La nuova frontiera dell’illuminazione casalinga è sostenibile e strizza l’occhio al design. Caia non ha, però, nessuna lampadina, non prevede consumo di elettricità, non necessita di ricarica e non richiede nemmeno un’installazione. Difficile definirla un elettrodomestico, anche se ne svolge la funzione.
Diva Tommei, romana classe 1984, studi in biotecnologie e bioinformatica a Cambridge, founder di Solenica, la startup che la produce, è partita dalla necessità di sviluppare un’idea che fosse sostenibile, riproducibile e capace di crescere.
Tutto nasce da un disagio
Già nel 2017, sul prestigioso palcoscenico del Tedx Roma, forum che “incoraggia e sostiene la diffusione di idee brillanti, innovative e creative per stimolare il cambiamento, offrendo al pubblico l’opportunità di ascoltare contributi dal vivo di speakers provenienti da tutto il mondo”, l’aveva presentata come una startup che “mette in contatto gli spazi interni, chiusi, in cui viviamo e lavoriamo la maggior parte del tempo e gli elementi della natura”. Interessante cogliere l’aspetto circolare dell’invenzione; il punto di partenza, il problema da risolvere, l’obiettivo cui tendere, è stato un disagio, la mancanza della luce del sole. “Durante il dottorato a Cambridge, non entravo in contatto con il sole perché il mio ufficio era esposto male e quindi, a lungo andare, questo iniziale disagio si trasforma in una vera e propria depressione, che si chiama Seasonal Affective Disorder” (13 minuti di vera lezione qui: https://bit.ly/3Mclrwb).
Durante gli studi successivi, tra cui anche qualche mese alla Nasa a studiare le tecnologie a crescita esponenziale, si è imbattuta nell’eliostato, uno strumento industriale che, grazie all’intelligenza artificiale, può mantenere il riflesso della luce solare fisso in un punto, adattandosi automaticamente agli spostamenti del sole. È stata la scintilla (sempre di luce si tratta) che cercava.
In questo modo rocambolesco ha visto la luce (è proprio il caso di dirlo!) Caia: un eliostato residenziale, simile a uno specchio dal diametro di circa 36 cm, che assorbe la luce del sole all’esterno, seguendone gli spostamenti, e la propaga negli ambienti interni. Novella Archimede, la romana Diva ha saputo sviluppare una start up (sconfiggendo difficoltà e scetticismo) che oggi ha in Caia il proprio ambasciatore.
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Una questione di ormoni (e niente fossili)
Caia, (sì, proprio la dea romana del focolare…) è potente, portatile, bella a vedersi che non guasta mai, e restituisce valore alla cifra necessaria per acquistarla. Sviluppa la potenza di 13 lampadine, non ha costi di manutenzione e non fa solo luce: influisce sull’umore. Vi sentite tristi quando piove o manca il sole? È perché il vostro organismo produce troppo cortisolo. L’esposizione alla luce solare stimola invece il deidroepiandrosterone, ormone naturale che limita proprio la quantità di cortisolo negli umani. Ecco la prova scientifica del buon umore grazie al sole! Ed avere l’umore alto favorisce la produttività e regala una migliore qualità del sonno. Sul mercato da tre anni, Caia ha un costo che si aggira sui 350€.
Se fosse solo l’inizio sarebbe anche una gran bella notizia per il mondo. Pensate cosa comporterebbe se il principio fosse applicato all’illuminazione pubblica, agli edifici interi, alle città. Tutto illuminato dalla luce del sole, a costo zero, senza emissioni. E senza sfruttamento di fonti fossili. Per tacere della qualità della luce, la più alta possibile, con effetti anche sull’umore, come abbiamo visto. Forse ci arriveremo.
Qualità dell’abitare
Solenica intende far crescere la sensibilità delle persone nei confronti degli ambienti chiusi in cui vivono e lavorano, importanti in quanto influiscono sull’aria che respirano o l’acqua che bevono. L’azienda sta studiando una pluralità di device che, assieme a Caia, riescano a rinnovare tali ambienti garantendo il benessere dei loro occupanti. Perché il progresso è la ricerca, costante ed impervia, del miglioramento delle condizioni di vita. E perché finché l’umanità dovrà affrontare sfide fondamentali come la mancanza di cibo, di acqua, la necessità di generare energia in maniera sostenibile, di curare malattie terribili, avremo bisogno di persone come Diva Tommei.
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