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giovedì, Novembre 14, 2024

Convertirci al neoumanesimo

EconomiaCircolare.com prosegue le sue riflessioni sui rapporti tra ambientalismo e tecnologia, con un intervento di Alessandro Paciello, comunicatore e presidente di Innovazione Circolare: "Dobbiamo mettere l’uomo al centro, non 'andare oltre' l’uomo"

Alessandro Paciello
Alessandro Paciello
Ha costruito il suo percorso professionale in società multinazionali di comunicazione dove ha acquisito, in oltre trent’anni di lavoro, esperienze nelle strategie di comunicazione Corporate e Prodotto, specializzandosi nei temi della “sostenibilità”. Nel 1995, Alessandro fa nascere Aida Partners continuando a occuparsi prevalentemente di strategie di comunicazione incentrate sulla reputazione e implementando la sua specializzazione in Corporate Social Responsibility e nel marketing e comunicazione del territorio. Nell’ottobre 2020 è tra i soci fondatori di Innovazione Circolare, di cui è anche Presidente. È docente di comunicazioni in primarie istituzioni di formazione. Dal 2005 è socio promotore idi Symbola - Fondazione per Le Qualità Italiane. Giornalista.

La Via per l’evoluzione umana è una sola: quella del neo-umanesimo. L’essere umano e la sua crescita spirituale, sociale, culturale devono tornare al centro dell’esistenza. È nell’interesse dell’Uomo che dobbiamo salvare l’ambiente nel quale ci troviamo. La Natura e la sua salvaguardia ci sono essenziali per la sopravvivenza. Diffidate di chi sostiene di voler salvare l’ambiente senza altri fini. Non credete a chi vuole imporre soluzioni tecnologiche per ridurre l’impatto dell’Uomo sulla Natura. Albert Einstein diceva che “Il progresso tecnologico è come un’ascia nelle mani di un criminale patologico!”. Quel criminale patologico è l’essere umano che, progressivamente, è andato disumanizzandosi, fino ad arrivare alle soglie dell’aberrante “transumanesimo”, intriso di burocratica tecnocrazia. La vera sostenibilità sta invece nell’evoluzione umana che passa da una consapevolezza spirituale. Senza di essa l’Uomo non sarà più e quindi sarà poco importante la sopravvivenza del resto che, comunque, resterà oltre noi umani. La Via della sostenibilità passa da quella del cuore. Dal suo ascolto. Dalla nostra capacità di seguirla.

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Sostituire il vecchio paradigma

Scegliere la strada del cuore, ci permette di trascorrere una vita estremamente affascinante perché dettata dalle sincronicità, da quelle che potrebbero sembrare, a un’analisi superficiale, delle semplici “coincidenze”. La consapevolezza che così non è rende la vita molto più interessante, divertente nel nostro quotidiano sentire, rispetto alla vita indicata dalla mente che segue semplicemente dei programmi, in una ripetizione continua e senza un senso evolutivo. “Seguire il cuore” significa entrare in un diverso “costrutto energetico” e così facendo abbiamo l’opportunità di far crollare il vecchio paradigma per sostituirlo con uno nuovo. Passare dalla mente al cuore vuol dire ”convertire” il pensiero razionale in pensiero istintivo, quello dettato dall’anima. Ecco perché, trattando di sostenibilità, preferisco parlare di “conversione ecologica”, invece che di “transizione”, non fosse altro che per quel prefisso “trans” che indica un “andare oltre” – come nel caso del “transumanesimo” che intende proprio “andare oltre l’umano” – mentre il termine “conversione” tratta di un mutamento del comportamento umano, dovuto a un’evoluzione del “sentire”, proprio ciò di cui abbiamo bisogno se vogliamo salvare la nostra esistenza su questa Terra, e non solo in termini ambientali, ma di convivenza pacifica e civile tra le genti. Una volta che abbiamo agito per rimettere l’Uomo “al centro” possiamo poi parlare di tecnologia, digitalizzazione e intelligenza artificiale senza temerle. Non sono contro la tecnologia, infatti. Ho fondato una società di accelerazione di realtà imprenditoriali che coniugano tecnologia a economia circolare. Ma la tecnologia è un’arma a doppio taglio: può essere il coltello con il quale si affetta il pane per i bimbi, oppure lo stesso che uccide uno di loro. Sono primariamente per un ritorno all’attenzione all’evoluzione umana, pertanto, perché non si può prescindere da questa se non vogliamo che il progresso tecnologico diventi fonte di dittature prima e di scontri bellici poi. È quanto sta accadendo in questi giorni nella guerra Ucraina-Russa che, al di là del territorio coinvolto, può già da adesso essere considerata una “guerra totale”, proprio per lo scontro tra oligarchie mondiali che si contendono il controllo dei popoli a livello planetario. Qui l’essere umano e il suo benessere passano in second’ordine. Figuriamoci poi l’ambiente, al di là del fumo negli occhi della cosiddetta “transizione ecologica”! Prende invece il sopravvento una visione cinica dell’Uomo e del Pianeta come strumenti di produzione di enormi ricchezze e fonti di ancor maggiore potere, come del resto avviene da sempre, soprattutto nella moderna era industriale.

