti energetiche e “i numeri sulla mortalità degli uccelli dovuta alle centrali fossili di produzione di elettricità sono molto più alti”.

Non finisce qui: quanti sanno che gli impatti con edifici e gli amici gatti causano 1000 volte più morti? Ebbene si: “almeno 1 miliardo di uccelli ogni anno muoiono infatti sbattendo sugli edifici e almeno un altro miliardo ucciso dai gatti”, ha illustrato Howland.

Basterebbe non far uscire i gatti domestici di casa o attaccare sulle vetrate adesivi anticollisione per salvare milioni di volatili.

https://www.instagram.com/reel/DFsulusvY8M/?igsh=ZzVjbXlwZ2hrMDRu

Le turbine eoliche possono contribuire alle morti dovute da inquinamento e cambiamento climatico

Insomma, se le turbine sono sicuramente responsabili della morte di uccelli, questa cifra, come abbiamo visto, è infinitamente minore rispetto ad altre concause ma non solo: il numero di vittime volatili – si è sottolineato nella citata trasmissione – causato dalle alternative fossili alla produzione di elettricità e dal cambiamento climatico, oltre che essere notevole, trova proprio nelle pale eoliche un’alternativa risolutiva dato il contributo alla produzione di energia rinnovabile.

Come ridurre le morti degli uccelli causate dalle turbine eoliche

Come ha spiegato Howland a “Il Giusto Clima” si può fare qualcosa per ridurre i danni delle interazioni tra turbine e avifauna. Ad esempio, secondo alcune ricerche sperimentali, se la turbina (o anche solo una parte di essa) venisse dipinta di nero aumenterebbe la visibilità per gli uccelli e, di conseguenza, sarebbe ridotta la loro mortalità. Si potrebbero poi installare sensori che, percependo la presenza di stormi, interromperebbero il funzionamento delle pale evitando collisioni.

Le balene vittime dell’eolico offshore

Poteva essere esente dal dileggio l’eolico offshore? L’accusa, in questo caso, è quella di uccidere le balene ma ovviamente non vi è alcuna evidenza scientifica in nessun luogo del mondo come spiegato dal Guardian.

Le pale eoliche consumano più energia per essere costruite di quella che producono? Ecco perché è falso

Una delle fake news più diffuse sull’energia eolica riguarda il presunto bilancio energetico negativo delle turbine eoliche. Secondo questa bufala, l’energia necessaria per produrre le turbine, realizzare le fondamenta in cemento e installare gli impianti sarebbe maggiore di quella che le pale eoliche generano durante il loro ciclo di vita. Tuttavia numerosi studi scientifici dimostrano che questa affermazione non ha alcun fondamento: il tempo di ritorno energetico (energy payback time) di una turbina eolica moderna è inferiore a un anno, mentre la sua durata media è di circa 20/25 anni. Ciò significa che, già nel primo anno di funzionamento una turbina eolica produce più energia di quanta ne sia servita per costruirla, installarla e mantenerla.

Inoltre, nuove tecnologie stanno riducendo ulteriormente l’impatto ambientale della produzione di turbine, rendendo l’eolico una delle fonti di energia più efficienti e sostenibili.

Le turbine eoliche diffondono microplastiche che finiscono sui nostri cibi?

Un’altra teoria complottista sostiene che le turbine eoliche rilascerebbero microplastiche nell’ambiente, in particolare in mare e sui nostri cibi (essendo spesso installate in zone agricole), fungendo anche da “cavallo di Troia” per pericolosi inquinanti come il Bisfenolo A (BPA). Questa preoccupazione si basa sull’idea che l’usura delle turbine, col tempo, comporti il rilascio di particelle nell’ambiente durante il loro utilizzo. Tuttavia questa teoria è stata ampiamente ridimensionata da studi scientifici e analisi tecniche.

A rispondere su Linkedin nel 2021 è stato Sigrid Carstairs, membro del consiglio di amministrazione della Swedish Windpower che ha chiarito che le pale delle turbine eoliche sono realizzate principalmente in materiali compositi, costituiti per circa il 70% da fibra di vetro (un materiale naturale derivato dalla sabbia) e per il restante 30% da resine termoindurenti che non si frammentano in microplastiche come avviene nel caso deii materiali termoplastici (ad esempio polipropilene o polistirene). Ha inoltre raccontato che un’analisi condotta presso un parco eolico offshore in Cina, nel sito di Rudong, ha rilevato che le microplastiche presenti nell’area non provenivano dalle turbine, ma da fonti esterne. Inoltre è stato osservato che i campioni raccolti nelle immediate vicinanze del parco eolico contenevano una percentuale di microplastiche inferiore rispetto ad altre aree marine circostanti.

