lunedì, Dicembre 8, 2025

Con MICS la doppia transizione del made in Italy è più vicina

Made in Italy Circolare e Sostenibile (MICS) ha presentato i risultati delle proprie attività e le prospettive che si aprono dopo la fase di avvio

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Redazione EconomiaCircolare.com

Il made in Italy è sempre più pronto alla sfida della competitività e delle twin transitions, la doppia transizione ecologica e digitale, grazie al lavoro fatto nel triennio che sta per concludersi dalla Fondazione MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, che nei giorni scorsi ha presentato i risultati delle proprie attività e le prospettive che si aprono dopo la fase di avvio del più grande partenariato esteso sostenuto dai fondi PNRR nel nostro Paese. 

I numeri presentati prima alla Camera dei deputati e poi a Palazzo Colonna, lo scorso 3 dicembre a Roma,  danno subito un’idea dell’impatto prodotto dal lavoro delle 12 università ed enti di ricerca e dalle 13 imprese inizialmente coinvolte, a cui nel tempo si sono aggiunti altri autorevoli partner. Sono ben 147 i progetti attivati, con 126 milioni di euro investiti e 21,5 milioni erogati tramite bandi a enti esterni. Oltre 1.000 ricercatrici e ricercatori sono stati coinvolti, realizzando 200 prototipi e dando vita a 18 brevetti. Numeri che fotografano un ecosistema in piena trasformazione, costruito attorno a tre comparti cardine della manifattura italiana: abbigliamento, arredo e automazione-meccanica.

A Roma erano presenti rappresentanti istituzionali e parlamentari, insieme al Presidente del Partenariato esteso MICS, Marco Taisch, e al Direttore Generale e Program Research Manager, Roberto Merlo, chiamati a illustrare l’agenda futura per un Made in Italy più competitivo e sostenibile.

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Marco Taisch, foto MICS

Rilanciare i settori chiave della manifattura

Durante l’incontro, il presidente Taisch ha ricordato come i settori su cui MICS ha operato rappresentino “non soltanto il cuore della nostra cultura manifatturiera ma la spina dorsale della nostra economia”, richiamando la loro capacità di generare quasi metà del valore aggiunto nazionale e di rappresentare il 45% dell’occupazione e il 44% degli investimenti industriali.

Per il presidente di MICS, ridurre moda, arredo e automazione a “nicchie di eccellenza” significa ignorare la loro reale estensione: “stiamo parlando di metà del PIL italiano, di filiere complesse, globali e strategiche”.

L’operato di MICS, ha spiegato Taisch, conferma l’importanza di puntare su innovazione e ricerca: “Se si vuol continuare a essere una realtà di rilievo in campo industriale è necessario che ricerca e impresa lavorino come un unico ecosistema”. A queste si affianca la scalabilità, indispensabile per consentire alle PMI di crescere attraverso digitalizzazione, condivisione del know-how e modelli di open innovation.

Altro fulcro è la sostenibilità, sempre più richiesta dai consumatori, soprattutto giovani, e destinata a diventare un criterio competitivo. Infine, la digitalizzazione, che secondo Taisch sta ridefinendo funzionalità, esperienza del prodotto e persino il gusto estetico grazie a intelligenza artificiale, ambienti virtuali e robotica collaborativa.

«Il progetto MICS – ha affermato – nasce proprio con questa visione. Una visione che intendiamo portare avanti anche in futuro, terminato il ciclo del PNRR». La fondazione si propone infatti di rafforzare il proprio ruolo di anello di congiunzione tra ricerca, impresa e istituzioni, per affiancare il sistema Paese nelle difficili sfide che dovrà affrontare nei prossimi anni.

La roadmap per guidare il cambiamento

Il direttore generale di MICS Roberto Merlo ha ampliato la prospettiva, ribadendo l’ambizione del partenariato: “Non subire il cambiamento, ma guidarlo. Non adattarci alle regole imposte da altri, ma ispirare l’Europa con un nuovo modello italiano di sviluppo industriale».

MICS propone quindi una roadmap fondata su quattro driver: diventare un think tank nazionale sulle politiche industriali, supportare i Ministeri nella definizione di strumenti realmente utili alle imprese, agire come centro di coordinamento tra ricerca e aziende e costruire un hub di condivisione delle esperienze dedicato al mondo produttivo.

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Foto: MICS

Il futuro della manifattura circolare e sostenibile

Nel corso dell’evento “Industria italiana: le leve per crescere”, che si è svolto a Palazzo Colonna, aziende, istituzioni e rappresentanti del mondo accademico si sono confrontati sui temi che stanno ridisegnando il Made in Italy: tecnologie hi-tech, circolarità, sostenibilità, politiche industriali e transizione ecologica. Presenti, tra gli altri, esponenti dei Ministeri dell’Università, degli Esteri e delle Imprese e del Made in Italy, oltre a parlamentari, membri del governo, manager di realtà industriali come Ferrovie dello Stato, Telespazio, Pirelli, Enel, SACMI, Carapelli, Altform e Chiesi. 

Tanti e diversi i temi trattati: dalle specificità del tessuto imprenditoriale italiano alla necessità di continuare a coniugare innovazione tecnologica e transizione ecologica, di chiudere le filiere e garantire su scala europea politiche industriali coerenti e in grado di ridurre la dipendenza energetica e di materie prime da altri continenti. “Le realtà e le persone che animano MICS sono pronte a mettere a disposizione del Paese il grande patrimonio di competenze messo a sistema in questi anni – ha dichiarato Taish a EconomiaCircolare.com – In questa nuova fase possiamo e vogliamo dare un contributo decisivo al ripensamento e rilancio del Made in Italy, che ha tutte le carte in regola per affrontare e vincere la sfida”.

 

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