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Mutazione umana

È stato un percorso graduale di avvicinamento a quanto stiamo purtroppo vivendo. Vent’anni fa, da comunicatore, consideravo l’avvento del web come una vera e propria sventura, altro che fonte di democrazia! Ha portato all’alienazione dell’essere umano e alla perdita della sua umanità. Ha aperto le porte di una manipolazione capillare delle menti, ormai private di buona parte di una coscienza individuale, trasformata abilmente in “coscienza di gregge”. Provate a girare per un centro cittadino: vedrete giovani e meno giovani camminare guardando continuamente schermi di smartphone, incapaci di prestare attenzione al bello che li circonda, agli altri esseri, alla natura. Un “esercito orwelliano” di automi ipnotizzati. È questa la società che vogliamo mantenere in vita? È “sostenibile” tutto ciò? Ho raramente sentito la voce di autorevoli ambientalisti levarsi verso questo obbrobrio. Ci si preoccupa solo di energie rinnovabili e di mutamenti climatici. E la “mutazione umana” dove la mettiamo? La tecnocrazia che vuole gestire i popoli come robot ubbidienti è compatibile con la sostenibilità? Non credo e sarebbe il caso di dirlo e di fare una lotta senza riserve. Altrimenti, è alle crisi belliche che arriviamo, ineluttabilmente! Dobbiamo a questo punto “tornare indietro”, verso una vita dal volto umano e non transumano. Il che non significa “decrescita felice”. Anzi! Dobbiamo recuperare valori e dimensione dello stare insieme per crescere, con e in armonia con l’ambiente. Si parla molto di “inclusione” perché l’obiettivo vero è mantenere le differenze e non abbatterle. Se parlassimo genericamente di esseri umani e dei suoi valori spirituali – che Adriano Olivetti individuava in Bellezza, Giustizia, Verità e Amore -, non avremmo bisogno di ricorrere a inutili e fuorvianti battaglie ideologiche. Joseph Goebbels, nei suoi “Diari” sosteneva che “L’arte della propaganda consiste precisamente nella capacità di sollecitare la fantasia del pubblico con un appello ai sentimenti, nel trovare la forma psicologicamente appropriata che attirerà l’attenzione e toccherà il cuore delle masse della Nazione”. Ricordatevi che queste pseudo lotte ipocritamente e falsamente democratiche hanno lo scopo, esattamente contrario alle apparenze, di dividere e non di unire. Porta a quella che con un neologismo chiamo la “premessite”, la necessità, direi l’obbligo, di fare delle premesse per poter manifestare un pensiero critico rispetto al mainstream, pena la messa in ridicolo o, peggio, la censura. E la divisione delle genti serve a un sistema di potere manipolante che vuole impedire la crescita spirituale degli esseri umani. È la finta luce seduttrice che attrae, come bene è spiegato nel “Libro tibetano dei morti”. Non è la vera Luce divina che porta all’ascensione.

Il senso “circolare” della vita

Insomma, per andare avanti, non dobbiamo andare “oltre” verso illusori e subdoli chiarori, ma “tornare indietro”, verso la vera Luce. Un “tornare indietro” che ci riporta al senso ciclico, e quindi “circolare” della Vita, da sostituire a quello della mente che è “lineare”. Perché la vita non è una continua corsa in avanti, dove nulla torna mai generando così sofferenza. Semmai è un procedere in tondo, perché nulla nasce e nulla muore e da cosa nasce cosa in moto perpetuo. E da qui partono l’evoluzione umana e la concreta “economia circolare” che ne è figlia, nel suo significato olistico, perché, come diceva John Burroughs, “Per trovare nuove cose, devi prendere il sentiero che hai preso ieri”.

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