Come confermato da alcune analisi, il rilascio di particelle da parte di una turbina eolica di grandi dimensioni è stimato, al massimo, in 150 grammi all’anno e si tratterebbe principalmente di vernice, chimicamente inerte, che non rappresenta, precisa l’esperto, un rischio per gli ecosistemi.

energia eolica 1

Ci sarà un “cimitero” di pale eoliche non riciclabili? La verità sul fine vita delle turbine

Una delle fake news più diffuse sull’energia eolica riguarda il presunto accumulo di pale eoliche dismesse in discariche, creando un “cimitero” di materiali non riciclabili. Questa affermazione è fuorviante. Proprio di questo si è parlato in una recente puntata de Il Giusto Clima durante la quale è intervenuto Marco Gioffré di WindEurope – associazione europea dell’energia eolica –  che per lavoro segue proprio il fine vita delle turbine. Le pale eoliche – ha spiegato l’esperto dialogando con l’ing. Ruggieri – sono progettate per durare 20-30 anni, con possibilità di estensione fino a 35 anni, e l’85-90% delle componenti di una turbina (acciaio, rame, alluminio) è facilmente riciclabile. La vera sfida riguarda la parte delle pale, realizzate in materiali compositi come fibra di vetro, resine e, in alcuni casi, fibra di carbonio, che richiedono tecnologie avanzate per il riciclo.

Oggi soluzioni come il riutilizzo nei mercati di seconda mano (in Danimarca, quasi il 50% delle pale dismesse viene riutilizzato) e l’impiego nell’industria del cemento, dove il 70% delle pale diventa materiale di rinforzo e il 30% viene recuperato come energia, stanno già assicurando risultati concreti. Inoltre innovazioni in fase di sviluppo, come additivi chimici e macinazione meccanica, stanno migliorando le capacità di riciclo per creare alternative al fine vita legato al cemento. Dal 2025 i membri di WindEurope si sono impegnati a non smaltire le pale in discarica, puntando su un’economia circolare che includa anche il riutilizzo creativo delle pale per ponti, panchine, parchi giochi e persino mini appartamenti.

Sebbene oggi i costi legati al riciclo siano ancora alti, il crescente volume di pale dismesse e gli studi in corso favoriranno, secondo le previsioni, economie di scala e soluzioni più efficienti.

È importante poi sottolineare (smentendo così alcune fake news) che, anche se smaltite in discarica, le pale non contaminano l’ambiente, ma il loro riciclo è cruciale per evitare sprechi di risorse e massimizzare la sostenibilità e la filiera circolare del settore eolico.

Le pale eoliche girano grazie a un generatore diesel? Una bufala senza fondamento

Concludiamo questa rassegna con una bufala che ci ha ricordato proprio Gianluca Ruggieri. Una delle fake news più assurde sull’energia eolica sostiene che le pale eoliche non girino grazie al vento, ma siano mosse da generatori diesel per creare l’illusione che stiano producendo energia. Questa teoria è completamente falsa e priva di qualsiasi base tecnica o logica. Le turbine eoliche funzionano sfruttando esclusivamente l’energia cinetica del vento che mette in movimento le pale collegate ad un generatore elettrico. In condizioni di vento molto debole, per motivi di sicurezza o manutenzione le turbine possono fermarsi o girare lentamente, ma non esistono motori alimentati a combustibili fossili per “farle girare”.

Inoltre l’idea che un generatore diesel possa alimentare costantemente una turbina è assurda anche dal punto di vista pratico: le pale eoliche sono spesso installate in aree remote, come montagne o colline, dove sarebbe necessario trasportare grandi quantità di gasolio con camion-cisterna. Ciò significherebbe movimentare camion-cisterna pieni di carburante ogni settimana e quindi organizzare una logistica non solo complessa e costosa, ma anche facilmente visibile e quindi impossibile da nascondere.

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